Fabio Quagliarella, ex attaccante del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. Ecco un estratto:
"È stato vittima di uno stalker e fin quando non è stato arrestato lei non ha parlato con nessuno.
Traumatizzante, doloroso. Forte. Ci sono pacchi di lettere a casa dei miei genitori a ricordarmi cosa ho passato, l'incubo che vivevo. Era un amico che frequentava casa, a ripensarci ogni volta sto male. Uno che di mestiere faceva il poliziotto postale, capisce?
Plichi di minacce e ricatti, perché non li butta?
Papà aveva messo le lettere una sull'altra, sono alte più di un metro. Le rileggeva ogni volta per capire chi potesse essere l'autore. Ce lo avevamo in casa, fu lui a intuirlo. Quella vicenda ci ha cambiato la vita. Ero al campo ma non c'ero, avevo paura che mentre ero via potesse accadere qualcosa alla mia famiglia. Li chiamavo spessissimo, ad ogni pausa dell'allenamento. Stavano bene, ma temevo non fosse vero. Difficile concentrarsi così. Ero a cena ma in realtà no. Nella mia vita un buco nero di otto anni. Sì, prima o poi le brucerà quelle lettere.
L'accusa che non gli perdona.
Tutte infamanti, quella di pedofilia è schifosa. L'arresto di quest'uomo che si fingeva amico e ci diceva che ci stava aiutando a capire chi fosse lo stalker è stata una liberazione. Dopo è stato pure peggio: quando per tanti anni sei ricattato, la paura ti resta dentro. L'accusa di essere un pedofilo ma non solo, anche di essere invischiato con camorra, droga e calcio scommesse. Le minacce di morte a mio padre: "Gli spariamo in testa" e "Adesso mettiamo una bomba nel suo palazzo". Una volta fece trovare sotto casa una bara con sopra la mia foto. Mi stava distruggendo la carriera, rovinò il mio trasferimento al Napoli.
Mandò lettere anche al club di De Laurentiis.
Il Napoli dopo una stagione mi comunicò che sarei andato via. Non potevo dire nulla, c'erano indagini in corso. Ma neanche loro fecero riferimento a quelle lettere. So soltanto che quando arrivai al Napoli dissi al mio procuratore che sarei rimasto a vita e invece...
Andò alla Juventus e fu accusato dai tifosi partenopei di essere un traditore...
Sono un professionista e sono andato. A Torino fui accolto bene, con Conte ci siamo divertiti. A Napoli dopo anni tutti hanno capito, e ricevo ancora oggi testimonianze di affetto.
Lei, napoletano, ha chiuso con la maglia della Sampdoria nel Maradona che festeggiava lo scudetto...
Un film, un romanzo bellissimo. Se avessi immaginato la mia ultima gara non sarei arrivato a renderla così emozionante. Non lo dimenticherò mai più".
di Napoli Magazine
04/09/2025 - 09:23
Fabio Quagliarella, ex attaccante del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. Ecco un estratto:
"È stato vittima di uno stalker e fin quando non è stato arrestato lei non ha parlato con nessuno.
Traumatizzante, doloroso. Forte. Ci sono pacchi di lettere a casa dei miei genitori a ricordarmi cosa ho passato, l'incubo che vivevo. Era un amico che frequentava casa, a ripensarci ogni volta sto male. Uno che di mestiere faceva il poliziotto postale, capisce?
Plichi di minacce e ricatti, perché non li butta?
Papà aveva messo le lettere una sull'altra, sono alte più di un metro. Le rileggeva ogni volta per capire chi potesse essere l'autore. Ce lo avevamo in casa, fu lui a intuirlo. Quella vicenda ci ha cambiato la vita. Ero al campo ma non c'ero, avevo paura che mentre ero via potesse accadere qualcosa alla mia famiglia. Li chiamavo spessissimo, ad ogni pausa dell'allenamento. Stavano bene, ma temevo non fosse vero. Difficile concentrarsi così. Ero a cena ma in realtà no. Nella mia vita un buco nero di otto anni. Sì, prima o poi le brucerà quelle lettere.
L'accusa che non gli perdona.
Tutte infamanti, quella di pedofilia è schifosa. L'arresto di quest'uomo che si fingeva amico e ci diceva che ci stava aiutando a capire chi fosse lo stalker è stata una liberazione. Dopo è stato pure peggio: quando per tanti anni sei ricattato, la paura ti resta dentro. L'accusa di essere un pedofilo ma non solo, anche di essere invischiato con camorra, droga e calcio scommesse. Le minacce di morte a mio padre: "Gli spariamo in testa" e "Adesso mettiamo una bomba nel suo palazzo". Una volta fece trovare sotto casa una bara con sopra la mia foto. Mi stava distruggendo la carriera, rovinò il mio trasferimento al Napoli.
Mandò lettere anche al club di De Laurentiis.
Il Napoli dopo una stagione mi comunicò che sarei andato via. Non potevo dire nulla, c'erano indagini in corso. Ma neanche loro fecero riferimento a quelle lettere. So soltanto che quando arrivai al Napoli dissi al mio procuratore che sarei rimasto a vita e invece...
Andò alla Juventus e fu accusato dai tifosi partenopei di essere un traditore...
Sono un professionista e sono andato. A Torino fui accolto bene, con Conte ci siamo divertiti. A Napoli dopo anni tutti hanno capito, e ricevo ancora oggi testimonianze di affetto.
Lei, napoletano, ha chiuso con la maglia della Sampdoria nel Maradona che festeggiava lo scudetto...
Un film, un romanzo bellissimo. Se avessi immaginato la mia ultima gara non sarei arrivato a renderla così emozionante. Non lo dimenticherò mai più".