A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Danilo Caravello, agente FIFA.
Cosa cambia con il mercato aperto già a giugno?
“È una novità anche per noi, perché è la prima volta che succede una cosa del genere, quindi siamo tutti un po’ curiosi. Secondo me, in dieci giorni cambia poco, perché è una finestra talmente ristretta… però, nel caso i nostri club impegnati nel Mondiale abbiano bisogno di qualcosa, hanno comunque un periodo operativo. Il mercato, come sempre, per noi comincia non appena finiscono i campionati. Già tra aprile, maggio e giugno — anche se non ufficialmente — si comincia a parlare, a valutare cosa si può fare. L’apertura ufficiale resta il primo luglio, ma i contatti iniziano molto prima, anche per direttori sportivi e allenatori. Insomma, qualcosa si muove sempre".
Come vede la sfida tra Lecce e Napoli?
“Mancano poche partite alla fine e il Napoli ha tre punti di vantaggio sull’Inter, che martedì avrà anche la semifinale di ritorno col Barcellona, quindi questa contro il Lecce è un’occasione importantissima per mettere un altro tassello in un cammino che, fino a pochi giorni fa, sembrava quasi compromesso. Per me queste sono le partite più pericolose in assoluto, perché vai a giocare fuori casa, contro una squadra che lotta per salvarsi".
Il Lecce può giocare su due risultati su tre, perché pareggiare contro la capolista sarebbe comunque un successo. Questa può essere un’arma in più per i salentini?
“Sì, certo. Anche perché il Lecce scenderà in campo conoscendo già i risultati di Cagliari e Parma. Guardando gli impegni che li attendono nelle ultime tre, e considerando che ormai il Monza è retrocesso ma Empoli e Venezia sono ancora lì, prendere un punto col Napoli sarebbe comunque un gran colpo. Però, ripeto: se il Napoli riesce a portare a casa questa partita, dà una scossa fortissima alla lotta scudetto".
Quanto incide il ritorno col Barcellona sulla mente dei calciatori dell’Inter?
“Pesa, eccome. E pesa anche nella testa dell’allenatore e dei dirigenti. Quella col Barcellona è forse l’appuntamento più importante della stagione. Io ho sempre pensato che, per caratteristiche, l’Inter sia una squadra che dà il meglio nei coppe, nelle competizioni secche. Negli ultimi anni ha dimostrato di andare sempre avanti in Europa. Questa sfida pesa tantissimo. Secondo me influirà anche nelle scelte di Simone Inzaghi, che dovrà gestire risorse e forze, considerando affaticamenti e infortuni. La gara col Barcellona vale una stagione. Vincere la Champions è il sogno di ogni calciatore, ma anche solo arrivare in finale è un traguardo enorme".
Da esperto di mercato, che idea si è fatto della situazione legata ad Antonio Conte? C’è davvero il rischio che lasci Napoli?
“Secondo me, dovrà avere un colloquio importante con la società che potrà essere chiarificatore in positivo o negativo. Conoscendo Conte, uno che quando raggiunge un obiettivo non si accontenta, ora che ha portato il Napoli in Champions — traguardo per nulla scontato — vorrà alzare l’asticella. Se dovesse vincere anche lo scudetto, servirà una programmazione all’altezza. Se De Laurentiis sarà disposto a sostenerla, allora Conte potrebbe anche rimanere e radicarsi a Napoli. Però, diciamolo chiaramente, la questione della cessione di Kvaratskhelia a gennaio ha creato uno scossone, una crepa tra le parti che si dovrà ricomporre. Conte è un maestro della comunicazione, con le sue parole ha alzato l’asticella volutamente, per tenere la squadra il più tranquilla possibile e lontana dalla pressione, che a Napoli è altissima. Parlando fuori dai denti, Conte è uno che capisce perfettamente quando un ciclo è finito. È successo alla Juventus, è successo in altre piazze, ed è successo anche a Spalletti proprio al Napoli: magari resti poco tempo, ma ottieni il massimo possibile. E quando capisci che per ottenere di più serve qualcosa di diverso, allora ti fai da parte. Se invece intravede una possibilità di crescita, allora resta. Ma è chiaro che per competere su tre fronti, serva una rosa profonda e di altissimo livello. Quest’anno l’Inter lo ha dimostrato. Il Napoli, invece, ha avuto il ‘vantaggio’ di giocare una sola competizione alla settimana".
di Napoli Magazine
02/05/2025 - 11:59
A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Danilo Caravello, agente FIFA.
Cosa cambia con il mercato aperto già a giugno?
“È una novità anche per noi, perché è la prima volta che succede una cosa del genere, quindi siamo tutti un po’ curiosi. Secondo me, in dieci giorni cambia poco, perché è una finestra talmente ristretta… però, nel caso i nostri club impegnati nel Mondiale abbiano bisogno di qualcosa, hanno comunque un periodo operativo. Il mercato, come sempre, per noi comincia non appena finiscono i campionati. Già tra aprile, maggio e giugno — anche se non ufficialmente — si comincia a parlare, a valutare cosa si può fare. L’apertura ufficiale resta il primo luglio, ma i contatti iniziano molto prima, anche per direttori sportivi e allenatori. Insomma, qualcosa si muove sempre".
Come vede la sfida tra Lecce e Napoli?
“Mancano poche partite alla fine e il Napoli ha tre punti di vantaggio sull’Inter, che martedì avrà anche la semifinale di ritorno col Barcellona, quindi questa contro il Lecce è un’occasione importantissima per mettere un altro tassello in un cammino che, fino a pochi giorni fa, sembrava quasi compromesso. Per me queste sono le partite più pericolose in assoluto, perché vai a giocare fuori casa, contro una squadra che lotta per salvarsi".
Il Lecce può giocare su due risultati su tre, perché pareggiare contro la capolista sarebbe comunque un successo. Questa può essere un’arma in più per i salentini?
“Sì, certo. Anche perché il Lecce scenderà in campo conoscendo già i risultati di Cagliari e Parma. Guardando gli impegni che li attendono nelle ultime tre, e considerando che ormai il Monza è retrocesso ma Empoli e Venezia sono ancora lì, prendere un punto col Napoli sarebbe comunque un gran colpo. Però, ripeto: se il Napoli riesce a portare a casa questa partita, dà una scossa fortissima alla lotta scudetto".
Quanto incide il ritorno col Barcellona sulla mente dei calciatori dell’Inter?
“Pesa, eccome. E pesa anche nella testa dell’allenatore e dei dirigenti. Quella col Barcellona è forse l’appuntamento più importante della stagione. Io ho sempre pensato che, per caratteristiche, l’Inter sia una squadra che dà il meglio nei coppe, nelle competizioni secche. Negli ultimi anni ha dimostrato di andare sempre avanti in Europa. Questa sfida pesa tantissimo. Secondo me influirà anche nelle scelte di Simone Inzaghi, che dovrà gestire risorse e forze, considerando affaticamenti e infortuni. La gara col Barcellona vale una stagione. Vincere la Champions è il sogno di ogni calciatore, ma anche solo arrivare in finale è un traguardo enorme".
Da esperto di mercato, che idea si è fatto della situazione legata ad Antonio Conte? C’è davvero il rischio che lasci Napoli?
“Secondo me, dovrà avere un colloquio importante con la società che potrà essere chiarificatore in positivo o negativo. Conoscendo Conte, uno che quando raggiunge un obiettivo non si accontenta, ora che ha portato il Napoli in Champions — traguardo per nulla scontato — vorrà alzare l’asticella. Se dovesse vincere anche lo scudetto, servirà una programmazione all’altezza. Se De Laurentiis sarà disposto a sostenerla, allora Conte potrebbe anche rimanere e radicarsi a Napoli. Però, diciamolo chiaramente, la questione della cessione di Kvaratskhelia a gennaio ha creato uno scossone, una crepa tra le parti che si dovrà ricomporre. Conte è un maestro della comunicazione, con le sue parole ha alzato l’asticella volutamente, per tenere la squadra il più tranquilla possibile e lontana dalla pressione, che a Napoli è altissima. Parlando fuori dai denti, Conte è uno che capisce perfettamente quando un ciclo è finito. È successo alla Juventus, è successo in altre piazze, ed è successo anche a Spalletti proprio al Napoli: magari resti poco tempo, ma ottieni il massimo possibile. E quando capisci che per ottenere di più serve qualcosa di diverso, allora ti fai da parte. Se invece intravede una possibilità di crescita, allora resta. Ma è chiaro che per competere su tre fronti, serva una rosa profonda e di altissimo livello. Quest’anno l’Inter lo ha dimostrato. Il Napoli, invece, ha avuto il ‘vantaggio’ di giocare una sola competizione alla settimana".