A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano La Verità. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Ieri un Napoli che, nella seconda frazione, ha cambiato registro contro il Genoa. Come giudica la prestazione di Mathías Olivera?
“Ha mancato l’appuntamento, è chiaro. Quest’anno gioca di meno, c’è Spinazzola e questo è il motivo principale. Olivera è un giocatore solitamente molto affidabile, ma ieri ha commesso un errore grave sul gol genoano. Non bisogna metterlo alla gogna, però effettivamente ha rischiato di compromettere una partita che, per fortuna, si è poi messa sui binari giusti e il Napoli è riuscito a portarla a casa".
Anche grazie agli ingressi di De Bruyne e Spinazzola. È d’accordo che la pericolosità del belga aumenti proporzionalmente alla vicinanza con la porta?
“Sì, sono d’accordo, De Bruyne è letale vicino alla porta. Però voglio fare una premessa, se mi consenti. Nel primo tempo, il Napoli è stato imbarazzante, ma nel secondo tempo la partita va letta alla luce di un aspetto che ho notato: il Genoa ha fatto un pressing a tutto campo, forse il più dispendioso che abbia visto quest’anno. Era inevitabile che poi pagasse dazio dal punto di vista fisico. Il Napoli è venuto fuori anche perché il Genoa è calato, nessuna squadra al mondo può mantenere quel ritmo per novanta minuti. Quindi era inevitabile che, nella ripresa, quel tipo di pressing li spegnesse un po’, e quando l’avversario non ha più la forza di raddoppiare, ogni pallone che De Bruyne tocca diventa potenzialmente decisivo. Ho la sensazione che sia lui stesso a scegliersi la posizione in campo. Non credo riceva dettami tattici rigidi: Conte gli lascia carta bianca. È uno di quei giocatori che decide da solo quando salire, quando abbassarsi a prendere palla. Va a prendersela sui piedi del compagno, non aspetta il passaggio. È come un fattorino che ritira il pacco a domicilio, e questo mi fa impazzire. È straordinario".
Restando sul tema, gli infortuni cominciano a essere tanti, soprattutto di natura muscolare. Secondo lei, cosa non sta funzionando nel lavoro di Antonio Conte?
“Parto da Politano, e la vera mancanza di quest’anno nel Napoli è il suo sostituto. Non ce l’abbiamo. Politano, da esterno d’attacco, di fatto gioca da esterno di centrocampo, è generoso, corre su e giù per tutta la fascia da sei, otto partite consecutive, comprese quelle di Champions, ma è umano: prima o poi il fisico cede. Era inevitabile che, con quel carico di lavoro, arrivassero infortuni muscolari. Poi, numericamente, gli infortuni muscolari del Napoli sono più alti rispetto alle altre squadre che giocano le coppe. Potrebbe esserci una preparazione fisica più pesante, ma non te lo so dire con certezza. Magari la preparazione è un po’ più dura, l’importante è avere alternative e, da questo punto di vista, l’unica mancanza è il sostituto di Politano".
Come ha visto il Napoli col cambio modulo?
“Il primo tempo del Napoli è stato pessimo, male tutti, proprio tutti. Ma va detto che si arrivava alla terza partita in una settimana: benvenuti nel mondo delle tre gare in sette giorni, delle quali, l’anno scorso, avevamo invece beneficiato. Conte, si sa, è restio a fare troppi cambi, ma ieri ha dovuto farli, anche per gestire le forze. Il cambio modulo, secondo me, non è stato tanto per cambiare manovra, quanto per ruotare i cosiddetti fantastici quattro. È impossibile pensare che giochino sessanta partite l’anno. Ci sono troppi infortuni, bisogna organizzarsi".
Sul gol subito, Beukema avrebbe potuto fare qualcosa in più sul colpo di tacco di Ekhator, o era un gesto imprevedibile?
“No, lì non poteva farci nulla. Tanti meriti ad Ekhator, ma nessuna colpa a difensore o portiere.”
di Napoli Magazine
06/10/2025 - 11:52
A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano La Verità. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Ieri un Napoli che, nella seconda frazione, ha cambiato registro contro il Genoa. Come giudica la prestazione di Mathías Olivera?
“Ha mancato l’appuntamento, è chiaro. Quest’anno gioca di meno, c’è Spinazzola e questo è il motivo principale. Olivera è un giocatore solitamente molto affidabile, ma ieri ha commesso un errore grave sul gol genoano. Non bisogna metterlo alla gogna, però effettivamente ha rischiato di compromettere una partita che, per fortuna, si è poi messa sui binari giusti e il Napoli è riuscito a portarla a casa".
Anche grazie agli ingressi di De Bruyne e Spinazzola. È d’accordo che la pericolosità del belga aumenti proporzionalmente alla vicinanza con la porta?
“Sì, sono d’accordo, De Bruyne è letale vicino alla porta. Però voglio fare una premessa, se mi consenti. Nel primo tempo, il Napoli è stato imbarazzante, ma nel secondo tempo la partita va letta alla luce di un aspetto che ho notato: il Genoa ha fatto un pressing a tutto campo, forse il più dispendioso che abbia visto quest’anno. Era inevitabile che poi pagasse dazio dal punto di vista fisico. Il Napoli è venuto fuori anche perché il Genoa è calato, nessuna squadra al mondo può mantenere quel ritmo per novanta minuti. Quindi era inevitabile che, nella ripresa, quel tipo di pressing li spegnesse un po’, e quando l’avversario non ha più la forza di raddoppiare, ogni pallone che De Bruyne tocca diventa potenzialmente decisivo. Ho la sensazione che sia lui stesso a scegliersi la posizione in campo. Non credo riceva dettami tattici rigidi: Conte gli lascia carta bianca. È uno di quei giocatori che decide da solo quando salire, quando abbassarsi a prendere palla. Va a prendersela sui piedi del compagno, non aspetta il passaggio. È come un fattorino che ritira il pacco a domicilio, e questo mi fa impazzire. È straordinario".
Restando sul tema, gli infortuni cominciano a essere tanti, soprattutto di natura muscolare. Secondo lei, cosa non sta funzionando nel lavoro di Antonio Conte?
“Parto da Politano, e la vera mancanza di quest’anno nel Napoli è il suo sostituto. Non ce l’abbiamo. Politano, da esterno d’attacco, di fatto gioca da esterno di centrocampo, è generoso, corre su e giù per tutta la fascia da sei, otto partite consecutive, comprese quelle di Champions, ma è umano: prima o poi il fisico cede. Era inevitabile che, con quel carico di lavoro, arrivassero infortuni muscolari. Poi, numericamente, gli infortuni muscolari del Napoli sono più alti rispetto alle altre squadre che giocano le coppe. Potrebbe esserci una preparazione fisica più pesante, ma non te lo so dire con certezza. Magari la preparazione è un po’ più dura, l’importante è avere alternative e, da questo punto di vista, l’unica mancanza è il sostituto di Politano".
Come ha visto il Napoli col cambio modulo?
“Il primo tempo del Napoli è stato pessimo, male tutti, proprio tutti. Ma va detto che si arrivava alla terza partita in una settimana: benvenuti nel mondo delle tre gare in sette giorni, delle quali, l’anno scorso, avevamo invece beneficiato. Conte, si sa, è restio a fare troppi cambi, ma ieri ha dovuto farli, anche per gestire le forze. Il cambio modulo, secondo me, non è stato tanto per cambiare manovra, quanto per ruotare i cosiddetti fantastici quattro. È impossibile pensare che giochino sessanta partite l’anno. Ci sono troppi infortuni, bisogna organizzarsi".
Sul gol subito, Beukema avrebbe potuto fare qualcosa in più sul colpo di tacco di Ekhator, o era un gesto imprevedibile?
“No, lì non poteva farci nulla. Tanti meriti ad Ekhator, ma nessuna colpa a difensore o portiere.”