Il Napoli di Antonio Conte è tornato. Nel momento più buio, forse più inaspettato e nella maniera più rocambolesca i campioni d'Italia in carica hanno gonfiato il petto contro l'avversario di tutta la stagione scorsa. Tra una polemica e l'altra, tra una scintilla e una provocazione anche sopra le righe dei protagonisti, gli Azzurri hanno ritrovato quell'anima che nelle ultime settimane, tra San Siro ed Eindhoven passando per Torino, sembrava ormai un lontano ricordo. Lo ha fatto paradossalmente dopo l'ennesima cattiva notizia di questi primi mesi di stagione, l'infortunio (grave?) di Kevin De Bruyne al netto dell'1-0 su rigore. Sì, perché se è vero che il Napoli proprio per il gol dal dischetto del belga in occasione del clamoroso infortunio è andato all'intervallo in vantaggio, è nella ripresa che si è rivista la ferocia tipica delle squadre di Conte dopo un primo tempo superficiale, con poca compattezza ed enorme difficoltà sugli attacchi dell'Inter di Chivu.
Una situazione completamente capovolta al rientro dagli spogliatoi dopo la pausa. Senza De Bruyne - per dare materiale a chi critica il belga dal giorno uno di precampionato - e con lo spostamento in mezzo al campo di McTominay, più nel vivo della manovra e opposto ad Anguissa, il Napoli ha ritrovato di colpo la compattezza dei giorni migliori, ma soprattutto quel cuore e quel sacrificio che nel campionato scorso ha portato fino al trionfo finale ogni oltre possibile ostacolo.
Qualcosa è cambiato nel momento in cui le ferite avrebbero dovuto aizzare l'Inter, pronta - per dirla alla Conte - ad "ammazzare" una squadra in difficoltà. Invece le distanze tra i reparti sono tornate ad essere quelle giuste, la corsa in più per il compagno e soprattutto quell'unione di intenti che alla fine ha fatto la differenza quando gli animi dentro e fuori dal campo si sono surriscaldati. Una casualità? Qualcuno direbbe di no, ma sarà il campo a dire se e come il Napoli senza un'altra pedina chiave tornerà ad essere rabbioso e difficile da affrontare. Sicuramente però Conte ha avuto una prima enorme risposta e con il tecnico anche il pubblico azzurro: nonostante gli infortuni, tanti probabilmente troppi, il Napoli non si è fermato nelle difficoltà e tutti hanno sudato la maglia.
Dal secondo tempo del Maradona deve ripartire la squadra campione d'Italia, quasi come una metafora della serata e della stagione. A fine ottobre è già tempo di dimenticare la prima parte un po' così, zoppicante, e ripartire con le proprie armi fatte di mentalità, agonismo e tantissimo sacrificio. Alla Antonio Conte, insomma.
di Napoli Magazine
26/10/2025 - 17:48
Il Napoli di Antonio Conte è tornato. Nel momento più buio, forse più inaspettato e nella maniera più rocambolesca i campioni d'Italia in carica hanno gonfiato il petto contro l'avversario di tutta la stagione scorsa. Tra una polemica e l'altra, tra una scintilla e una provocazione anche sopra le righe dei protagonisti, gli Azzurri hanno ritrovato quell'anima che nelle ultime settimane, tra San Siro ed Eindhoven passando per Torino, sembrava ormai un lontano ricordo. Lo ha fatto paradossalmente dopo l'ennesima cattiva notizia di questi primi mesi di stagione, l'infortunio (grave?) di Kevin De Bruyne al netto dell'1-0 su rigore. Sì, perché se è vero che il Napoli proprio per il gol dal dischetto del belga in occasione del clamoroso infortunio è andato all'intervallo in vantaggio, è nella ripresa che si è rivista la ferocia tipica delle squadre di Conte dopo un primo tempo superficiale, con poca compattezza ed enorme difficoltà sugli attacchi dell'Inter di Chivu.
Una situazione completamente capovolta al rientro dagli spogliatoi dopo la pausa. Senza De Bruyne - per dare materiale a chi critica il belga dal giorno uno di precampionato - e con lo spostamento in mezzo al campo di McTominay, più nel vivo della manovra e opposto ad Anguissa, il Napoli ha ritrovato di colpo la compattezza dei giorni migliori, ma soprattutto quel cuore e quel sacrificio che nel campionato scorso ha portato fino al trionfo finale ogni oltre possibile ostacolo.
Qualcosa è cambiato nel momento in cui le ferite avrebbero dovuto aizzare l'Inter, pronta - per dirla alla Conte - ad "ammazzare" una squadra in difficoltà. Invece le distanze tra i reparti sono tornate ad essere quelle giuste, la corsa in più per il compagno e soprattutto quell'unione di intenti che alla fine ha fatto la differenza quando gli animi dentro e fuori dal campo si sono surriscaldati. Una casualità? Qualcuno direbbe di no, ma sarà il campo a dire se e come il Napoli senza un'altra pedina chiave tornerà ad essere rabbioso e difficile da affrontare. Sicuramente però Conte ha avuto una prima enorme risposta e con il tecnico anche il pubblico azzurro: nonostante gli infortuni, tanti probabilmente troppi, il Napoli non si è fermato nelle difficoltà e tutti hanno sudato la maglia.
Dal secondo tempo del Maradona deve ripartire la squadra campione d'Italia, quasi come una metafora della serata e della stagione. A fine ottobre è già tempo di dimenticare la prima parte un po' così, zoppicante, e ripartire con le proprie armi fatte di mentalità, agonismo e tantissimo sacrificio. Alla Antonio Conte, insomma.