A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto, in esclusiva radiofonica nazionale, Ivano Trotta, allenatore ed ex centrocampista, tra le tante, di Napoli e Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.
La Juventus ha reagito: ha vinto con la Cremonese e ha ottenuto un buon pareggio in Champions League. Forse la rosa non seguiva più Tudor?
“Non so se davvero non seguisse più Tudor, però nel calcio di oggi l’allenatore fa la differenza. Non può cambiare tutto in pochi giorni, ma sicuramente può dare stimoli diversi. E Spalletti, secondo me, lo ha fatto. I giocatori hanno la convinzione che sia arrivato un allenatore top, con un curriculum importante, e che quindi sappia come gestire determinate situazioni, soprattutto in uno spogliatoio con giocatori di alto livello. Alcuni di loro, però, per motivi diversi, non sono ancora al top della condizione. Ecco, questo è il compito di Spalletti: rimettere tutti in carreggiata. I calciatori ci sono e si è già visto un cambiamento, soprattutto nell’approccio e nella motivazione. Non so se non seguissero più Tudor, ma probabilmente non era l’allenatore giusto per una ripartenza, non per mancanza di capacità, ma per esperienza. Alla Juve serve un tecnico pronto subito, capace di rimettere la squadra dove merita di stare, per ambizione e per storia. E aggiungo: la Juve ha una rosa importante che spesso viene sottovalutata".
Con Luciano Spalletti in panchina si rilanciano anche le ambizioni scudetto per la Juventus?
“Io, appena l’hanno preso, ho pensato proprio questo. Sicuramente — poi magari mi sbaglierò — la Juve si qualificherà in Champions, ne sono sicuro. Per quanto riguarda lo scudetto, beh, è un obiettivo importante, e servono tanti fattori che si incastrino nel modo giusto. Non so se Spalletti avrà il tempo necessario per recuperare terreno, ma la Juventus sarà certamente fastidiosa per tutti, restando tra le prime quattro fino alla fine".
Dopo il pareggio contro l’Eintracht Francoforte, Conte ha detto che il club deve crescere anche dal punto di vista dello staff sanitario, medico e fisioterapico. Ha scaricato il barile?
“Diciamo che è nel suo stile. Conte interpreta sempre così le conferenze: diretto, schietto. Non mi sorprende. Ho sentito anche le sue parole sul fatto che l’Eintracht fosse venuto a fare il catenaccio… in realtà hanno fatto la partita che dovevano fare, perché questa squadra ha preso 19 gol solo in Bundesliga in nove gare. Non può venire a Napoli e giocare a viso aperto. Il Napoli, però, non è stato incisivo. A differenza del Como, che oggi mette in difficoltà chiunque, il pareggio contro l’Eintracht io lo considero un passo falso. Sono due punti persi. Il Napoli segna poco, e non è solo un fatto di assenze: prima si diceva che il problema fosse De Bruyne, ora che manca lui non si segna comunque. Bisogna essere coerenti nei giudizi. Il Napoli ha una rosa forte, costruita per competere su tutti i fronti. Ci sono stati troppi infortuni, è vero, ma il punto è che non si è ancora trovata una vera identità. Il Napoli che ho visto con l’Inter — dominante, aggressivo, con il pallino del gioco — oggi non si vede più. E mancano i gol degli attaccanti: è vero che “l’importante è che segni qualcuno”, ma se hai speso tanto per giocatori offensivi, è giusto che siano loro a fare la differenza. Per rispondere alla domanda dello scaricabarile, secondo me, in un club così importante ognuno deve fare il proprio. Gli infortuni vanno gestiti dallo staff sanitario: tempi, recuperi, modalità. Ai miei tempi, appena sentivi un fastidio muscolare, la prima tappa era la sala medica, dove dottore, fisioterapista e massaggiatore ti valutavano e poi parlavano con il mister per decidere. Oggi immagino sia tutto ancora più strutturato. Non credo che Conte faccia allenare un giocatore mezzo infortunato senza il via libera dei medici. A noi non succedeva mai di scendere in campo con un dolore senza passare prima dal reparto medico. Quindi non penso che Conte abbia sbagliato in questo. Magari ha solo voluto sottolineare che serva maggiore coordinazione.”
Se il Napoli è oggi primo in Europa per infortuni muscolari, si può dire che qualcosa sia mancato anche nella preparazione atletica e nella gestione degli allenamenti settimanali?
“Questo è un discorso diverso. Sì, in questo caso è lo staff tecnico e non sanitario a doversi fare delle domande. Se ci sono troppi infortuni, un motivo c’è. I fattori possono essere tanti, ma quando parliamo di infortuni importanti — come quelli di De Bruyne e Lukaku — bisogna capire perché accadono e come evitarli. Conte non è certo un allenatore alle prime armi: da Bari a Siena fino ai top club, i suoi metodi sono sempre stati molto intensi, e i risultati gli hanno dato ragione. Forse oggi paga un momento negativo, ma sicuramente è giusto che lo staff si interroghi e provi a correggere qualcosa".
di Napoli Magazine
06/11/2025 - 11:53
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto, in esclusiva radiofonica nazionale, Ivano Trotta, allenatore ed ex centrocampista, tra le tante, di Napoli e Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.
La Juventus ha reagito: ha vinto con la Cremonese e ha ottenuto un buon pareggio in Champions League. Forse la rosa non seguiva più Tudor?
“Non so se davvero non seguisse più Tudor, però nel calcio di oggi l’allenatore fa la differenza. Non può cambiare tutto in pochi giorni, ma sicuramente può dare stimoli diversi. E Spalletti, secondo me, lo ha fatto. I giocatori hanno la convinzione che sia arrivato un allenatore top, con un curriculum importante, e che quindi sappia come gestire determinate situazioni, soprattutto in uno spogliatoio con giocatori di alto livello. Alcuni di loro, però, per motivi diversi, non sono ancora al top della condizione. Ecco, questo è il compito di Spalletti: rimettere tutti in carreggiata. I calciatori ci sono e si è già visto un cambiamento, soprattutto nell’approccio e nella motivazione. Non so se non seguissero più Tudor, ma probabilmente non era l’allenatore giusto per una ripartenza, non per mancanza di capacità, ma per esperienza. Alla Juve serve un tecnico pronto subito, capace di rimettere la squadra dove merita di stare, per ambizione e per storia. E aggiungo: la Juve ha una rosa importante che spesso viene sottovalutata".
Con Luciano Spalletti in panchina si rilanciano anche le ambizioni scudetto per la Juventus?
“Io, appena l’hanno preso, ho pensato proprio questo. Sicuramente — poi magari mi sbaglierò — la Juve si qualificherà in Champions, ne sono sicuro. Per quanto riguarda lo scudetto, beh, è un obiettivo importante, e servono tanti fattori che si incastrino nel modo giusto. Non so se Spalletti avrà il tempo necessario per recuperare terreno, ma la Juventus sarà certamente fastidiosa per tutti, restando tra le prime quattro fino alla fine".
Dopo il pareggio contro l’Eintracht Francoforte, Conte ha detto che il club deve crescere anche dal punto di vista dello staff sanitario, medico e fisioterapico. Ha scaricato il barile?
“Diciamo che è nel suo stile. Conte interpreta sempre così le conferenze: diretto, schietto. Non mi sorprende. Ho sentito anche le sue parole sul fatto che l’Eintracht fosse venuto a fare il catenaccio… in realtà hanno fatto la partita che dovevano fare, perché questa squadra ha preso 19 gol solo in Bundesliga in nove gare. Non può venire a Napoli e giocare a viso aperto. Il Napoli, però, non è stato incisivo. A differenza del Como, che oggi mette in difficoltà chiunque, il pareggio contro l’Eintracht io lo considero un passo falso. Sono due punti persi. Il Napoli segna poco, e non è solo un fatto di assenze: prima si diceva che il problema fosse De Bruyne, ora che manca lui non si segna comunque. Bisogna essere coerenti nei giudizi. Il Napoli ha una rosa forte, costruita per competere su tutti i fronti. Ci sono stati troppi infortuni, è vero, ma il punto è che non si è ancora trovata una vera identità. Il Napoli che ho visto con l’Inter — dominante, aggressivo, con il pallino del gioco — oggi non si vede più. E mancano i gol degli attaccanti: è vero che “l’importante è che segni qualcuno”, ma se hai speso tanto per giocatori offensivi, è giusto che siano loro a fare la differenza. Per rispondere alla domanda dello scaricabarile, secondo me, in un club così importante ognuno deve fare il proprio. Gli infortuni vanno gestiti dallo staff sanitario: tempi, recuperi, modalità. Ai miei tempi, appena sentivi un fastidio muscolare, la prima tappa era la sala medica, dove dottore, fisioterapista e massaggiatore ti valutavano e poi parlavano con il mister per decidere. Oggi immagino sia tutto ancora più strutturato. Non credo che Conte faccia allenare un giocatore mezzo infortunato senza il via libera dei medici. A noi non succedeva mai di scendere in campo con un dolore senza passare prima dal reparto medico. Quindi non penso che Conte abbia sbagliato in questo. Magari ha solo voluto sottolineare che serva maggiore coordinazione.”
Se il Napoli è oggi primo in Europa per infortuni muscolari, si può dire che qualcosa sia mancato anche nella preparazione atletica e nella gestione degli allenamenti settimanali?
“Questo è un discorso diverso. Sì, in questo caso è lo staff tecnico e non sanitario a doversi fare delle domande. Se ci sono troppi infortuni, un motivo c’è. I fattori possono essere tanti, ma quando parliamo di infortuni importanti — come quelli di De Bruyne e Lukaku — bisogna capire perché accadono e come evitarli. Conte non è certo un allenatore alle prime armi: da Bari a Siena fino ai top club, i suoi metodi sono sempre stati molto intensi, e i risultati gli hanno dato ragione. Forse oggi paga un momento negativo, ma sicuramente è giusto che lo staff si interroghi e provi a correggere qualcosa".