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RADIO RADIO - Auricchio: "A Napoli una dinamica da cuore infranto, le prossime due partite sono davvero la giusta terapia d'urto"
13.11.2019 12:02 di Napoli Magazine

NAPOLI - Attilio Auricchio Capo di Gabinetto del Sindaco di Napoli è intervenuto nel programma “Radio Radio Mattino Sport & News” in onda su Radio Radio e Radio Radio TV.


Che succede al Napoli e a Napoli?


“Io direi semplicemente che c’è un cuore infranto. Il grande affetto, il grande tifo per la squadra e per i calciatori i questi ultimi anni si è sentito un po’ tradito da quella levata di scudi dopo la serata di Champions League con il Salisburgo. Da quel momento è partita e si è scatenata una dinamica da affetto infranto. Si vanno ad infilare tutta una serie di concetti che vengono montati strumentalizzati che però fanno parte del gioco complessivo. Debbo dire che il Napoli quest’anno a cominciare da quell’episodio clamorosamente sfortunato dell’autogoal di Koulibaly a Torino e l’incredibile recupero dal tre a zero a Torino che non è proprio un fatto scontato. Da quel momento in poi si sono incasellate una serie di episodi sfortunati, negativi, se non vado errato e il Napoli è prima nella classifica dei pali e delle traverse. E poi siamo rimasti tutti fermi su quei tre due centimetri di pallone del portiere del Genoa sabato sera. Faccio questa parabola per disegnare il cuore infranto di tutti i tifosi. Tutti voi sapete che a Napoli il calcio è passione, è amore e come tutti sentimenti forti, quando vengono infranti, scatta anche l’odio, un po’ di disfattismo, sentimenti negativi. Chiaramente c’è tutto un mondo legato alla comunicazione con i social che a volte strumentalizzano, c’è un presidente che a volte è amato, a volte particolarmente non amato. Ci sono una serie di dinamiche che sono implose dopo una serie di risultati negativi. Perché voi sapete bene che il calcio è condizionato dai risultati che in questo mancano in questo momento al Napoli”
 

 

Come se ne esce c’è la possibilità di uscirne in maniera indolore?
“Secondo me c’è una sola terapia, un po’ l’ha disegnata il Presidente dicendo – due partite fondamentali: San Siro con il Milan e la Champions a Liverpool per cogliere la qualificazione prima della partita finale con il Genk  - Queste due partite possono cambiare la stagione, possono ricompattare la squadra e possono in qualche modo restituire una dignità sportiva che tutti quanti voi riconoscete alla squadra che è una squadra di campioni. Queste due partite sono la terapia d’urto più vicina e più pratica: se Ancelotti riesce a ricompattare la squadra e porta a casa due risultati importanti, secondo me e secondo la maggior parte dei tifosi, può andare a completare la stagione che comunque si preannuncia non esaltante e devo dire che recuperarla diventa difficilissimo. Il recupero più a portata di mano è il quarto posto, ci sono margini per raggiungerlo ma solo se si ricompatta la squadra. Se invece continua così è chiaro che la situazione diventa complicata e si dovrà mettere mano anche alla conduzione tecnica”.


 
Oramai la vulgata soprattutto fuori Napoli è quella che Napoli sia una città invivibile per i giocatori, si parla addirittura di Camorra
“Questa cosa è aizzata da una serie di canali ma non c’è nulla di tutto questo. Le aggressioni, le fantomatiche pressioni camorristiche, fanno parte un po’ del colore ma non c’è nulla di tutto questo. Napoli è una città con le difficoltà di una grande metropoli ma l’affetto che c’è stato in questi anni intorno alla squadra è un affetto privo di ogni possibile dubbio. Il tentato furto poi…ho visto i dati dei furti subiti dai giocatori di tutte le squadre di calcio e il Napoli è all’ultimo posto. Spesso viene enfatizzato. Io ci tengo a ribadire che la città è come se stesse vivendo un amore infranto, un amore tradito e questo produce una serie di malcontenti e di dinamiche che solo la terapia d’urto del risultato calcistico può andare a sanare”

 


Lei che futuro vede per il Napoli,  se dovessero andare via campioni come Allan, Insigne, Mertens… lei come rappresentante del Comune di Napoli non sarebbe preoccupato per il futuro della squadra?
 
“io conosco ben il presidente, non farebbe mai una svendita a saldi dei calciatori, questa dinamica d’immaginare epurazioni è  fortemente esaltata dai media, ma il presidente non svenderebbe senza una valutazione di un impatto economico finanziario. Il futuro del Napoli è fortemente in mano al presidente. Ho letto in questi giorni di queste fantomatiche offerte di emiri, petrolieri russi ecc, che tornano ciclicamente. La società è saldamente in mano di De Laurentiis che può essere criticato, ci mancherebbe, ma che ha dimostrato di poter condurre saldamente una squadra a massimi livelli del campionato italiano e a ottimi livelli di calcio europeo. Quindi su questo credo che il futuro sia garantito da queste condizioni. Adesso poi è chiaro che certamente l’obiettivo è quello di portare a termine nella maniera più altisonante e dignitosa possibile una stagione che come si dice a Napoli si è “storzellata“ (traduzione: ha preso una piega inattesa) per via dei risultati. Una situazione che si può recuperare facendo risultato nelle prossime due partite, come ho detto prima, se ciò non dovesse accadere è chiaro che il presidente dovrà fare una valutazione sulla conduzione tecnica, questo mi sembra innegabile. Ha appaltato completamente la gestione tecnica a Carlo Ancelotti, quindi se i risultati dovessero continuare a mancare in maniera così clamorosa, è chiaro che la conclusione si debba trarre in modo automatico. C’è una serie di risultati negativi che sono maturati anche per questioni di testa e dalla mancanza di concentrazione da parte della squadra, se ci si riesce  la squadra può recuperare altrimenti la conclusione è abbastanza scontata".

 


Da quello che le risulta corrisponde al vero che Mertens si sarebbe già accordato conl’Inter?
“Su Mertens all’Inter siamo rimasti increduli, anche perché chi ha visto le ultime  partite del Napoli ha visto un calciatore che si è caricato sulle spalle la squadra, con il Salisburgo, con il Genoa e anche con la Roma non ha visto un giocatore frustrato con difficoltà mentali anzi, quindi il fatto che si sia già accordato con l’Inter oggettivamente mi sembra una cosa fuori dalla realtà. Anche se il calcio ci ha insegnato che esistono certe dinamiche, mi sentirei di escluderlo. Mertens rappresenta per il calcio napoletano un baluardo forse più dello stesso Insigne. Ad un accordo già siglato con l’Inter non ci credo io e non ci crede nessuno”


 
Il rapporto De Magistris - De Laurentiis è stato spesso caratterizzato da alti e bassi, in questo momento com’è?
“E’ altissimo. Abbiamo chiuso da poco un accordo per la convenzione della concessione a dieci anni per l’uso stadio San Poalo. Chi conosce bene il presidente sa bene che è un uomo di grandi alti e bassi, mantenere un rapporto equilibrato e coerente per tanti anni è sostanzialmente impossibile. E così è stato anche il rapporto con l’amministrazione. Ma devo dire che adesso non ci sono situazioni di particolare difficoltà, anzi…”

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Che succede al Napoli e a Napoli?


“Io direi semplicemente che c’è un cuore infranto. Il grande affetto, il grande tifo per la squadra e per i calciatori i questi ultimi anni si è sentito un po’ tradito da quella levata di scudi dopo la serata di Champions League con il Salisburgo. Da quel momento è partita e si è scatenata una dinamica da affetto infranto. Si vanno ad infilare tutta una serie di concetti che vengono montati strumentalizzati che però fanno parte del gioco complessivo. Debbo dire che il Napoli quest’anno a cominciare da quell’episodio clamorosamente sfortunato dell’autogoal di Koulibaly a Torino e l’incredibile recupero dal tre a zero a Torino che non è proprio un fatto scontato. Da quel momento in poi si sono incasellate una serie di episodi sfortunati, negativi, se non vado errato e il Napoli è prima nella classifica dei pali e delle traverse. E poi siamo rimasti tutti fermi su quei tre due centimetri di pallone del portiere del Genoa sabato sera. Faccio questa parabola per disegnare il cuore infranto di tutti i tifosi. Tutti voi sapete che a Napoli il calcio è passione, è amore e come tutti sentimenti forti, quando vengono infranti, scatta anche l’odio, un po’ di disfattismo, sentimenti negativi. Chiaramente c’è tutto un mondo legato alla comunicazione con i social che a volte strumentalizzano, c’è un presidente che a volte è amato, a volte particolarmente non amato. Ci sono una serie di dinamiche che sono implose dopo una serie di risultati negativi. Perché voi sapete bene che il calcio è condizionato dai risultati che in questo mancano in questo momento al Napoli”
 

 

Come se ne esce c’è la possibilità di uscirne in maniera indolore?
“Secondo me c’è una sola terapia, un po’ l’ha disegnata il Presidente dicendo – due partite fondamentali: San Siro con il Milan e la Champions a Liverpool per cogliere la qualificazione prima della partita finale con il Genk  - Queste due partite possono cambiare la stagione, possono ricompattare la squadra e possono in qualche modo restituire una dignità sportiva che tutti quanti voi riconoscete alla squadra che è una squadra di campioni. Queste due partite sono la terapia d’urto più vicina e più pratica: se Ancelotti riesce a ricompattare la squadra e porta a casa due risultati importanti, secondo me e secondo la maggior parte dei tifosi, può andare a completare la stagione che comunque si preannuncia non esaltante e devo dire che recuperarla diventa difficilissimo. Il recupero più a portata di mano è il quarto posto, ci sono margini per raggiungerlo ma solo se si ricompatta la squadra. Se invece continua così è chiaro che la situazione diventa complicata e si dovrà mettere mano anche alla conduzione tecnica”.


 
Oramai la vulgata soprattutto fuori Napoli è quella che Napoli sia una città invivibile per i giocatori, si parla addirittura di Camorra
“Questa cosa è aizzata da una serie di canali ma non c’è nulla di tutto questo. Le aggressioni, le fantomatiche pressioni camorristiche, fanno parte un po’ del colore ma non c’è nulla di tutto questo. Napoli è una città con le difficoltà di una grande metropoli ma l’affetto che c’è stato in questi anni intorno alla squadra è un affetto privo di ogni possibile dubbio. Il tentato furto poi…ho visto i dati dei furti subiti dai giocatori di tutte le squadre di calcio e il Napoli è all’ultimo posto. Spesso viene enfatizzato. Io ci tengo a ribadire che la città è come se stesse vivendo un amore infranto, un amore tradito e questo produce una serie di malcontenti e di dinamiche che solo la terapia d’urto del risultato calcistico può andare a sanare”

 


Lei che futuro vede per il Napoli,  se dovessero andare via campioni come Allan, Insigne, Mertens… lei come rappresentante del Comune di Napoli non sarebbe preoccupato per il futuro della squadra?
 
“io conosco ben il presidente, non farebbe mai una svendita a saldi dei calciatori, questa dinamica d’immaginare epurazioni è  fortemente esaltata dai media, ma il presidente non svenderebbe senza una valutazione di un impatto economico finanziario. Il futuro del Napoli è fortemente in mano al presidente. Ho letto in questi giorni di queste fantomatiche offerte di emiri, petrolieri russi ecc, che tornano ciclicamente. La società è saldamente in mano di De Laurentiis che può essere criticato, ci mancherebbe, ma che ha dimostrato di poter condurre saldamente una squadra a massimi livelli del campionato italiano e a ottimi livelli di calcio europeo. Quindi su questo credo che il futuro sia garantito da queste condizioni. Adesso poi è chiaro che certamente l’obiettivo è quello di portare a termine nella maniera più altisonante e dignitosa possibile una stagione che come si dice a Napoli si è “storzellata“ (traduzione: ha preso una piega inattesa) per via dei risultati. Una situazione che si può recuperare facendo risultato nelle prossime due partite, come ho detto prima, se ciò non dovesse accadere è chiaro che il presidente dovrà fare una valutazione sulla conduzione tecnica, questo mi sembra innegabile. Ha appaltato completamente la gestione tecnica a Carlo Ancelotti, quindi se i risultati dovessero continuare a mancare in maniera così clamorosa, è chiaro che la conclusione si debba trarre in modo automatico. C’è una serie di risultati negativi che sono maturati anche per questioni di testa e dalla mancanza di concentrazione da parte della squadra, se ci si riesce  la squadra può recuperare altrimenti la conclusione è abbastanza scontata".

 


Da quello che le risulta corrisponde al vero che Mertens si sarebbe già accordato conl’Inter?
“Su Mertens all’Inter siamo rimasti increduli, anche perché chi ha visto le ultime  partite del Napoli ha visto un calciatore che si è caricato sulle spalle la squadra, con il Salisburgo, con il Genoa e anche con la Roma non ha visto un giocatore frustrato con difficoltà mentali anzi, quindi il fatto che si sia già accordato con l’Inter oggettivamente mi sembra una cosa fuori dalla realtà. Anche se il calcio ci ha insegnato che esistono certe dinamiche, mi sentirei di escluderlo. Mertens rappresenta per il calcio napoletano un baluardo forse più dello stesso Insigne. Ad un accordo già siglato con l’Inter non ci credo io e non ci crede nessuno”


 
Il rapporto De Magistris - De Laurentiis è stato spesso caratterizzato da alti e bassi, in questo momento com’è?
“E’ altissimo. Abbiamo chiuso da poco un accordo per la convenzione della concessione a dieci anni per l’uso stadio San Poalo. Chi conosce bene il presidente sa bene che è un uomo di grandi alti e bassi, mantenere un rapporto equilibrato e coerente per tanti anni è sostanzialmente impossibile. E così è stato anche il rapporto con l’amministrazione. Ma devo dire che adesso non ci sono situazioni di particolare difficoltà, anzi…”