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SKY - Krol: "Il Napoli ha perso contro sé stesso, troppi errori, poca comunicazione, mancanza di fiducia, così una squadra forte si disunisce"
23.10.2025 12:22 di Napoli Magazine Fonte: Gianlucadimarzio.com
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Ruud Krol, ex leggenda di Napoli e Ajax, ha analizzato ai microfoni di gianlucadimarzio.com la sconfitta di Eindhoven. Ruud Krol parla con la calma di chi ha attraversato il calcio in tutte le sue forme: da leader dell’Ajax e della nazionale olandese a colonna del Napoli. Oggi guarda il Napoli con equilibrio e realismo, conoscendo bene la passione che lo circonda e le sfide che accompagnano ogni ripartenza.

“Il Napoli non ha perso contro il PSV, ma contro sé stesso”, ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com. “Troppi errori, poca comunicazione, mancanza di fiducia. Così una squadra forte si disunisce, anche se ha la qualità per vincere”.

Krol osserva la partita di Eindhoven con lo sguardo di un allenatore e il cuore di chi Napoli l’ha vissuta. Il Napoli aveva iniziato bene, poi dopo il gol di McTominay e l’autorete di Buongiorno ha perso sicurezza e organizzazione, concedendo troppo. Anche il PSV, però, è in piena ricostruzione. Dopo un’estate di profondi cambiamenti, con sei cessioni e tanti volti nuovi, la squadra olandese sta cercando la propria identità. Ma ieri ha trovato più equilibrio, più calma, più fiducia. È il segno di una crescita che procede, passo dopo passo, nella direzione giusta.

Per Krol il problema del Napoli è chiaro: “Come dice Verstappen, se la macchina non è bilanciata non va. Così è per il Napoli: manca l’asse della squadra, quel collegamento tra difesa, centrocampo e attacco che tiene tutto unito”. Non è solo una questione di tattica, ma di armonia. “L’anno scorso il Napoli era compatto, concreto, una squadra che sapeva soffrire. Ora serve ritrovare quella connessione, quella fiducia reciproca che trasforma una somma di giocatori in un gruppo. Senza equilibrio, si perde anche la sicurezza di fare le cose semplici”.

Con il suo sguardo esperto, Krol legge il presente come un processo di crescita. De Bruyne resta un campione straordinario, ma deve ancora integrarsi nel sistema del Napoli: al City bastava un suo movimento per accendere il gioco, qui serve tempo per costruire gli stessi automatismi. Su Noa Lang, invece, Krol si sofferma di più. Vede in lui un giocatore tecnico, creativo, ma ancora frenato dalla mancanza di fiducia. “Lang viene dal calcio olandese, dove si gioca con più libertà”, ha spiegato ai microfoni di gianlucadimarzio.com. “In Italia è diverso: spazi più stretti, diverso per il ritmo ed e anche più fisico. E senza fiducia un attaccante perde la sua essenza. Deve osare, fare le sue giocate, non limitarsi a passare di lato o indietro”.

Poi l’ex difensore allarga il discorso ai più giovani: “Nel calcio servono lavoro, lavoro e ancora lavoro. Parlare con chi ha esperienza, ascoltare, imparare. All’Ajax non contavano i nomi, contava solo ciò che serviva per vincere. Parlare è facile, ma nel calcio contano i fatti: bisogna dimostrarlo in campo”.

Krol non ignora l’altra parte della verità: gli infortuni. Højlund, Rrahmani, Lobotka e Lukaku: ognuna di queste assenze pesa, e cambia gli equilibri di una squadra che ha bisogno di continuità. “Quando mancano giocatori così – ha detto – perdi la tua ossatura e la tua identità”. Eppure, l’ex difensore non perde l’ottimismo. “Il Napoli resta una squadra forte. Quando ritroverà tutti, tornerà a essere quella di un tempo: compatta, coraggiosa, viva. Serve pazienza, fiducia e un leader che parli in campo, che unisca. La fiducia non si allena: si costruisce insieme, ogni giorno”.

Rivedere il Napoli in Champions, per Krol, non è solo un ricordo: è un segno di continuità. “Il Napoli può sempre fare qualcosa. Anche se non ha giocato al suo livello, resta una squadra che può rialzarsi. Conte saprà analizzare questa sconfitta e trarre le lezioni giuste. Le partite difficili servono a crescere”. Poi un pensiero sulla mentalità. “È un momento negativo, tra Torino e PSV, ma serve unità. Bisogna dirsi la verità, trovare la forza di guardarsi negli occhi e ripartire. La difesa non sono solo quattro uomini: sono undici. Tutti devono muoversi insieme, comunicare, non lasciare spazi. L’organizzazione è la base di tutto”.

Quando gli chiediamo che partita sarebbe tra il suo Napoli e quello attuale, Krol sorride. “Noi eravamo una difesa di ferro, come Fort Knox. Potevamo vincere 1-0 o 2-1, ma non mollavamo mai. Eravamo un gruppo che si aiutava, che parlava, che combatteva insieme”. Poi il racconto del suo arrivo a Napoli. “Il primo mese fu difficile: non parlavo italiano, facevo fatica a comunicare. Ma quella città mi ha accolto, e in poco tempo ho trovato l’ambiente giusto per rinascere”. Maradona sarebbe arrivato solo dopo di lui, in un’altra fase della storia azzurra, ma Krol lo ricorda con affetto e misura. Perché, come dice lui, “il calcio è fatto di uomini, non solo di campioni”. “Cruyff ce lo insegnava ogni giorno: vincere significa farlo insieme”. Un principio che Krol ha portato ovunque: in campo, nello spogliatoio e nella vita. È la base della sua idea di calcio, quella in cui la forza del gruppo supera sempre il talento individuale.

Dopo il campo, Krol ha scelto la panchina. Ha viaggiato tra continenti, portando la sua idea di calcio in Africa, Arabia e Sudafrica con gli Orlando Pirates. “Ovunque ho trovato sfide, persone e modi diversi di intendere il gioco”, ha raccontato a gianlucadimarzio.com. La sua filosofia è rimasta intatta. “Mi piace arrivare in posti dove non so cosa aspettarmi. Ogni nuova esperienza è una ricchezza. Ho allenato giovani, ho provato a trasmettere la mia esperienza e a imparare da loro. Non mi interessano i soldi, ma la crescita, la conoscenza e il calcio come linguaggio universale”. Poi chiude con una frase che sembra racchiudere tutta la sua storia: “Il talento non basta. Servono equilibrio, comunicazione e unità. È così che si costruisce una squadra. Ed è così che, anche oggi, il Napoli può ritrovare la sua forza”. Parola di Ruud Krol.

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SKY - Krol: "Il Napoli ha perso contro sé stesso, troppi errori, poca comunicazione, mancanza di fiducia, così una squadra forte si disunisce"

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23/10/2025 - 12:22

Ruud Krol, ex leggenda di Napoli e Ajax, ha analizzato ai microfoni di gianlucadimarzio.com la sconfitta di Eindhoven. Ruud Krol parla con la calma di chi ha attraversato il calcio in tutte le sue forme: da leader dell’Ajax e della nazionale olandese a colonna del Napoli. Oggi guarda il Napoli con equilibrio e realismo, conoscendo bene la passione che lo circonda e le sfide che accompagnano ogni ripartenza.

“Il Napoli non ha perso contro il PSV, ma contro sé stesso”, ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com. “Troppi errori, poca comunicazione, mancanza di fiducia. Così una squadra forte si disunisce, anche se ha la qualità per vincere”.

Krol osserva la partita di Eindhoven con lo sguardo di un allenatore e il cuore di chi Napoli l’ha vissuta. Il Napoli aveva iniziato bene, poi dopo il gol di McTominay e l’autorete di Buongiorno ha perso sicurezza e organizzazione, concedendo troppo. Anche il PSV, però, è in piena ricostruzione. Dopo un’estate di profondi cambiamenti, con sei cessioni e tanti volti nuovi, la squadra olandese sta cercando la propria identità. Ma ieri ha trovato più equilibrio, più calma, più fiducia. È il segno di una crescita che procede, passo dopo passo, nella direzione giusta.

Per Krol il problema del Napoli è chiaro: “Come dice Verstappen, se la macchina non è bilanciata non va. Così è per il Napoli: manca l’asse della squadra, quel collegamento tra difesa, centrocampo e attacco che tiene tutto unito”. Non è solo una questione di tattica, ma di armonia. “L’anno scorso il Napoli era compatto, concreto, una squadra che sapeva soffrire. Ora serve ritrovare quella connessione, quella fiducia reciproca che trasforma una somma di giocatori in un gruppo. Senza equilibrio, si perde anche la sicurezza di fare le cose semplici”.

Con il suo sguardo esperto, Krol legge il presente come un processo di crescita. De Bruyne resta un campione straordinario, ma deve ancora integrarsi nel sistema del Napoli: al City bastava un suo movimento per accendere il gioco, qui serve tempo per costruire gli stessi automatismi. Su Noa Lang, invece, Krol si sofferma di più. Vede in lui un giocatore tecnico, creativo, ma ancora frenato dalla mancanza di fiducia. “Lang viene dal calcio olandese, dove si gioca con più libertà”, ha spiegato ai microfoni di gianlucadimarzio.com. “In Italia è diverso: spazi più stretti, diverso per il ritmo ed e anche più fisico. E senza fiducia un attaccante perde la sua essenza. Deve osare, fare le sue giocate, non limitarsi a passare di lato o indietro”.

Poi l’ex difensore allarga il discorso ai più giovani: “Nel calcio servono lavoro, lavoro e ancora lavoro. Parlare con chi ha esperienza, ascoltare, imparare. All’Ajax non contavano i nomi, contava solo ciò che serviva per vincere. Parlare è facile, ma nel calcio contano i fatti: bisogna dimostrarlo in campo”.

Krol non ignora l’altra parte della verità: gli infortuni. Højlund, Rrahmani, Lobotka e Lukaku: ognuna di queste assenze pesa, e cambia gli equilibri di una squadra che ha bisogno di continuità. “Quando mancano giocatori così – ha detto – perdi la tua ossatura e la tua identità”. Eppure, l’ex difensore non perde l’ottimismo. “Il Napoli resta una squadra forte. Quando ritroverà tutti, tornerà a essere quella di un tempo: compatta, coraggiosa, viva. Serve pazienza, fiducia e un leader che parli in campo, che unisca. La fiducia non si allena: si costruisce insieme, ogni giorno”.

Rivedere il Napoli in Champions, per Krol, non è solo un ricordo: è un segno di continuità. “Il Napoli può sempre fare qualcosa. Anche se non ha giocato al suo livello, resta una squadra che può rialzarsi. Conte saprà analizzare questa sconfitta e trarre le lezioni giuste. Le partite difficili servono a crescere”. Poi un pensiero sulla mentalità. “È un momento negativo, tra Torino e PSV, ma serve unità. Bisogna dirsi la verità, trovare la forza di guardarsi negli occhi e ripartire. La difesa non sono solo quattro uomini: sono undici. Tutti devono muoversi insieme, comunicare, non lasciare spazi. L’organizzazione è la base di tutto”.

Quando gli chiediamo che partita sarebbe tra il suo Napoli e quello attuale, Krol sorride. “Noi eravamo una difesa di ferro, come Fort Knox. Potevamo vincere 1-0 o 2-1, ma non mollavamo mai. Eravamo un gruppo che si aiutava, che parlava, che combatteva insieme”. Poi il racconto del suo arrivo a Napoli. “Il primo mese fu difficile: non parlavo italiano, facevo fatica a comunicare. Ma quella città mi ha accolto, e in poco tempo ho trovato l’ambiente giusto per rinascere”. Maradona sarebbe arrivato solo dopo di lui, in un’altra fase della storia azzurra, ma Krol lo ricorda con affetto e misura. Perché, come dice lui, “il calcio è fatto di uomini, non solo di campioni”. “Cruyff ce lo insegnava ogni giorno: vincere significa farlo insieme”. Un principio che Krol ha portato ovunque: in campo, nello spogliatoio e nella vita. È la base della sua idea di calcio, quella in cui la forza del gruppo supera sempre il talento individuale.

Dopo il campo, Krol ha scelto la panchina. Ha viaggiato tra continenti, portando la sua idea di calcio in Africa, Arabia e Sudafrica con gli Orlando Pirates. “Ovunque ho trovato sfide, persone e modi diversi di intendere il gioco”, ha raccontato a gianlucadimarzio.com. La sua filosofia è rimasta intatta. “Mi piace arrivare in posti dove non so cosa aspettarmi. Ogni nuova esperienza è una ricchezza. Ho allenato giovani, ho provato a trasmettere la mia esperienza e a imparare da loro. Non mi interessano i soldi, ma la crescita, la conoscenza e il calcio come linguaggio universale”. Poi chiude con una frase che sembra racchiudere tutta la sua storia: “Il talento non basta. Servono equilibrio, comunicazione e unità. È così che si costruisce una squadra. Ed è così che, anche oggi, il Napoli può ritrovare la sua forza”. Parola di Ruud Krol.

Fonte: Gianlucadimarzio.com