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STADIO - Gattuso chiama, il San Paolo risponde
14.12.2019 12:34 di Napoli Magazine Fonte: Pierpaolo Matrone per il Roma

Cambiare fa bene. Rimescolare le carte, aprire un po’ le finestre per il ricircolo dell’aria. Cercare nuovo ossigeno. Linfa provvidenziale. Il Napoli si era fatto da solo e, inconsciamente, aveva infilato il coltello anche nell’anima di chi più lo ama. La guerra non è mai la soluzione, sempre il problema. E quella tra calciatori e società, con Ancelotti in mezzo che ha pagato per tutti, si è inevitabilmente riflessa anche sulla gente e ha creato un disamore che a Napoli non si viveva da tanto tempo. Sono da spiegare così, con il caos che ha tormentato l’ultimo mese e mezzo, gli ultimi deludenti numeri del San Paolo. E’ proprio da quel 5 novembre maledetto, la sera di Napoli-Salisburgo e dell’ammutinamento della squadra, che a Fuorigrotta non si vedono più di 30 mila spettatori. Da lì in avanti più vuoto che pieno l’impianto azzurro: in 27 mila con il Bologna, appena 22 mila con il Bologna e stesso numero perfino con il Genk, quando c’erano gli ottavi di finale in gioco. Ma proprio da quella notte s’è rovesciato il mondo a Napoli. E dal cambiamento si potrebbe ritrovare anche la spinta del popolo.

 

EFFETTO GATTUSO. Il superamento del turno in Champions League è stato il regalo d’addio di Ancelotti. A De Laurentiis e alla squadra. Ma soprattutto ai tifosi. Perché, vuoi o non vuoi, quello è un traguardo storico raggiunto per la terza volta nella storia del club, e allora un briciolo d’entusiasmo deriva anche da lì. Però il più lo fa l’avvicendamento. La despedida di Carletto, finito ormai nel mirino della piazza, e l’approdo di Gattuso hanno ridato aria nuova all’ambiente e la voglia a tanti - ma assolutamente non tutti - di tornare allo stadio. Dal momento del cambio allenatore la vendita per la partita con il Parma ha subito un’accelerata importante, e stavolta non solo nei settori popolari. La Curva B è quasi del tutto piena, al pari della Tribuna Posillipo. E così al San Paolo si potrebbe tornare a superare quella soglia dei 30 mila che in campionato non ci si riesce da Napoli-Atalanta del 30 ottobre.

 

LA CAMPAGNA ULTRA'. Qualche segnale di ripresa, sì, ma il San Paolo sarà comunque soltanto un lontano parente di quello che ha fatto innamorare tutta Europa negli ultimi dieci anni. Scontato, quando manca il cuore pulsante delle Curve. Sia da un lato, Curva B, che dall’altro, Curva A, va infatti avanti la protesta. Anzi, non è da escludere un inasprimento della situazione dopo gli ultimi Daspo comminati al tifo organizzato azzurro per alcune tensione durante la trasferta all’Olimpico Gran Torino. Entrambe le frange resteranno fuori. Coerenza e mentalità, direbbero loro. Che chiedono uno stadio come un tempo, non un teatro. Lanciano appelli verso la gente, sperando che anche gli altri disertino il San Paolo. Multe e sanzioni hanno spinto le due Curve ad allontanarsi dalla propria casa e quella casa a sentirsi vuota senza chi più di tutti l’animava. Se la situazione dovesse restare la stessa, sarà difficile rivedere i 50 mila dell’era-Sarri. Uno stadio pieno è ciò che più serve al Napoli per ripartire.

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STADIO - Gattuso chiama, il San Paolo risponde

di Napoli Magazine

14/12/2024 - 12:34

Cambiare fa bene. Rimescolare le carte, aprire un po’ le finestre per il ricircolo dell’aria. Cercare nuovo ossigeno. Linfa provvidenziale. Il Napoli si era fatto da solo e, inconsciamente, aveva infilato il coltello anche nell’anima di chi più lo ama. La guerra non è mai la soluzione, sempre il problema. E quella tra calciatori e società, con Ancelotti in mezzo che ha pagato per tutti, si è inevitabilmente riflessa anche sulla gente e ha creato un disamore che a Napoli non si viveva da tanto tempo. Sono da spiegare così, con il caos che ha tormentato l’ultimo mese e mezzo, gli ultimi deludenti numeri del San Paolo. E’ proprio da quel 5 novembre maledetto, la sera di Napoli-Salisburgo e dell’ammutinamento della squadra, che a Fuorigrotta non si vedono più di 30 mila spettatori. Da lì in avanti più vuoto che pieno l’impianto azzurro: in 27 mila con il Bologna, appena 22 mila con il Bologna e stesso numero perfino con il Genk, quando c’erano gli ottavi di finale in gioco. Ma proprio da quella notte s’è rovesciato il mondo a Napoli. E dal cambiamento si potrebbe ritrovare anche la spinta del popolo.

 

EFFETTO GATTUSO. Il superamento del turno in Champions League è stato il regalo d’addio di Ancelotti. A De Laurentiis e alla squadra. Ma soprattutto ai tifosi. Perché, vuoi o non vuoi, quello è un traguardo storico raggiunto per la terza volta nella storia del club, e allora un briciolo d’entusiasmo deriva anche da lì. Però il più lo fa l’avvicendamento. La despedida di Carletto, finito ormai nel mirino della piazza, e l’approdo di Gattuso hanno ridato aria nuova all’ambiente e la voglia a tanti - ma assolutamente non tutti - di tornare allo stadio. Dal momento del cambio allenatore la vendita per la partita con il Parma ha subito un’accelerata importante, e stavolta non solo nei settori popolari. La Curva B è quasi del tutto piena, al pari della Tribuna Posillipo. E così al San Paolo si potrebbe tornare a superare quella soglia dei 30 mila che in campionato non ci si riesce da Napoli-Atalanta del 30 ottobre.

 

LA CAMPAGNA ULTRA'. Qualche segnale di ripresa, sì, ma il San Paolo sarà comunque soltanto un lontano parente di quello che ha fatto innamorare tutta Europa negli ultimi dieci anni. Scontato, quando manca il cuore pulsante delle Curve. Sia da un lato, Curva B, che dall’altro, Curva A, va infatti avanti la protesta. Anzi, non è da escludere un inasprimento della situazione dopo gli ultimi Daspo comminati al tifo organizzato azzurro per alcune tensione durante la trasferta all’Olimpico Gran Torino. Entrambe le frange resteranno fuori. Coerenza e mentalità, direbbero loro. Che chiedono uno stadio come un tempo, non un teatro. Lanciano appelli verso la gente, sperando che anche gli altri disertino il San Paolo. Multe e sanzioni hanno spinto le due Curve ad allontanarsi dalla propria casa e quella casa a sentirsi vuota senza chi più di tutti l’animava. Se la situazione dovesse restare la stessa, sarà difficile rivedere i 50 mila dell’era-Sarri. Uno stadio pieno è ciò che più serve al Napoli per ripartire.

Fonte: Pierpaolo Matrone per il Roma