CASTEL DI SANGRO - Kevin De Bruyne, centrocampista del Napoli, ha rilasciato un'intervista al "Corriere dello Sport": "Napoli è una sfida, una scelta di vita o una tappa per vincere ancora? Tutte e tre le cose insieme. Onestamente c’erano anche altre opzioni, ma dopo aver parlato con mia moglie e i miei figli ho pensato tra me e me che questa fosse la migliore. Ho valutato tutti i fattori, lavoro e vita, carriera e futuro. Tra l’altro è la squadra che ha vinto il campionato, una squadra incredibile, e avendola sfidata in Champions so cosa si prova: conosco i tifosi, la loro passione e il loro sostegno. Quindi Napoli mi ha trasmesso la sensazione più bella. Quante volte Manna mi ha chiamato per convincermi ad accettare il Napoli? Personalmente non molte: l’ho visto un paio di volte a Manchester, è venuto a casa mia, e per il resto ha parlato con i miei avvocati e cose simili. Poi mia moglie è stata a Napoli per farsi un’idea. Una procedura normale. La Serie A mi ha dato il benvenuto con: "The king is here"? Io non sono il re, sono solo un calciatore. Non faccio molto caso a certe cose, provo a svolgere il mio lavoro al meglio, ma ovviamente è bello essere apprezzato. Spero di poter continuare ad avere una bella carriera. Prime differenze di metodo tra Conte e Guardiola? Direi che sono due modi diversi di giocare: probabilmente Pep è un po’ più attento al controllo della palla e al possesso, mentre Conte è un po’ più strutturato nel gioco e punta molto sulla mentalità. Pep lavora più sulla zona. Ci sono un pai o di cose diverse, ma ogni allenatore ha i suoi principi e le sue caratteristiche. Cosa mi ha chiesto Conte in questa prima fase? Per il momento non ci siamo concentrati molto sugli aspetti personali. Si lavora sulla squadra, ci dà istruzioni collettive, sulle posizioni di tutti. Probabilmente più avanti parleremo di cose più specifiche. Ventiquattro titoli in carriera: se dovessi scegliere il numero venticinque? Probabilmente lo scudetto, sì, ma non mi chiedo mai cosa scegliere: prenderò qualsiasi cosa riuscirò a vincere. Non avendo mai giocato in Italia, però, il campionato sarebbe un bell’obiettivo. Sarebbe molto cool! Ma non è ancora iniziato e quindi... Vedremo. Scudetto, Champions o Mondiale? Tutte e tre, non c’è una decisione da prendere. Serie A, Champions, Supercoppa Italiana e Coppa Italia: quali sono gli obiettivi di De Bruyne e del Napoli? Proprio perché le competizioni sono tante, chiaramente è difficile dire che vinceremo tutto. Anzi, non posso mica dirlo. Devi cominciare a giocare, poi magari vinci una partita e un’altra ancora e vai avanti... Speriamo di arrivare più in alto possibile su tutti i fronti, ma dipende da tante situazioni: avversari, infortuni e altri fattori. Devi basare il finale della tua stagione su quello che accade durante. Quali squadre lotteranno con noi per lo scudetto? Beh, ci sono sempre Inter e Milan. La Juve. L’Atalanta sta lavorando bene e hanno buoni gruppi anche Roma e Lazio. Ci sono tante squadre veramente molto, molto forti. Quale muscolo mi fa più male dopo venti giorni di preparazione con Conte? Ah, tutti! (ride, ndr). È difficile ed è molto diverso rispetto a quello a cui ero abituato in Inghilterra, ma mi sento bene. Sto gestendo tutti gli allenamenti e sono molto felice di quello che stiamo facendo. Mi fa bene allenarmi in questo modo, è una buona cosa. Preoccupato per i risultati delle amichevoli? No, per niente. Ovviamente vorresti vincere sempre, anche le amichevoli, ma capisci che stai lavorando ed è una fase diversa. Siamo appena a metà preparazione. E comunque credo che nel secondo tempo con il Brest abbiamo giocato bene. Ripeto, non sono preoccupato: andrà tutto bene. Maradona? Ah! Leggenda. Leggenda di questo gioco, of course. Avendo giocato prima di me, ho potuto vederlo solo attraverso i filmati: è molto importante nella storia del calcio e per tutto quello che ha fatto per il movimento. E poi lo è moltissimo per Napoli. Sono stato al murale di Diego dei Quartieri Spagnoli? Non ancora, ci andrò. Sono stato in città appena due giorni, non ho avuto molto tempo. Ho visto Capri, davvero bella. Grealish le ha chiesto di Napoli? Maybe... Forse (ride, ndr). Mazzocchi mi sta già insegnando il napoletano? Nooo, è difficile. Devo prima imparare l’italiano, capisco ancora poco. Mi sono esibito al compleanno di Conte? Ebbene sì, ho cantato in inglese. Robbie Williams. Non sono capace di farlo in italiano".
di Napoli Magazine
06/08/2025 - 08:04
CASTEL DI SANGRO - Kevin De Bruyne, centrocampista del Napoli, ha rilasciato un'intervista al "Corriere dello Sport": "Napoli è una sfida, una scelta di vita o una tappa per vincere ancora? Tutte e tre le cose insieme. Onestamente c’erano anche altre opzioni, ma dopo aver parlato con mia moglie e i miei figli ho pensato tra me e me che questa fosse la migliore. Ho valutato tutti i fattori, lavoro e vita, carriera e futuro. Tra l’altro è la squadra che ha vinto il campionato, una squadra incredibile, e avendola sfidata in Champions so cosa si prova: conosco i tifosi, la loro passione e il loro sostegno. Quindi Napoli mi ha trasmesso la sensazione più bella. Quante volte Manna mi ha chiamato per convincermi ad accettare il Napoli? Personalmente non molte: l’ho visto un paio di volte a Manchester, è venuto a casa mia, e per il resto ha parlato con i miei avvocati e cose simili. Poi mia moglie è stata a Napoli per farsi un’idea. Una procedura normale. La Serie A mi ha dato il benvenuto con: "The king is here"? Io non sono il re, sono solo un calciatore. Non faccio molto caso a certe cose, provo a svolgere il mio lavoro al meglio, ma ovviamente è bello essere apprezzato. Spero di poter continuare ad avere una bella carriera. Prime differenze di metodo tra Conte e Guardiola? Direi che sono due modi diversi di giocare: probabilmente Pep è un po’ più attento al controllo della palla e al possesso, mentre Conte è un po’ più strutturato nel gioco e punta molto sulla mentalità. Pep lavora più sulla zona. Ci sono un pai o di cose diverse, ma ogni allenatore ha i suoi principi e le sue caratteristiche. Cosa mi ha chiesto Conte in questa prima fase? Per il momento non ci siamo concentrati molto sugli aspetti personali. Si lavora sulla squadra, ci dà istruzioni collettive, sulle posizioni di tutti. Probabilmente più avanti parleremo di cose più specifiche. Ventiquattro titoli in carriera: se dovessi scegliere il numero venticinque? Probabilmente lo scudetto, sì, ma non mi chiedo mai cosa scegliere: prenderò qualsiasi cosa riuscirò a vincere. Non avendo mai giocato in Italia, però, il campionato sarebbe un bell’obiettivo. Sarebbe molto cool! Ma non è ancora iniziato e quindi... Vedremo. Scudetto, Champions o Mondiale? Tutte e tre, non c’è una decisione da prendere. Serie A, Champions, Supercoppa Italiana e Coppa Italia: quali sono gli obiettivi di De Bruyne e del Napoli? Proprio perché le competizioni sono tante, chiaramente è difficile dire che vinceremo tutto. Anzi, non posso mica dirlo. Devi cominciare a giocare, poi magari vinci una partita e un’altra ancora e vai avanti... Speriamo di arrivare più in alto possibile su tutti i fronti, ma dipende da tante situazioni: avversari, infortuni e altri fattori. Devi basare il finale della tua stagione su quello che accade durante. Quali squadre lotteranno con noi per lo scudetto? Beh, ci sono sempre Inter e Milan. La Juve. L’Atalanta sta lavorando bene e hanno buoni gruppi anche Roma e Lazio. Ci sono tante squadre veramente molto, molto forti. Quale muscolo mi fa più male dopo venti giorni di preparazione con Conte? Ah, tutti! (ride, ndr). È difficile ed è molto diverso rispetto a quello a cui ero abituato in Inghilterra, ma mi sento bene. Sto gestendo tutti gli allenamenti e sono molto felice di quello che stiamo facendo. Mi fa bene allenarmi in questo modo, è una buona cosa. Preoccupato per i risultati delle amichevoli? No, per niente. Ovviamente vorresti vincere sempre, anche le amichevoli, ma capisci che stai lavorando ed è una fase diversa. Siamo appena a metà preparazione. E comunque credo che nel secondo tempo con il Brest abbiamo giocato bene. Ripeto, non sono preoccupato: andrà tutto bene. Maradona? Ah! Leggenda. Leggenda di questo gioco, of course. Avendo giocato prima di me, ho potuto vederlo solo attraverso i filmati: è molto importante nella storia del calcio e per tutto quello che ha fatto per il movimento. E poi lo è moltissimo per Napoli. Sono stato al murale di Diego dei Quartieri Spagnoli? Non ancora, ci andrò. Sono stato in città appena due giorni, non ho avuto molto tempo. Ho visto Capri, davvero bella. Grealish le ha chiesto di Napoli? Maybe... Forse (ride, ndr). Mazzocchi mi sta già insegnando il napoletano? Nooo, è difficile. Devo prima imparare l’italiano, capisco ancora poco. Mi sono esibito al compleanno di Conte? Ebbene sì, ho cantato in inglese. Robbie Williams. Non sono capace di farlo in italiano".