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G-FACTOR - Lucariello su "NM": "Napoli, è Rino Gattuso il vero antidoto"
14.02.2020 16:26 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il cuore dolce condito da perplessità e riflessioni nella soddisfazione del ritorno alla vittoria. Mai come adesso l’interrogativo sulla bocca di tutti si rinnova, soprattutto dopo l’impresa di San Siro dove il Napoli nella semifinale d’andata di Coppa Italia ha affondato la prima della classe, così come in un recentissimo passato aveva fatto con la Lazio – sempre in Coppa Italia - e poi con la Juve in campionato. Insomma, la squadra del cuore è guarita o no dalla sindrome di cui in questa stagione è affetta o no? A dire il vero nemmeno il medico di famiglia riesce a vederci del tutto chiaramente. Gattuso lo ha riferito in pubblico nel dopopartita di Milano: “Non so, non so darmi una risposta su qual è il vero Napoli. Penso che sia una squadra fragile sotto certi aspetti”. C’è insomma bisogno di ulteriori conferme, non solo contro le grandi come ha già fatto, ma soprattutto contro le cosiddette piccole, club contro cui gli azzurri sono inciampati malamente. Allargando il campo dell’analisi gli inciampi degli azzurri si sono appunto verificati quando si pensava di far un sol boccone delle avversarie piccole piccole ed anche nelle partite decisive quando serviva il passo in avanti pressoché scontato per compiere un balzo in avanti, operazione invece storicamente sempre disattesa. Qual è allora il male oscuro nemico occulto del Napoli, la mentalità? Gattuso sostiene di no. Allora sarà la svogliatezza, la pochezza caratteriale, la paura nell’affrontare e sostenere la circostanza favorevole o l’eccessiva tensione oppure è sottovalutare l’avversario, o anche una scarsa convinzione nei propri mezzi e nelle proprie capacità o addirittura il contrario, cioè mancanza di umiltà, prosopopea nel gonfiare il petto e nel pensare “noi siamo il Napoli e voi nessuno”?, considerazione che ti può portare allo sfracello, come è capitato contro il Lecce. E poi, guarda un po’, c’è il Napoli che vince e pareggia con il Liverpool, il Napoli che nella precedente Champions ha fatto paura al Paris Saint-Germain, è la storia incancellabile di un team bipolare, una squadra degli opposti, un Napoli grande con le grandi e piccola piccola contro le piccole. E’ questa la sindrome che affligge da sempre la squadra del cuore, è questo il male oscuro che negli anni ha impedito e impedisce il decollo e che frena gli azzurri, portandoli fuori strada in una “grandeur” mai interamente realizzata come negli anni di Sarri in cui bastava davvero pochissimo per mettersi in tasca due scudetti, dopo quelli di Maradona. Chissà, forse alla soluzione della problematica si sta avvicinando Gattuso, alla ricerca dell’antivirus necessario per eliminare il male oscuro che si è insinuato da tempo nel gruppo. Le speranze per guarire ci sono comunque. San GennaRino Gattuso ce la sta mettendo tutta. Ringhio è uno che non molla affatto, non demorde e ci dà dentro a testa bassa. Ha ricompattato un ambiente avvelenato dalle critiche, dalle polemiche e dalle divisioni, ricomponendo i valori del gruppo anche tecnicamente e tatticamente. D’altronde è un calabrese doc e tiene “’a capa tosta”. E' lui il vero antidoto, e se non ci riesce lui…

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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G-FACTOR - Lucariello su "NM": "Napoli, è Rino Gattuso il vero antidoto"

di Napoli Magazine

14/02/2024 - 16:26

NAPOLI - Il cuore dolce condito da perplessità e riflessioni nella soddisfazione del ritorno alla vittoria. Mai come adesso l’interrogativo sulla bocca di tutti si rinnova, soprattutto dopo l’impresa di San Siro dove il Napoli nella semifinale d’andata di Coppa Italia ha affondato la prima della classe, così come in un recentissimo passato aveva fatto con la Lazio – sempre in Coppa Italia - e poi con la Juve in campionato. Insomma, la squadra del cuore è guarita o no dalla sindrome di cui in questa stagione è affetta o no? A dire il vero nemmeno il medico di famiglia riesce a vederci del tutto chiaramente. Gattuso lo ha riferito in pubblico nel dopopartita di Milano: “Non so, non so darmi una risposta su qual è il vero Napoli. Penso che sia una squadra fragile sotto certi aspetti”. C’è insomma bisogno di ulteriori conferme, non solo contro le grandi come ha già fatto, ma soprattutto contro le cosiddette piccole, club contro cui gli azzurri sono inciampati malamente. Allargando il campo dell’analisi gli inciampi degli azzurri si sono appunto verificati quando si pensava di far un sol boccone delle avversarie piccole piccole ed anche nelle partite decisive quando serviva il passo in avanti pressoché scontato per compiere un balzo in avanti, operazione invece storicamente sempre disattesa. Qual è allora il male oscuro nemico occulto del Napoli, la mentalità? Gattuso sostiene di no. Allora sarà la svogliatezza, la pochezza caratteriale, la paura nell’affrontare e sostenere la circostanza favorevole o l’eccessiva tensione oppure è sottovalutare l’avversario, o anche una scarsa convinzione nei propri mezzi e nelle proprie capacità o addirittura il contrario, cioè mancanza di umiltà, prosopopea nel gonfiare il petto e nel pensare “noi siamo il Napoli e voi nessuno”?, considerazione che ti può portare allo sfracello, come è capitato contro il Lecce. E poi, guarda un po’, c’è il Napoli che vince e pareggia con il Liverpool, il Napoli che nella precedente Champions ha fatto paura al Paris Saint-Germain, è la storia incancellabile di un team bipolare, una squadra degli opposti, un Napoli grande con le grandi e piccola piccola contro le piccole. E’ questa la sindrome che affligge da sempre la squadra del cuore, è questo il male oscuro che negli anni ha impedito e impedisce il decollo e che frena gli azzurri, portandoli fuori strada in una “grandeur” mai interamente realizzata come negli anni di Sarri in cui bastava davvero pochissimo per mettersi in tasca due scudetti, dopo quelli di Maradona. Chissà, forse alla soluzione della problematica si sta avvicinando Gattuso, alla ricerca dell’antivirus necessario per eliminare il male oscuro che si è insinuato da tempo nel gruppo. Le speranze per guarire ci sono comunque. San GennaRino Gattuso ce la sta mettendo tutta. Ringhio è uno che non molla affatto, non demorde e ci dà dentro a testa bassa. Ha ricompattato un ambiente avvelenato dalle critiche, dalle polemiche e dalle divisioni, ricomponendo i valori del gruppo anche tecnicamente e tatticamente. D’altronde è un calabrese doc e tiene “’a capa tosta”. E' lui il vero antidoto, e se non ci riesce lui…

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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