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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Godiamoci la creatura di Ringhio!"
28.04.2021 23:16 di Napoli Magazine

NAPOLI - La serietà, la competenza e l'esperienza sono entità-qualità comuni al mondo del calcio ed alla vita di tutti i giorni. Prima o poi, pagano. Si può bluffare una volta, due anche, ma poi tutti i nodi vengono al pettine. In tempi in cui nell'aria si percepivano venti di contestazione, accompagnata da parole rozze, dissi la mia su Gennarino Gattuso. Perché lo conosco da una vita, perché ho avuto modo di apprezzarlo come calciatore, una vita da mediano, ma soprattutto come uomo: schietto, sincero, spassoso, a volte ringhioso, embè! Appartiene a quella categoria di professionisti che hanno fatto una dura e lunga gavetta, sia come pedatore, sia come tecnico. Inevitabile, anche se non astioso il paragone con Pirlo, anche lui vecchia conoscenza e campione del mondo come Rino. Mi sarei aspettato le dimissioni dello stupendo autore della "maledetta", una volta resosi conto dell'assoluta incapacità ad allenare a certi livelli senza averlo mai fatto prima d'ora. Ma le colpe non sono soltanto sue. E' come se un fresco laureato fosse stato innalzato ad una cattedra della Sorbona. Ora, mi godo la creatura di Ringhio, questo Napoli brioso, fantasioso, lottatore, spesso imprevedibile. Non starò certo ad enumerare l'alto numero di vittorie, i tanti gol segnati, per questo basta spulciare i numeri della classifica generale. Mi rifaccio soltanto alle ultimissime uscite: schiantata la Lazio con un poker di reti, quella Lazio che a sua volta ha rifilato tre gol al Milan battuto a domicilio dagli azzurri. L'ultima performance, a Torino, un match che nascondeva un alto numero di insidie. Per la ritrovata vena del Toro che Nicola sostiene di aver rimesso su anche grazie al metodo del kaizen. Granata schiantati in tredici minuti, il bel gol di Bakayoko e la fuga per la vittoria di Osimhen, arma in più di questo finale di stagione. E a corredo due pali e perlomeno altre sette occasionissime, alcune sventate da Sirigu, altre ciccate da chi meno te l'aspetti: Mertens, il superbomber tascabile. Tra le grandi, il Napoli è la squadra più in forma del momento, insieme con l'Atalanta. Tanto merito va ascritto anche allo staff medico. Avere tanta birra in corpo, in questo finale di stagione covidiano, è un pregio che va di pari passo con la valentìa tecnica di una squadra che è di pura eccellenza. Raramente mi lascio sedurre dai pronostici, ma stavolta mi sbilancio e credo che questo Napoli bello e ringhioso possa vincere tutte e cinque le partite prima che cali il sipario sul campionato. Non vedo come non possa essere raggiunta la qualificazione in Champions, con un pensierino addirittura alla poltrona d'onore. Poi, si tireranno le somme. Ci si guarderà intorno alla ricerca del futuro tecnico. Probabilmente, si dirà che sono falliti i tentativi di trattenere Gennarino. E certamente qualcuno si mangerà le mani per la perdita - inevitabile, credo - di un uomo vero e di un tecnico valente.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Godiamoci la creatura di Ringhio!"

di Napoli Magazine

28/04/2024 - 23:16

NAPOLI - La serietà, la competenza e l'esperienza sono entità-qualità comuni al mondo del calcio ed alla vita di tutti i giorni. Prima o poi, pagano. Si può bluffare una volta, due anche, ma poi tutti i nodi vengono al pettine. In tempi in cui nell'aria si percepivano venti di contestazione, accompagnata da parole rozze, dissi la mia su Gennarino Gattuso. Perché lo conosco da una vita, perché ho avuto modo di apprezzarlo come calciatore, una vita da mediano, ma soprattutto come uomo: schietto, sincero, spassoso, a volte ringhioso, embè! Appartiene a quella categoria di professionisti che hanno fatto una dura e lunga gavetta, sia come pedatore, sia come tecnico. Inevitabile, anche se non astioso il paragone con Pirlo, anche lui vecchia conoscenza e campione del mondo come Rino. Mi sarei aspettato le dimissioni dello stupendo autore della "maledetta", una volta resosi conto dell'assoluta incapacità ad allenare a certi livelli senza averlo mai fatto prima d'ora. Ma le colpe non sono soltanto sue. E' come se un fresco laureato fosse stato innalzato ad una cattedra della Sorbona. Ora, mi godo la creatura di Ringhio, questo Napoli brioso, fantasioso, lottatore, spesso imprevedibile. Non starò certo ad enumerare l'alto numero di vittorie, i tanti gol segnati, per questo basta spulciare i numeri della classifica generale. Mi rifaccio soltanto alle ultimissime uscite: schiantata la Lazio con un poker di reti, quella Lazio che a sua volta ha rifilato tre gol al Milan battuto a domicilio dagli azzurri. L'ultima performance, a Torino, un match che nascondeva un alto numero di insidie. Per la ritrovata vena del Toro che Nicola sostiene di aver rimesso su anche grazie al metodo del kaizen. Granata schiantati in tredici minuti, il bel gol di Bakayoko e la fuga per la vittoria di Osimhen, arma in più di questo finale di stagione. E a corredo due pali e perlomeno altre sette occasionissime, alcune sventate da Sirigu, altre ciccate da chi meno te l'aspetti: Mertens, il superbomber tascabile. Tra le grandi, il Napoli è la squadra più in forma del momento, insieme con l'Atalanta. Tanto merito va ascritto anche allo staff medico. Avere tanta birra in corpo, in questo finale di stagione covidiano, è un pregio che va di pari passo con la valentìa tecnica di una squadra che è di pura eccellenza. Raramente mi lascio sedurre dai pronostici, ma stavolta mi sbilancio e credo che questo Napoli bello e ringhioso possa vincere tutte e cinque le partite prima che cali il sipario sul campionato. Non vedo come non possa essere raggiunta la qualificazione in Champions, con un pensierino addirittura alla poltrona d'onore. Poi, si tireranno le somme. Ci si guarderà intorno alla ricerca del futuro tecnico. Probabilmente, si dirà che sono falliti i tentativi di trattenere Gennarino. E certamente qualcuno si mangerà le mani per la perdita - inevitabile, credo - di un uomo vero e di un tecnico valente.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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