NAPOLI - Antonio Petrazzuolo, direttore di "Napoli Magazine", è stato ospite a “L’autostoppista” condotto da Igor Righetti su Rai Isoradio per parlare di calcio, sport e comunicazione: "Come è cambiato il modo di raccontare lo sport? Lo sport è sempre un fantastico mondo che noi proviamo a raccontare passo dopo passo tra mille difficoltà perchè poi è anche vero che ci sono tanti particolari che spesso possono sfuggire, quindi secondo me la cosa più importante è essere sinceri nel racconto di un personaggio, di una squadra, di un momento storico, perchè dietro ogni personaggio, dietro ogni partita di calcio, ma anche di pallavolo, di basket, etc, c'è sempre una storia fatta di lavoro, di sacrificio. quindi, bisogna essere limpidi, trasparenti. Come reputo il panorama del giornalismo sportivo italiano? E' un capitolo ampio, direi di partire dagli albori del nostro mestiere, da chi ci ha insegnato anche un po' questo lavoro che non è semplice, fatto di nozioni ma anche di modo di porsi verso il pubblico, di comportarsi, di essere equilibrati, quindi è cambiato tanto perchè spesso si fa confusione tra l'essere giornalista e anche essere protagonista. Non c'è più il giornalista asettico, quello che racconta solo i fatti e soprattutto oggi vediamo che molti sono protagonisti, opinionisti in trasmissioni. Una volta si giocava a calcio per passione poi potevano arrivare i risultati e i guadagni, ed oggi? La passione non deve mai mancare. Manco a farlo apposta, una delle prime frasi che ho inserito su "Napoli Magazine" è 'uniti dalla stessa passione', perchè la passione deve essere quel fuoco che alimenta tutto sempre. Poi, è chiaro che è entrato il business a farla da padrone e quindi è ovvio che quando di mezzo ci sono i soldi, tutto cambia un po'. Però la passione non deve mai mancare di base, altrimenti cosa raccontiamo se manca il nucleo centrale di tutto, si perde autenticità, se ne accorgono anche i telespettatori, i radioascoltatori e i lettori. Immorale pagare un calciatore decine di milioni di euro? C'è un divario enorme tra tutte le professioni e l'essere calciatore, già da diversi anni, perchè dalla fine degli anni '80 questi stipendi per i campioni sono cresciuti a dismisura, se pensiamo anche all'ultimo trasferimento che è stato annunciato per la prossima estate, ovvero quello del capitano del Napoli, Lorenzo Insigne, che andrà a giocare nel Toronto, è chiaro che già rispetto a quello che andava a guadagnare nel Napoli, andrà a guadagnare 3 volte tanto. E' un freno che non si riesce a mettere. Darei più uno stipendio umano, per calmierare tutti i mestieri, tutti i prezzi,ma è un mio parere personale, poi è chiaro che quando ci sono gli sponsor di mezzo il discorso cambia e quindi è tutta una ruota. Se il mondo del calcio è sempre sincero con i tifosi? Ho avuto l'opportunità di conoscere durante la mia carriera un grande personaggio che è Rafa Benitez, è stato un grande allenatore del Liverpool, ha vinto Champions, scudetti e quant'altro, in Italia ha allenato nell'Inter e nel Napoli e lui mi diceva sempre che il calcio spesso è bugia, è una tenera bugia, anche raccontata ai tifosi perchè non sempre si può dire la verità, magari un infortunio strada facendo si viene a sapere che non era così grave come inizialmente sembrava oppure semplicemente se un calciatore può arrivare in una squadra oppure no e quindi questo discorso della tenera bugia mi è piaciuto tanto come metafora e secondo me è una grande verità".

di Napoli Magazine
03/02/2022 - 18:17
NAPOLI - Antonio Petrazzuolo, direttore di "Napoli Magazine", è stato ospite a “L’autostoppista” condotto da Igor Righetti su Rai Isoradio per parlare di calcio, sport e comunicazione: "Come è cambiato il modo di raccontare lo sport? Lo sport è sempre un fantastico mondo che noi proviamo a raccontare passo dopo passo tra mille difficoltà perchè poi è anche vero che ci sono tanti particolari che spesso possono sfuggire, quindi secondo me la cosa più importante è essere sinceri nel racconto di un personaggio, di una squadra, di un momento storico, perchè dietro ogni personaggio, dietro ogni partita di calcio, ma anche di pallavolo, di basket, etc, c'è sempre una storia fatta di lavoro, di sacrificio. quindi, bisogna essere limpidi, trasparenti. Come reputo il panorama del giornalismo sportivo italiano? E' un capitolo ampio, direi di partire dagli albori del nostro mestiere, da chi ci ha insegnato anche un po' questo lavoro che non è semplice, fatto di nozioni ma anche di modo di porsi verso il pubblico, di comportarsi, di essere equilibrati, quindi è cambiato tanto perchè spesso si fa confusione tra l'essere giornalista e anche essere protagonista. Non c'è più il giornalista asettico, quello che racconta solo i fatti e soprattutto oggi vediamo che molti sono protagonisti, opinionisti in trasmissioni. Una volta si giocava a calcio per passione poi potevano arrivare i risultati e i guadagni, ed oggi? La passione non deve mai mancare. Manco a farlo apposta, una delle prime frasi che ho inserito su "Napoli Magazine" è 'uniti dalla stessa passione', perchè la passione deve essere quel fuoco che alimenta tutto sempre. Poi, è chiaro che è entrato il business a farla da padrone e quindi è ovvio che quando di mezzo ci sono i soldi, tutto cambia un po'. Però la passione non deve mai mancare di base, altrimenti cosa raccontiamo se manca il nucleo centrale di tutto, si perde autenticità, se ne accorgono anche i telespettatori, i radioascoltatori e i lettori. Immorale pagare un calciatore decine di milioni di euro? C'è un divario enorme tra tutte le professioni e l'essere calciatore, già da diversi anni, perchè dalla fine degli anni '80 questi stipendi per i campioni sono cresciuti a dismisura, se pensiamo anche all'ultimo trasferimento che è stato annunciato per la prossima estate, ovvero quello del capitano del Napoli, Lorenzo Insigne, che andrà a giocare nel Toronto, è chiaro che già rispetto a quello che andava a guadagnare nel Napoli, andrà a guadagnare 3 volte tanto. E' un freno che non si riesce a mettere. Darei più uno stipendio umano, per calmierare tutti i mestieri, tutti i prezzi,ma è un mio parere personale, poi è chiaro che quando ci sono gli sponsor di mezzo il discorso cambia e quindi è tutta una ruota. Se il mondo del calcio è sempre sincero con i tifosi? Ho avuto l'opportunità di conoscere durante la mia carriera un grande personaggio che è Rafa Benitez, è stato un grande allenatore del Liverpool, ha vinto Champions, scudetti e quant'altro, in Italia ha allenato nell'Inter e nel Napoli e lui mi diceva sempre che il calcio spesso è bugia, è una tenera bugia, anche raccontata ai tifosi perchè non sempre si può dire la verità, magari un infortunio strada facendo si viene a sapere che non era così grave come inizialmente sembrava oppure semplicemente se un calciatore può arrivare in una squadra oppure no e quindi questo discorso della tenera bugia mi è piaciuto tanto come metafora e secondo me è una grande verità".
