NAPOLI - Ciro Venerato, giornalista Rai, ha rilasciato un'intervista a “Napoli Magazine”, esprimendo il proprio punto di vista sul momento del Napoli: “Il Napoli è costretto ad “essere” per poter “apparire”. È la dolce condanna di una squadra nata per esaltare lo stile e l’organizzazione di gioco. Nel 90 per cento dei casi ci è riuscita. Mai con Sarri il club aveva conosciuto l’onta dei 2 k.o. consecutivi. E mai nessuno si era permesso di vincere a Fuorigrotta: da sabato il San Paolo è un tempio sconsacrato. De Laurentiis non polemizzi con la critica. Non tutti attaccano per il gusto di farlo, bocciando il Napoli in malafede. In tanti analizzano in maniera lucida il momento dell’undici partenopeo. Mi permetto di dire la mia. Un’analisi in ordine sparso. Partirei da Sarri. Non è tanto il modulo in discussione ma gli interpreti. In parecchi non giocano ai loro livelli. Crisi atletica o di appagamento inconscio? Più di un dirigente propende per la seconda motivazione. Se così fosse Sarri cambi gerarchie, pur rischiando; non conceda più certezze a chi si sente titolare deputato. Torni a sudarsi il posto. La critica ha massacrato Jorginho. L’italo brasiliano ha in effetti giocato malissimo. Ma la squadra lo ha aiutato? Linee larghe, squadra lunga: di conseguenza il metronomo non è riuscito a svolgere il consueto ruolo di raccordo. C’è poi il caso Insigne. Anche un orbo noterebbe che ha smarrito il sorriso e la naturale sfrontatezza: il mancato rinnovo e il gelido rapporto con De Laurentiis hanno inciso eccome. Perchè non precettare subito il suo entourage? Insigne si sente snobbato. Davvero non è una priorità il rinnovo? A volte bisogna anche leggere tra le pieghe. Basta poco per spegnere o accendere l’entusiasmo di un campione. Sino ad allora però lo scugnizzo di Frattamaggiore torni a deliziare i suoi tifosi: meglio essere rimpianti che bocciati. Gabbiadini è invece il mistero buffo del Napoli. Resta a dispetto dei santi, forse anche di se stesso. Riepiloghiamo gli eventi. Il calciatore a fine anno chiede di essere ceduto. Scarso feeling tattico con Sarri. Il Napoli cerca un sostituto. Il suo agente porta offerte al sodalizio. Un buon precampionato frena De Laurentiis: teme di perdere un campione. Ma chi lo allena sogna Kalinic, Morata o Icardi dopo l’arrivo di Milik. Inizia la stagione. E Manolo gioca male a Pescara. Lo rimpiazza Milik che insieme a Mertens consente agli azzurri di rimontare il doppio svantaggio. Lunedi 22 agosto il bergamasco chiede al suo agente di andare via. L’Everton dopo 7 giorni formula una mega offerta che De Laurentiis rifiuta non avendo ingaggiato Pavoletti. Decisione non condivisa da Pagliari e Gabbiadini. 3 giorni prima che termini il mercato il Napoli prende Manolo per la gola offrendogli un pluriennale con tanti zeri. Il resto è noto. Resto del mio parere. L’ex Samp non mi sembra adatto alle trame tattiche del Napoli. Rischia di perdere un altro anno. Sarri, in attesa di gennaio, potrebbe puntare su Mertens, Callejon e persino El Kaddouri. Inserendo Manolo nelle partite facili o in corso d’opera. Senza Milik e Higuain il Napoli arriva nudo alla meta. Secondo posto ancora possibile ma vanno chiarite tante cose, fuori e dentro lo spogliatoio. Sarri saprà trovare la via giusta per riportare il sorriso al San Paolo. Un bagno d’umiltà farà bene a tutti. Il Napoli non è da scudetto, non lo è mai stato, ma neppure da rottamare. Inutile chiedere fatue rivoluzioni copernicane. Il Napoli ha una sua identità: va solo ritrovata la cattiveria giusta, smarrita dopo una notte di Champions".
di Napoli Magazine
17/10/2016 - 19:45
NAPOLI - Ciro Venerato, giornalista Rai, ha rilasciato un'intervista a “Napoli Magazine”, esprimendo il proprio punto di vista sul momento del Napoli: “Il Napoli è costretto ad “essere” per poter “apparire”. È la dolce condanna di una squadra nata per esaltare lo stile e l’organizzazione di gioco. Nel 90 per cento dei casi ci è riuscita. Mai con Sarri il club aveva conosciuto l’onta dei 2 k.o. consecutivi. E mai nessuno si era permesso di vincere a Fuorigrotta: da sabato il San Paolo è un tempio sconsacrato. De Laurentiis non polemizzi con la critica. Non tutti attaccano per il gusto di farlo, bocciando il Napoli in malafede. In tanti analizzano in maniera lucida il momento dell’undici partenopeo. Mi permetto di dire la mia. Un’analisi in ordine sparso. Partirei da Sarri. Non è tanto il modulo in discussione ma gli interpreti. In parecchi non giocano ai loro livelli. Crisi atletica o di appagamento inconscio? Più di un dirigente propende per la seconda motivazione. Se così fosse Sarri cambi gerarchie, pur rischiando; non conceda più certezze a chi si sente titolare deputato. Torni a sudarsi il posto. La critica ha massacrato Jorginho. L’italo brasiliano ha in effetti giocato malissimo. Ma la squadra lo ha aiutato? Linee larghe, squadra lunga: di conseguenza il metronomo non è riuscito a svolgere il consueto ruolo di raccordo. C’è poi il caso Insigne. Anche un orbo noterebbe che ha smarrito il sorriso e la naturale sfrontatezza: il mancato rinnovo e il gelido rapporto con De Laurentiis hanno inciso eccome. Perchè non precettare subito il suo entourage? Insigne si sente snobbato. Davvero non è una priorità il rinnovo? A volte bisogna anche leggere tra le pieghe. Basta poco per spegnere o accendere l’entusiasmo di un campione. Sino ad allora però lo scugnizzo di Frattamaggiore torni a deliziare i suoi tifosi: meglio essere rimpianti che bocciati. Gabbiadini è invece il mistero buffo del Napoli. Resta a dispetto dei santi, forse anche di se stesso. Riepiloghiamo gli eventi. Il calciatore a fine anno chiede di essere ceduto. Scarso feeling tattico con Sarri. Il Napoli cerca un sostituto. Il suo agente porta offerte al sodalizio. Un buon precampionato frena De Laurentiis: teme di perdere un campione. Ma chi lo allena sogna Kalinic, Morata o Icardi dopo l’arrivo di Milik. Inizia la stagione. E Manolo gioca male a Pescara. Lo rimpiazza Milik che insieme a Mertens consente agli azzurri di rimontare il doppio svantaggio. Lunedi 22 agosto il bergamasco chiede al suo agente di andare via. L’Everton dopo 7 giorni formula una mega offerta che De Laurentiis rifiuta non avendo ingaggiato Pavoletti. Decisione non condivisa da Pagliari e Gabbiadini. 3 giorni prima che termini il mercato il Napoli prende Manolo per la gola offrendogli un pluriennale con tanti zeri. Il resto è noto. Resto del mio parere. L’ex Samp non mi sembra adatto alle trame tattiche del Napoli. Rischia di perdere un altro anno. Sarri, in attesa di gennaio, potrebbe puntare su Mertens, Callejon e persino El Kaddouri. Inserendo Manolo nelle partite facili o in corso d’opera. Senza Milik e Higuain il Napoli arriva nudo alla meta. Secondo posto ancora possibile ma vanno chiarite tante cose, fuori e dentro lo spogliatoio. Sarri saprà trovare la via giusta per riportare il sorriso al San Paolo. Un bagno d’umiltà farà bene a tutti. Il Napoli non è da scudetto, non lo è mai stato, ma neppure da rottamare. Inutile chiedere fatue rivoluzioni copernicane. Il Napoli ha una sua identità: va solo ritrovata la cattiveria giusta, smarrita dopo una notte di Champions".