NAPOLI - Ciro Venerato, giornalista Rai, ha epresso a "Napoli Magazine" il suo pensiero dopo il pareggio a reti bianche tra Napoli ed Inter: "Poche ore fa prima di dire scrivere 4 pensieri in liberta’ mi sono messaggiato con Arrigo Sacchi per motivi strettamente personali. Un nostro comune amico sta lottando contro un avversario tosto, di quelli chiusi in difesa, ma sta studiando le giuste contromisure.
Arrigo gli ha inoculato una giusta dose di sensibilita’ per dargli forza e coraggio. Lui i nemici li ha sempre combattuti guardandoli in viso, senza mai prenderli alle spalle: in campo e fuori. E’ stato l’unico citti’ criticato per aver perso un mondiale ai calci di rigore con il Brasile. A Trapattoni, con tutto l’affetto che si puo’ provare per Giovannino, fu risparmiato tutto. In Corea ce la prendemmo con Moreno. Agli Europei fu colpa del biscotto tra Svezia e Danimarca.
Mi sa che lo stessa unita’ di misura certa stampa la adotta anche con Maurizio Sarri, allievo prediletto del mio amico (e maestro) Arrigo.
Ho letto commenti post Napoli-Inter da brividi. Prova di maturita’ della beneamata. Impresa sfiorata dall’undici neroazzurro. Ed altre simili amenita’. In Italia non si apprezza la prestazione, conta solo il risultato. Ha ragione da vendere il vate di Fusignano: la bellezza non e’ contemplata nel nostro pantheon ideologico. Vorrei quindi dire la mia sulla gara del San Paolo, evitando fatui campanilismi che non appartengono al mio dna personale. Ai tempi della B dissi piu’ volte che il Napoli di Reja non mi piaceva sotto il profilo del gioco, sostenendo il Genoa di Gasperini. Quindi sotto questo profilo nessuno puo’ permettersi di darmi lezioni. Sostengo Sarri perche’ credo nella sua idea di calcio, non perche’ allena il Napoli.
A) Spalletti e’ un signor tecnico, su questo non ci piove, e al San Paolo si e’ comportato in maniera saggia. Ha cercato di chiudere ogni varco in difesa, bloccando le linee di passaggio azzurre in seconda linea. Tattica rispettabile, ma assolutamente passiva, non degna di un club che aspira allo scudetto. L’Atalanta, tanto per non fare nomi, e’ scesa in campo con un piglio tattico diverso. Il 75 per cento di predominio territoriale (che non e’ il possesso palla) e’ tanta roba per un match tra prima e seconda. Il Napoli non ha vinto perche’ poco lucido sotto rete in alcune occasioni, senza dimenticare le paratone di Handanovic.
B) Spalletti, al di là di alcune frasi dette per dovere di cronaca, ha puntato tutto su sporadiche ripartenze. Le pochissime palle goal milanesi sono figlie del caso piu’ che di un momentaneo predominio. Tra Napoli e Inter, e Luciano lo sa, ci sono distanze ancora immense. L’Inter deve crescere ancora tanto, pur avendo una buona base. Su questo concordo con Spalletti: singolarmente i neroazzurri non sono distanti dal ciuccio. Un indiretto complimento al compagno Sarri ed una ennesima conferma delle mie teorie. Il Napoli in questi 3 anni e’ cresciuto grazie al sapiente lavoro collettivo che ha saputo poi esaltare ogni singolo. Vi ricordate Albiol, Koulibaly, Jorginho, Ghoulam ai tempi di Benitez? Oggi il Maradona del Napoli e’ il gioco. Anche senza qualche big sono certo che gli azzurri sapranno dire la loro.
C) Prima e dopo Manchester Pep Guardiola ha espresso parole importanti su Maurizio nostro. L’inventore del tiki taka ha incoronato il suo erede, ignorando chi in Italia lo scudetto lo ha vinto negli ultimi 3 anni. Semplice il motivo: chi fa calcio a certi livelli ha diversi metri di valutazione prima di giudicare. Con tutto il rispetto per Allegri, alla Juve fa notizia il tecnico che perde, non quello che vince. A Torino tutti ricordano Maifredi e Delneri, settimi in bianconero, non chi ha conquistato i tricolori. Troppo semplice vincerli a Torino, molto piu’ dura sotto il Vesuvio. Ma oggi il Napoli rappresenta il nuovo che avanza: ospite forse sgradito in un campionato privo di squadre moderne ai massimi livelli, se escludiamo la Samp di Giampaolo (altro figlio di Arrigo come Sarri). Il Napoli e’ gia’ leggenda, al di là degli almanacchi. Chiudo ancora una volta prendendo in prestito una frase di Sacchi: “Ci sono vittorie che restano negli archivi, altre destinate a restare nel cuore”. Chiedere a un certo Luis Vinicio per eventuali delucidazioni".
di Napoli Magazine
23/10/2017 - 20:58
NAPOLI - Ciro Venerato, giornalista Rai, ha epresso a "Napoli Magazine" il suo pensiero dopo il pareggio a reti bianche tra Napoli ed Inter: "Poche ore fa prima di dire scrivere 4 pensieri in liberta’ mi sono messaggiato con Arrigo Sacchi per motivi strettamente personali. Un nostro comune amico sta lottando contro un avversario tosto, di quelli chiusi in difesa, ma sta studiando le giuste contromisure.
Arrigo gli ha inoculato una giusta dose di sensibilita’ per dargli forza e coraggio. Lui i nemici li ha sempre combattuti guardandoli in viso, senza mai prenderli alle spalle: in campo e fuori. E’ stato l’unico citti’ criticato per aver perso un mondiale ai calci di rigore con il Brasile. A Trapattoni, con tutto l’affetto che si puo’ provare per Giovannino, fu risparmiato tutto. In Corea ce la prendemmo con Moreno. Agli Europei fu colpa del biscotto tra Svezia e Danimarca.
Mi sa che lo stessa unita’ di misura certa stampa la adotta anche con Maurizio Sarri, allievo prediletto del mio amico (e maestro) Arrigo.
Ho letto commenti post Napoli-Inter da brividi. Prova di maturita’ della beneamata. Impresa sfiorata dall’undici neroazzurro. Ed altre simili amenita’. In Italia non si apprezza la prestazione, conta solo il risultato. Ha ragione da vendere il vate di Fusignano: la bellezza non e’ contemplata nel nostro pantheon ideologico. Vorrei quindi dire la mia sulla gara del San Paolo, evitando fatui campanilismi che non appartengono al mio dna personale. Ai tempi della B dissi piu’ volte che il Napoli di Reja non mi piaceva sotto il profilo del gioco, sostenendo il Genoa di Gasperini. Quindi sotto questo profilo nessuno puo’ permettersi di darmi lezioni. Sostengo Sarri perche’ credo nella sua idea di calcio, non perche’ allena il Napoli.
A) Spalletti e’ un signor tecnico, su questo non ci piove, e al San Paolo si e’ comportato in maniera saggia. Ha cercato di chiudere ogni varco in difesa, bloccando le linee di passaggio azzurre in seconda linea. Tattica rispettabile, ma assolutamente passiva, non degna di un club che aspira allo scudetto. L’Atalanta, tanto per non fare nomi, e’ scesa in campo con un piglio tattico diverso. Il 75 per cento di predominio territoriale (che non e’ il possesso palla) e’ tanta roba per un match tra prima e seconda. Il Napoli non ha vinto perche’ poco lucido sotto rete in alcune occasioni, senza dimenticare le paratone di Handanovic.
B) Spalletti, al di là di alcune frasi dette per dovere di cronaca, ha puntato tutto su sporadiche ripartenze. Le pochissime palle goal milanesi sono figlie del caso piu’ che di un momentaneo predominio. Tra Napoli e Inter, e Luciano lo sa, ci sono distanze ancora immense. L’Inter deve crescere ancora tanto, pur avendo una buona base. Su questo concordo con Spalletti: singolarmente i neroazzurri non sono distanti dal ciuccio. Un indiretto complimento al compagno Sarri ed una ennesima conferma delle mie teorie. Il Napoli in questi 3 anni e’ cresciuto grazie al sapiente lavoro collettivo che ha saputo poi esaltare ogni singolo. Vi ricordate Albiol, Koulibaly, Jorginho, Ghoulam ai tempi di Benitez? Oggi il Maradona del Napoli e’ il gioco. Anche senza qualche big sono certo che gli azzurri sapranno dire la loro.
C) Prima e dopo Manchester Pep Guardiola ha espresso parole importanti su Maurizio nostro. L’inventore del tiki taka ha incoronato il suo erede, ignorando chi in Italia lo scudetto lo ha vinto negli ultimi 3 anni. Semplice il motivo: chi fa calcio a certi livelli ha diversi metri di valutazione prima di giudicare. Con tutto il rispetto per Allegri, alla Juve fa notizia il tecnico che perde, non quello che vince. A Torino tutti ricordano Maifredi e Delneri, settimi in bianconero, non chi ha conquistato i tricolori. Troppo semplice vincerli a Torino, molto piu’ dura sotto il Vesuvio. Ma oggi il Napoli rappresenta il nuovo che avanza: ospite forse sgradito in un campionato privo di squadre moderne ai massimi livelli, se escludiamo la Samp di Giampaolo (altro figlio di Arrigo come Sarri). Il Napoli e’ gia’ leggenda, al di là degli almanacchi. Chiudo ancora una volta prendendo in prestito una frase di Sacchi: “Ci sono vittorie che restano negli archivi, altre destinate a restare nel cuore”. Chiedere a un certo Luis Vinicio per eventuali delucidazioni".