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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Il curioso 'caso' del Napoli, incanta e vola verso sogni di gloria!"
04.04.2022 23:00 di Napoli Magazine
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NAPOLI - Archiviato l'inesistente "Caso Osimhen", che aveva concordato col club il rientro posticipato di un giorno e mezzo in città, complice la squalifica a Bergamo, c'è un altro "caso" che attanaglia le menti di chi ama le dietrologie: si tratta di una squadra, ottimamente allenata, che dopo aver perso in casa contro il Milan e lì che lotta, a suon di vittorie, andando in pressing sulle milanesi. Sto parlando chiaramente del Napoli, che ha conquistato tre punti d'oro nella volata finale verso lo scudetto, dopo i successi contro Verona ed Udinese. Una vittoria sontuosa, dopo una gara dominata su un campo difficile. Senza Osimhen e Di Lorenzo, Spalletti ha saputo sostituirli al meglio con Mertens (abile a guadagnarsi il penalty che ha aperto le marcature) e Zanoli (prova maiuscola del giovane terzino, con l'assist d'oro per il belga). Il tutto grazie ad una prova attenta della difesa, fatta eccezione di qualche piccola svista innocua di Koulibaly, che ha potuto contare su un puntualissimo Juan Jesus ed un impeccabile Mario Rui (a tutto campo, e coriaceo in fase di anticipo). Se poi a centrocampo non è stata la miglior giornata di Anguissa, con Zielinski (ottimo nei primi 25 minuti, con l'unico neo di aver lasciato poi Miranchuk libero di crossare per la capocciata di De Roon) bene a metà, a far la differenza ci ha pensato il solito Lobotka, un tuttologo ormai indispensabile per come tambureggia tra le maglie avversarie infilandosi come il coltello che affonda la sua lama nel burro. Va detto pure che l'Atalanta non ha giocato malissimo, semplicemente ha dovuto soccombere allo strapotere del Napoli, che ha dominato la sfida nei momenti clou. Prendiamo Insigne, dopo il gol su rigore, ha servito un assist da fenomeno su calcio di punizione per il gancio mancino (incrociato) di Politano. Un'azione da brividi. E la crescita mentale della squadra e' parsa evidente quando il gruppo non si e' disunito dopo la rete dei padroni di casa. Li' si e' vista la mano del tecnico, che con gli inserimenti di Fabian (per tenere palla) e soprattutto di Lozano ed Elmas ha saputo spegnere con il terzo gol costruito dal messicano e rifinito dal macedone ogni velleità di rimonta da parte degli uomini di Gasperini. Una lezione di calcio firmata Spalletti, che, come d'incanto, lancia ormai questo Napoli verso sogni di gloria nelle ultime sette storie tutte da vivere. Un passo alla volta, Milan ed Inter permettendo.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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NAPOLI - Archiviato l'inesistente "Caso Osimhen", che aveva concordato col club il rientro posticipato di un giorno e mezzo in città, complice la squalifica a Bergamo, c'è un altro "caso" che attanaglia le menti di chi ama le dietrologie: si tratta di una squadra, ottimamente allenata, che dopo aver perso in casa contro il Milan e lì che lotta, a suon di vittorie, andando in pressing sulle milanesi. Sto parlando chiaramente del Napoli, che ha conquistato tre punti d'oro nella volata finale verso lo scudetto, dopo i successi contro Verona ed Udinese. Una vittoria sontuosa, dopo una gara dominata su un campo difficile. Senza Osimhen e Di Lorenzo, Spalletti ha saputo sostituirli al meglio con Mertens (abile a guadagnarsi il penalty che ha aperto le marcature) e Zanoli (prova maiuscola del giovane terzino, con l'assist d'oro per il belga). Il tutto grazie ad una prova attenta della difesa, fatta eccezione di qualche piccola svista innocua di Koulibaly, che ha potuto contare su un puntualissimo Juan Jesus ed un impeccabile Mario Rui (a tutto campo, e coriaceo in fase di anticipo). Se poi a centrocampo non è stata la miglior giornata di Anguissa, con Zielinski (ottimo nei primi 25 minuti, con l'unico neo di aver lasciato poi Miranchuk libero di crossare per la capocciata di De Roon) bene a metà, a far la differenza ci ha pensato il solito Lobotka, un tuttologo ormai indispensabile per come tambureggia tra le maglie avversarie infilandosi come il coltello che affonda la sua lama nel burro. Va detto pure che l'Atalanta non ha giocato malissimo, semplicemente ha dovuto soccombere allo strapotere del Napoli, che ha dominato la sfida nei momenti clou. Prendiamo Insigne, dopo il gol su rigore, ha servito un assist da fenomeno su calcio di punizione per il gancio mancino (incrociato) di Politano. Un'azione da brividi. E la crescita mentale della squadra e' parsa evidente quando il gruppo non si e' disunito dopo la rete dei padroni di casa. Li' si e' vista la mano del tecnico, che con gli inserimenti di Fabian (per tenere palla) e soprattutto di Lozano ed Elmas ha saputo spegnere con il terzo gol costruito dal messicano e rifinito dal macedone ogni velleità di rimonta da parte degli uomini di Gasperini. Una lezione di calcio firmata Spalletti, che, come d'incanto, lancia ormai questo Napoli verso sogni di gloria nelle ultime sette storie tutte da vivere. Un passo alla volta, Milan ed Inter permettendo.

 

 

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