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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, che il 2° posto non diventi l'alibi del vorrei ma non posso"
19.04.2019 11:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Complimenti all'Arsenal. Giusto fare i complimenti all'avversario che, tra l'andata e il ritorno dei Quarti di finale di Europa League, ha meritato il passaggio del turno, per grinta, concentrazione e soprattutto anima. Di sicuro era lecito attendersi molto di più dal Napoli. Disastroso nei primi 20 minuti dell'Emirates e spento nel maldestro tentativo di rimonta, amaramente e prematuramente svanito dopo la rete su punizione di Lacazette. Dal 36° minuto del primo tempo, infatti, la squadra ha salutato l'Europa League. Senza crederci più. Con azioni offensive che nulla avevano a che fare col Napoli tambureggiante della scorsa stagione. Troppo poco, dopo aver chiamato a gran voce a raccolta il pubblico. A tal proposito va detto che la risposta c'è stata, con le due curve davvero spettacolari, vestite con l'abito delle grandi occasioni, grazie a due scenografie degne della miglior fase finale della Champions League. Poi il black out. O meglio, la malinconica consapevolezza di non poter rimontare. Con un Arsenal super attento in fase difensiva. Altro che formazione scarsa in trasferta, come sostenuto da alcuni opinionisti. Inutile girarci intorno. Dopo Sarri, con Ancelotti in panchina, in molti si aspettavano un'altra grandissima stagione. O almeno un trofeo dal Re di Coppe. E purtroppo così non è stato. Seppur visibilmente nervoso, il leader calmo ha predicato serenità: "Il futuro lo abbiamo già programmato da tempo". Bene, benissimo. Ma permetteteci un bel pò di umana delusione. Ci sta. Nessun dramma, per carità. Ma nervi un pò in dissesto sì, eccome! Non ho condiviso la necessità di voler sottolineare che nella sua storia il Napoli non ha mai raggiunto spesso i Quarti di finale di Europa League. Una verità incontestabile, per carità, ma che in una piazza passionale come quella partenopea, a caldo, non fa altro che aumentare l'amarezza. Di fatto a metà aprile, il club non è in lotta in Europa, ha lasciato al Milan la possibilità di andare avanti in Coppa Italia e si crogiola sul secondo posto in classifica, che è sicuramente un bel traguardo ma che non deve diventare l'alibi per poter dire: "Alla luce dei fatturati delle altre squadre, abbiamo già fatto tanto". Il pubblico chiede solo il massimo impegno, una squadra coinvolgente, che lotti fino all'ultimo secondo. Poi se arriva il risultato ben venga. Ecco perchè Sarri è stato amato. Per il gioco e per l'idea trascinante. Ma, vi prego, come fu per l'ex allenatore, che ogni tanto cadeva in questo errore dialettico, non parliamo di fatturati, perchè il tifoso è tifoso, non fa il ragioniere, e vuole vincere. Altrimenti potremmo portare ad esempio l'Ajax, il cui valore della rosa, di sicuro, non era pari a quella azzurra ad inizio campionato. Che serva da monito per la prossima stagione, dove uno dei principali obiettivi deve essere, oltre a quello di confermarsi in Champions League, di non arrivare a 17 punti di distacco dalla Juventus. Chiosa finale sui fischi ad Insigne ed i cori contro ADL: non ho visto nessun caso, semplicemente una manifestazione di delusione generale per l'obiettivo sfumato. Direbbe Rafa Benitez: ci può stare.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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19/04/2024 - 11:00

NAPOLI - Complimenti all'Arsenal. Giusto fare i complimenti all'avversario che, tra l'andata e il ritorno dei Quarti di finale di Europa League, ha meritato il passaggio del turno, per grinta, concentrazione e soprattutto anima. Di sicuro era lecito attendersi molto di più dal Napoli. Disastroso nei primi 20 minuti dell'Emirates e spento nel maldestro tentativo di rimonta, amaramente e prematuramente svanito dopo la rete su punizione di Lacazette. Dal 36° minuto del primo tempo, infatti, la squadra ha salutato l'Europa League. Senza crederci più. Con azioni offensive che nulla avevano a che fare col Napoli tambureggiante della scorsa stagione. Troppo poco, dopo aver chiamato a gran voce a raccolta il pubblico. A tal proposito va detto che la risposta c'è stata, con le due curve davvero spettacolari, vestite con l'abito delle grandi occasioni, grazie a due scenografie degne della miglior fase finale della Champions League. Poi il black out. O meglio, la malinconica consapevolezza di non poter rimontare. Con un Arsenal super attento in fase difensiva. Altro che formazione scarsa in trasferta, come sostenuto da alcuni opinionisti. Inutile girarci intorno. Dopo Sarri, con Ancelotti in panchina, in molti si aspettavano un'altra grandissima stagione. O almeno un trofeo dal Re di Coppe. E purtroppo così non è stato. Seppur visibilmente nervoso, il leader calmo ha predicato serenità: "Il futuro lo abbiamo già programmato da tempo". Bene, benissimo. Ma permetteteci un bel pò di umana delusione. Ci sta. Nessun dramma, per carità. Ma nervi un pò in dissesto sì, eccome! Non ho condiviso la necessità di voler sottolineare che nella sua storia il Napoli non ha mai raggiunto spesso i Quarti di finale di Europa League. Una verità incontestabile, per carità, ma che in una piazza passionale come quella partenopea, a caldo, non fa altro che aumentare l'amarezza. Di fatto a metà aprile, il club non è in lotta in Europa, ha lasciato al Milan la possibilità di andare avanti in Coppa Italia e si crogiola sul secondo posto in classifica, che è sicuramente un bel traguardo ma che non deve diventare l'alibi per poter dire: "Alla luce dei fatturati delle altre squadre, abbiamo già fatto tanto". Il pubblico chiede solo il massimo impegno, una squadra coinvolgente, che lotti fino all'ultimo secondo. Poi se arriva il risultato ben venga. Ecco perchè Sarri è stato amato. Per il gioco e per l'idea trascinante. Ma, vi prego, come fu per l'ex allenatore, che ogni tanto cadeva in questo errore dialettico, non parliamo di fatturati, perchè il tifoso è tifoso, non fa il ragioniere, e vuole vincere. Altrimenti potremmo portare ad esempio l'Ajax, il cui valore della rosa, di sicuro, non era pari a quella azzurra ad inizio campionato. Che serva da monito per la prossima stagione, dove uno dei principali obiettivi deve essere, oltre a quello di confermarsi in Champions League, di non arrivare a 17 punti di distacco dalla Juventus. Chiosa finale sui fischi ad Insigne ed i cori contro ADL: non ho visto nessun caso, semplicemente una manifestazione di delusione generale per l'obiettivo sfumato. Direbbe Rafa Benitez: ci può stare.

 

 

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