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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Poteva starci il rigore su Osimhen, ma niente alibi: come spesso accade, il Napoli è mancato sul più bello"
07.03.2022 23:55 di Napoli Magazine
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NAPOLI - Avrei immaginato un finale di compleanno diverso per me, ed un inizio di 63° genetliaco diverso per Luciano Spalletti. Invece, niente da fare. Come spesso accade nella storia recente del Napoli di ADL, ci si trascina dietro un vecchio neo: sul piu' bello la squadra non riesce a fare l'ultimo salto per consolidarsi al primo posto. E cosi' via alle analisi: c'e' chi parla di mancanza di personalita', altri che sottolineano una sorta di assuefazione da qualificazione in Champions a portata di mano, c'e' anche chi ricorda il tarlo delle multe irrisolte e dei mancati rinnovi, ma sta di fatto che qui si parla di professionisti, pagati profumatamente per svolgere il proprio lavoro, per cui il difetto, se lo si vuole individuare, va cercato in quanto proposto sul campo. Con Osimhen, lasciato solo in attacco, e Fabian con Lobotka nel ruolo di frangiflutti a meta' campo, bisognava accendere la luce sulla trequarti per arrivare alla conclusione decisiva. E stavolta Insigne non ci e' riuscito, oscurando di fatto anche il raggio d'azione di Zielinski, non pervenuto, come pure Politano, spesso a zonzo sull'out destro senza riuscire a trovare il varco giusto. Nonostante la buona volota' di Di Lorenzo, cercato spesso anche perche' dall'altro lato Messias circumnavigava spesso Mario Rui, il Napoli non e' riuscito a costruire una serie di palle gol degne di nota, se non nel finale quando con Ounas, Mertens e Lozano qualche accenno fantasioso si e' visto ma ormai era troppo tardi. Il Milan, onestamente, non mi e' piaciuto, va detto pero' che e' venuto a Napoli, chiudendosi, e portando via tre punti d'oro con un tiro sporco di Giroud: per cui tanto di cappello e complimenti. Non impeccabili Koulibaly e Rrahmani, come pure (probabilmente) era lecito attendersi qualcosa in piu' dai subentrati Anguissa ed Elmas. E' vero, ci poteva stare un rigore per il tocco di Tomori su Osimhen, mentre non c'era quello richiesto a gran voce da Pioli per il tocchetto di Koulibaly su Bennacer (che abbassa la testa protraendosi verso l'anca del senegalese, il quale non puo' scomparire), ma non me la sento di aggrapparmi a quest'episodio. Significherebbe dare un alibi ad una squadra che, dopo la Lazio, sperava di poter pensare in grande, mentre purtroppo si ritrova ancora una volta a fare i conti con la paura di entrare nella storia. Peccato, vincere sarebbe stata una "figata pazzesca" dinanzi al pubblico delle grandi occasioni ed invece nulla di fatto. Ora pero' non bisogna demoralizzarsi, perche' la Juventus dista appena 4 lunghezze ed il piazzamento Champions (almeno quello) non va messo in discussione. Va difeso a denti stretti, poi se le milanesi dovessero clamorosamente crollare magari si proverà a ridare un occhio lassù, senza stress o pressioni di alcun tipo. 

 

 
 
Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
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07/03/2022 - 23:55

NAPOLI - Avrei immaginato un finale di compleanno diverso per me, ed un inizio di 63° genetliaco diverso per Luciano Spalletti. Invece, niente da fare. Come spesso accade nella storia recente del Napoli di ADL, ci si trascina dietro un vecchio neo: sul piu' bello la squadra non riesce a fare l'ultimo salto per consolidarsi al primo posto. E cosi' via alle analisi: c'e' chi parla di mancanza di personalita', altri che sottolineano una sorta di assuefazione da qualificazione in Champions a portata di mano, c'e' anche chi ricorda il tarlo delle multe irrisolte e dei mancati rinnovi, ma sta di fatto che qui si parla di professionisti, pagati profumatamente per svolgere il proprio lavoro, per cui il difetto, se lo si vuole individuare, va cercato in quanto proposto sul campo. Con Osimhen, lasciato solo in attacco, e Fabian con Lobotka nel ruolo di frangiflutti a meta' campo, bisognava accendere la luce sulla trequarti per arrivare alla conclusione decisiva. E stavolta Insigne non ci e' riuscito, oscurando di fatto anche il raggio d'azione di Zielinski, non pervenuto, come pure Politano, spesso a zonzo sull'out destro senza riuscire a trovare il varco giusto. Nonostante la buona volota' di Di Lorenzo, cercato spesso anche perche' dall'altro lato Messias circumnavigava spesso Mario Rui, il Napoli non e' riuscito a costruire una serie di palle gol degne di nota, se non nel finale quando con Ounas, Mertens e Lozano qualche accenno fantasioso si e' visto ma ormai era troppo tardi. Il Milan, onestamente, non mi e' piaciuto, va detto pero' che e' venuto a Napoli, chiudendosi, e portando via tre punti d'oro con un tiro sporco di Giroud: per cui tanto di cappello e complimenti. Non impeccabili Koulibaly e Rrahmani, come pure (probabilmente) era lecito attendersi qualcosa in piu' dai subentrati Anguissa ed Elmas. E' vero, ci poteva stare un rigore per il tocco di Tomori su Osimhen, mentre non c'era quello richiesto a gran voce da Pioli per il tocchetto di Koulibaly su Bennacer (che abbassa la testa protraendosi verso l'anca del senegalese, il quale non puo' scomparire), ma non me la sento di aggrapparmi a quest'episodio. Significherebbe dare un alibi ad una squadra che, dopo la Lazio, sperava di poter pensare in grande, mentre purtroppo si ritrova ancora una volta a fare i conti con la paura di entrare nella storia. Peccato, vincere sarebbe stata una "figata pazzesca" dinanzi al pubblico delle grandi occasioni ed invece nulla di fatto. Ora pero' non bisogna demoralizzarsi, perche' la Juventus dista appena 4 lunghezze ed il piazzamento Champions (almeno quello) non va messo in discussione. Va difeso a denti stretti, poi se le milanesi dovessero clamorosamente crollare magari si proverà a ridare un occhio lassù, senza stress o pressioni di alcun tipo. 

 

 
 
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