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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, il futuro è già ora: Spalletti, ADL e le parole che (non) ti ho detto"
22.05.2023 23:39 di Napoli Magazine

NAPOLI - Nonostante una direzione arbitrale per nulla all'altezza della situazione, con un gol regolare annullato al Napoli ed un'espulsione per doppio giallo (ritardata) di Gagliardini, gli uomini di Spalletti hanno portato a casa la 27.ma vittoria stagionale, in una domenica dal clima rigido, tra folate di vento, freddo a tratti e pioggia che nulla hanno a che vedere con il mese di maggio. A dir poco straordinario il cammino degli azzurri, ancor di più se si considera che con la vittoria ottenuta contro l'Inter sono state battute tutte le squadre del campionato. Dopo un primo tempo interlocutorio, ma con totale predominio partenopeo del campo, la girata di Anguissa (gia' in precedenza vicino al gol in due circostanze) ha aperto le danze al Maradona. Eppure la beffa stava per materializzarsi ad otto minuti dalla fine del match, dopo il pari di Lukaku bravo a sfruttare l'assenza del sostituito Kim per dare spazio a Juan Jesus, con l'arbitro Marinelli che poco prima aveva ingiustamente annullato un gol a Simeone (inesistente il fallo di Zielinski, dato che il polacco tocca nettamente il pallone prima di servirlo a Kvara per l'assist). Dov'e' il VAR? Chi lo sa. In questi casi di svista evidente dovrebbe intervenire senza se e senza ma. Per fortuna a far passare tutto in secondo piano sono arrivate altre due reti: da cineteca la conclusione di capitan Di Lorenzo e per la gloria quella allo scadere di Gaetano. Quest'ultimo, probabilmente, in questa stagione, avrebbe meritato piu' spazio. Magari andando avanti in Coppa Italia i margini per concedergli piu' minuti sarebbero aumentati. E cosi' il 3-1 fa felici gli estimatori del campo, quelli che a tutti i costi bisogna onorare la stagione fino alla fine, anche se lo Scudetto e' gia cucito da un bel po' sul petto. Resi contenti i fans del terreno di gioco, in tanti hanno atteso invano le dichiarazioni del post gara. In estrema sintesi: coloro i quali volevano sapere se Spalletti resta o se ne va dalle parole del diretto interessato saranno rimasti delusi. ADL ha reso noto gia' da un po' di aver esercitato il rinnovo del contratto via pec. Dal canto suo l'allenatore ha sottolineato che tutto e' stato gia' deciso nell'ormai nota cena con il presidente ma che spetta al club pronunciarsi. Il numero uno azzurro, tra una telefonata e l'altra, durante la conferenza di presentazione del ritiro a Dimaro ha glissato sull'argomento, salvo poi ribadire successivamente che non intende tarpare le ali a nessuno. Spalletti sostiene che non si sente le ali tarpate, che non attende offerte di altri club, che non ha rifiutato il rinnovo e non ha alcuna clausola da pagare. Unendo i pezzi di questo puzzle verrebbe da pensare che il trainer di Certaldo, tra le sue valutazioni personali, non escluda nemmeno quella di dimettersi e fermarsi (per un anno) in modo tale da indossare i suoi stivali e starsene in pace nella sua tenuta di Montaione. Magari avra' semplicemente chiesto tempo per pensare un pò, perchè "se non sei convinto di dare a questa piazza tutto quello che merita - ha evidenziato lo stesso tecnico in prima persona dopo Napoli-Inter -, è giusto fare dei ragionamenti e poi andare dritto. Non è un'idea che ci è piovuta addosso". D'altronde anche al sottoscritto proprio Lucianone a Castel Volturno qualche ora prima aveva replicato: "Io sono stato già ripagato dall'amore dei tifosi, sono a posto, ma ogni anno alla mia età devo rifare l'inventario di quello che mi gira per il cervello. Posso parlare solo di quest'anno dopo che l'ha detto il presidente". Ora tocca solo a loro rendere noti i rispettivi pensieri, anche perche' in un clima di festa perdersi nei meandri delle parole che non ti ho detto (ad alta voce, in questo caso), volendo parafrasare un celebre film con Kevin Costner, non sembra esaltare più di tanto il pubblico, che gia' sogna le nuove maglie, indossate da Osimhen e Kvara, con il tricolore cucito sul petto. E poi andrebbe anche un attimo delineata la questione d.s., con Giuntoli (sotto contratto ancora per un ulteriore anno) tornato silente nelle dichiarazioni pre partita ed assente in sala stampa nelle press conference di vigilia. Dettagli che deviano un po' l'attenzione dalla Grande Bellezza, ovvero: il Napoli Campione d'Italia dopo 33 anni, un concetto da non far passare in secondo piano. Piccola postilla finale: nel lasciare la sala stampa dello Stadio, il mister mi ha guardato negli occhi chiedendomi se volessi una definizione di coraggio. A caldo gli ho fatto cenno che non era necessaria, il motivo è semplice: il Napoli e i napoletani gli saranno sempre grati per le emozioni regalate in questa stagione indimenticabile, a prescindere da tutto. Poi per il futuro niente paura: ci pensa Re Mida Aurelio, come da quasi 20 anni a questa parte. 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, il futuro è già ora: Spalletti, ADL e le parole che (non) ti ho detto"

di Napoli Magazine

22/05/2024 - 23:39

NAPOLI - Nonostante una direzione arbitrale per nulla all'altezza della situazione, con un gol regolare annullato al Napoli ed un'espulsione per doppio giallo (ritardata) di Gagliardini, gli uomini di Spalletti hanno portato a casa la 27.ma vittoria stagionale, in una domenica dal clima rigido, tra folate di vento, freddo a tratti e pioggia che nulla hanno a che vedere con il mese di maggio. A dir poco straordinario il cammino degli azzurri, ancor di più se si considera che con la vittoria ottenuta contro l'Inter sono state battute tutte le squadre del campionato. Dopo un primo tempo interlocutorio, ma con totale predominio partenopeo del campo, la girata di Anguissa (gia' in precedenza vicino al gol in due circostanze) ha aperto le danze al Maradona. Eppure la beffa stava per materializzarsi ad otto minuti dalla fine del match, dopo il pari di Lukaku bravo a sfruttare l'assenza del sostituito Kim per dare spazio a Juan Jesus, con l'arbitro Marinelli che poco prima aveva ingiustamente annullato un gol a Simeone (inesistente il fallo di Zielinski, dato che il polacco tocca nettamente il pallone prima di servirlo a Kvara per l'assist). Dov'e' il VAR? Chi lo sa. In questi casi di svista evidente dovrebbe intervenire senza se e senza ma. Per fortuna a far passare tutto in secondo piano sono arrivate altre due reti: da cineteca la conclusione di capitan Di Lorenzo e per la gloria quella allo scadere di Gaetano. Quest'ultimo, probabilmente, in questa stagione, avrebbe meritato piu' spazio. Magari andando avanti in Coppa Italia i margini per concedergli piu' minuti sarebbero aumentati. E cosi' il 3-1 fa felici gli estimatori del campo, quelli che a tutti i costi bisogna onorare la stagione fino alla fine, anche se lo Scudetto e' gia cucito da un bel po' sul petto. Resi contenti i fans del terreno di gioco, in tanti hanno atteso invano le dichiarazioni del post gara. In estrema sintesi: coloro i quali volevano sapere se Spalletti resta o se ne va dalle parole del diretto interessato saranno rimasti delusi. ADL ha reso noto gia' da un po' di aver esercitato il rinnovo del contratto via pec. Dal canto suo l'allenatore ha sottolineato che tutto e' stato gia' deciso nell'ormai nota cena con il presidente ma che spetta al club pronunciarsi. Il numero uno azzurro, tra una telefonata e l'altra, durante la conferenza di presentazione del ritiro a Dimaro ha glissato sull'argomento, salvo poi ribadire successivamente che non intende tarpare le ali a nessuno. Spalletti sostiene che non si sente le ali tarpate, che non attende offerte di altri club, che non ha rifiutato il rinnovo e non ha alcuna clausola da pagare. Unendo i pezzi di questo puzzle verrebbe da pensare che il trainer di Certaldo, tra le sue valutazioni personali, non escluda nemmeno quella di dimettersi e fermarsi (per un anno) in modo tale da indossare i suoi stivali e starsene in pace nella sua tenuta di Montaione. Magari avra' semplicemente chiesto tempo per pensare un pò, perchè "se non sei convinto di dare a questa piazza tutto quello che merita - ha evidenziato lo stesso tecnico in prima persona dopo Napoli-Inter -, è giusto fare dei ragionamenti e poi andare dritto. Non è un'idea che ci è piovuta addosso". D'altronde anche al sottoscritto proprio Lucianone a Castel Volturno qualche ora prima aveva replicato: "Io sono stato già ripagato dall'amore dei tifosi, sono a posto, ma ogni anno alla mia età devo rifare l'inventario di quello che mi gira per il cervello. Posso parlare solo di quest'anno dopo che l'ha detto il presidente". Ora tocca solo a loro rendere noti i rispettivi pensieri, anche perche' in un clima di festa perdersi nei meandri delle parole che non ti ho detto (ad alta voce, in questo caso), volendo parafrasare un celebre film con Kevin Costner, non sembra esaltare più di tanto il pubblico, che gia' sogna le nuove maglie, indossate da Osimhen e Kvara, con il tricolore cucito sul petto. E poi andrebbe anche un attimo delineata la questione d.s., con Giuntoli (sotto contratto ancora per un ulteriore anno) tornato silente nelle dichiarazioni pre partita ed assente in sala stampa nelle press conference di vigilia. Dettagli che deviano un po' l'attenzione dalla Grande Bellezza, ovvero: il Napoli Campione d'Italia dopo 33 anni, un concetto da non far passare in secondo piano. Piccola postilla finale: nel lasciare la sala stampa dello Stadio, il mister mi ha guardato negli occhi chiedendomi se volessi una definizione di coraggio. A caldo gli ho fatto cenno che non era necessaria, il motivo è semplice: il Napoli e i napoletani gli saranno sempre grati per le emozioni regalate in questa stagione indimenticabile, a prescindere da tutto. Poi per il futuro niente paura: ci pensa Re Mida Aurelio, come da quasi 20 anni a questa parte. 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
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