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MEDIASET - Petrazzuolo: "Napoli: Fernando Llorente boa, con Callejon, Mertens e Insigne per ripartire"
13.10.2019 12:54 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Petrazzuolo per Sport Mediaset

NAPOLI - “Come schiereresti il Napoli in attacco contro il Verona?”. L’interrogativo mi è stato posto da un lettore della rubrica. E devo dire che, tra le varie soluzioni, quella che mi intrigherebbe di più sarebbe quella con una sorta di tridente leggero, composto da Callejon, Mertens e Insigne, a sostegno della punta centrale Fernando Llorente. Ovviamente non mi sto sostituendo a Carlo Ancelotti, ma mi sembrava carino, in questa domenica di pausa per la sosta delle Nazionali, rispondere ad uno di voi che avete la bontà di leggermi con le mie opinioni azzurre. Che sia 4-4-2, 4-3-3 o 4-2-3-1, non lascerei in panchina gli interpreti menzionati, dandogli ovviamente tutto il sostegno necessario con uomini di rottura e classe come Allan (o Elmas) e Fabian Ruiz. Troppo sbilanciati in avanti? Sarà, ma le idee, la fantasia, l’estro e l’irruenza sono doti che non devono mai mancare. Nel post partita di Torino-Napoli, Carlo Ancelotti ha sottolineato come nel giro di una settimana la critica sia passata dalla difesa all’attacco. E’ vero che è fondamentale non prenderle, ma lì davanti è necessario far gol. Il tutto con il sostegno di un centrocampo, che apra i varchi per le conclusioni nello specchio della porta. Chiamatela pure “mancanza di lucidità”, ma va detto che le occasioni da rete non mancano mai. Serve spesso più cattiveria agonistica, meglio nota come “cazzimma” a Napoli e dintorni, per fare in modo che certe situazioni non vengano vanificate. Il Napoli può contare su una rosa ampia. Quest’aspetto però, da plus non può e non deve diventare un minus. E’ vero che 13-14 giocatori, magari, erano pochi, ma utilizzarne 20-22 forse è un’impresa da Premio Oscar. Magari basterebbe una via di mezzo, anche un David di Donatello, per restare in tema cinematografico, per far sì che la squadra acquisisca maggiori certezze ed automatismi che solo il tempo può garantire. L’importante è non variare troppo gli interpreti, altrimenti i risultati (almeno in questo primo mese di campionato) faticano ad arrivare. Lo avrà notato anche Ancelotti, che ora è chiamato a far vedere il suo “vero” Napoli.

 

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13/10/2024 - 12:54

NAPOLI - “Come schiereresti il Napoli in attacco contro il Verona?”. L’interrogativo mi è stato posto da un lettore della rubrica. E devo dire che, tra le varie soluzioni, quella che mi intrigherebbe di più sarebbe quella con una sorta di tridente leggero, composto da Callejon, Mertens e Insigne, a sostegno della punta centrale Fernando Llorente. Ovviamente non mi sto sostituendo a Carlo Ancelotti, ma mi sembrava carino, in questa domenica di pausa per la sosta delle Nazionali, rispondere ad uno di voi che avete la bontà di leggermi con le mie opinioni azzurre. Che sia 4-4-2, 4-3-3 o 4-2-3-1, non lascerei in panchina gli interpreti menzionati, dandogli ovviamente tutto il sostegno necessario con uomini di rottura e classe come Allan (o Elmas) e Fabian Ruiz. Troppo sbilanciati in avanti? Sarà, ma le idee, la fantasia, l’estro e l’irruenza sono doti che non devono mai mancare. Nel post partita di Torino-Napoli, Carlo Ancelotti ha sottolineato come nel giro di una settimana la critica sia passata dalla difesa all’attacco. E’ vero che è fondamentale non prenderle, ma lì davanti è necessario far gol. Il tutto con il sostegno di un centrocampo, che apra i varchi per le conclusioni nello specchio della porta. Chiamatela pure “mancanza di lucidità”, ma va detto che le occasioni da rete non mancano mai. Serve spesso più cattiveria agonistica, meglio nota come “cazzimma” a Napoli e dintorni, per fare in modo che certe situazioni non vengano vanificate. Il Napoli può contare su una rosa ampia. Quest’aspetto però, da plus non può e non deve diventare un minus. E’ vero che 13-14 giocatori, magari, erano pochi, ma utilizzarne 20-22 forse è un’impresa da Premio Oscar. Magari basterebbe una via di mezzo, anche un David di Donatello, per restare in tema cinematografico, per far sì che la squadra acquisisca maggiori certezze ed automatismi che solo il tempo può garantire. L’importante è non variare troppo gli interpreti, altrimenti i risultati (almeno in questo primo mese di campionato) faticano ad arrivare. Lo avrà notato anche Ancelotti, che ora è chiamato a far vedere il suo “vero” Napoli.

 

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Fonte: Antonio Petrazzuolo per Sport Mediaset