NAPOLI - Che brutta figura! Ci è sembrato di tornare indietro nel tempo fino al campionato di due anni fa, quello del decimo posto e dell’alternanza in panchina di Garcia, Mazzarri e Calzona. A Udine si è visto di nuovo un Napoli spento, senza forza, abulico, privo di idee e soprattutto di spirito agonistico. Conte a fine partita ha parlato di mancanza di coraggio e non ha fatto alcun riferimento o quasi alla condizione atletica della squadra messa a dura prova dalla circostanza oggettiva di dover utilizzare sempre un numero ridotto di calciatori a causa della incredibile sequenza di infortuni che stanno perseguitando il Napoli dall’inizio della stagione. Ma il dubbio che il vero motivo di tanta abulia non sia il deficit atletico, bensì una involuzione mentale e di motivazioni deve essersi fatto strada nella mente anche del tecnico leccese. Basti pensare che l’atteggiamento aggressivo e agonisticamente soddisfacente è stato mostrato dalla squadra soltanto dopo essere andata in svantaggio. Nel rivedere il film della partita ci si rende conto che negli ultimi 20 minuti il Napoli ha giocato esattamente come avrebbe dovuto fare per tutta la durata della gara, vale a dire chiudendo l’Udinese nella propria metà campo e costringendola a difendersi con le unghie e con i denti. Questo significa che la squadra non era in una condizione di deficit atletico perché se così fosse stato non sarebbe riuscita a prendere il sopravvento sull’avversaria ma avrebbe continuato a subire. Insomma quel che appare è che i giocatori dopo essere riusciti a fare un percorso virtuoso (vittorie su Atalanta, Roma, Juventus e Qarabag) hanno un periodo di calo verticale di concentrazione e di motivazioni (Benfica e Udinese). Ciò da un lato preoccupa ma dall’altro fa sperare che presto – indipendentemente dalle assenze forzate che pure continueranno a pesare – il Napoli possa ritrovare quella verve, quello spirito di squadra e quella compattezza che sono andate smarrite nella passata settimana. Per saperne di più non bisognerà attendere molto. La partita di giovedì con il Milan conta fino a un certo punto perché vincere la Supercoppa non è proprio l’obiettivo principale per gli azzurri. Ma una vittoria con i rossoneri e soprattutto il ritorno a una prestazione gagliarda potrebbe essere il giusto viatico per ritrovare subito la strada perduta.

Mario Zaccaria
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
16/12/2025 - 12:00
NAPOLI - Che brutta figura! Ci è sembrato di tornare indietro nel tempo fino al campionato di due anni fa, quello del decimo posto e dell’alternanza in panchina di Garcia, Mazzarri e Calzona. A Udine si è visto di nuovo un Napoli spento, senza forza, abulico, privo di idee e soprattutto di spirito agonistico. Conte a fine partita ha parlato di mancanza di coraggio e non ha fatto alcun riferimento o quasi alla condizione atletica della squadra messa a dura prova dalla circostanza oggettiva di dover utilizzare sempre un numero ridotto di calciatori a causa della incredibile sequenza di infortuni che stanno perseguitando il Napoli dall’inizio della stagione. Ma il dubbio che il vero motivo di tanta abulia non sia il deficit atletico, bensì una involuzione mentale e di motivazioni deve essersi fatto strada nella mente anche del tecnico leccese. Basti pensare che l’atteggiamento aggressivo e agonisticamente soddisfacente è stato mostrato dalla squadra soltanto dopo essere andata in svantaggio. Nel rivedere il film della partita ci si rende conto che negli ultimi 20 minuti il Napoli ha giocato esattamente come avrebbe dovuto fare per tutta la durata della gara, vale a dire chiudendo l’Udinese nella propria metà campo e costringendola a difendersi con le unghie e con i denti. Questo significa che la squadra non era in una condizione di deficit atletico perché se così fosse stato non sarebbe riuscita a prendere il sopravvento sull’avversaria ma avrebbe continuato a subire. Insomma quel che appare è che i giocatori dopo essere riusciti a fare un percorso virtuoso (vittorie su Atalanta, Roma, Juventus e Qarabag) hanno un periodo di calo verticale di concentrazione e di motivazioni (Benfica e Udinese). Ciò da un lato preoccupa ma dall’altro fa sperare che presto – indipendentemente dalle assenze forzate che pure continueranno a pesare – il Napoli possa ritrovare quella verve, quello spirito di squadra e quella compattezza che sono andate smarrite nella passata settimana. Per saperne di più non bisognerà attendere molto. La partita di giovedì con il Milan conta fino a un certo punto perché vincere la Supercoppa non è proprio l’obiettivo principale per gli azzurri. Ma una vittoria con i rossoneri e soprattutto il ritorno a una prestazione gagliarda potrebbe essere il giusto viatico per ritrovare subito la strada perduta.

Mario Zaccaria
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