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MISTER Z - Napoli, non saprei neppure da che parte cominciare...
21.01.2020 17:05 di Napoli Magazine

NAPOLI - Non saprei neppure da che parte cominciare. Scrivere del Napoli è diventato un esercizio complicato, si corrono rischi non da poco, se ritieni di averci capito qualcosa ed esprimi certezze, le brutte figure sono dietro l'angolo. Leggere i giornali, dare uno sguardo alla rete o una sbirciatina ai media digitali confonde ancor più le idee. Molti pensano di aver compreso quali siano i veri mali di questa incomprensibile squadra. C'è chi tira la croce addosso ai calciatori, chi pensa che Gattuso e prima di lui Ancelotti siano allenatori inadatti, chi se la prende con Giuntoli per la campagna acquisti, chi ritiene che l'unico, vero, grande responsabile di tutto quanto sta accadendo è Aurelio De Laurentiis, il padrone del vapore. In realtà tutto è avvolto in una specie di nebbia, una spessa coltre impenetrabile fatta di informazioni negate, di questioni irrisolte, di dubbi, di misteri, di sensazioni che rendono la vita difficile, anzi impossibile a chi voglia avvicinarsi alla questione con spirito critico ma costruttivo per cercare di comprendere, squarciare i veli, venire finalmente fuori con una diagnosi esatta e individuare infine una possibile soluzione ai problemi del 'grande ammalato'. La squadra è scarsa? E come lo è diventata in così poco tempo, visto che lo scorso anno finì al secondo posto alle spalle della Juventus? La campagna acquisti fu insufficiente? Certo la dirigenza non fece miracoli ad agosto ma nessuno il primo settembre aveva suonato l'allarme sostenendo che la rosa fosse non all'altezza. Ancelotti ha rotto il giocattolo? E come mai l'anno precedente era filato quasi tutto liscio e quest'anno proprio il tecnico di Reggiolo aveva guidato la squadra verso una comoda qualificazione agli ottavi di finale di Champions, dando perfino una lezione ai campioni d'Europa in carica? Gattuso è inadeguato al ruolo? Nelle sue esperienze precedenti, in serie minori e anche al Milan, aveva oggettivamente dato buona prova di sé. Poi ci sono i misteri. I grandi ammalati, innanzitutto. Alzi la mano chi ha capito davvero in quali condizioni versi Ghoulam, che accidenti è capitato a Maksimovic, perché Koulibaly continua a guardare le partite dalla tribuna, quali sono le reali condizioni di Mertens. Tutti abbiamo il massimo rispetto per la privacy, ma qui non si capisce niente, sembra di essere al cospetto di segreti di Stato. Vogliamo parlare della condizione atletica? Prima della sosta di fine anno, la squadra non si reggeva in piedi. Però la partita persa sciaguratamente con la Lazio, grazie alla disinvolta leggerezza di Ospina (a proposito, riusciremo a capire perché mai Gattuso sembra preferirlo a Meret, forse per la papera di quest'ultimo sul tiro di Lukaku che impallidisce però al confronto con il regalo a Immobile confezionato la domenica successiva dal nazionale colombiano?) aveva mostrato segni di ripresa clamorosi. Nel secondo tempo il Napoli aveva chiuso nella propria metà campo la squadra più in forma del momento dominando in lungo in largo. Certo - e questo è forse l'unico dato chiaro e limpido in tutta la vicenda della crisi del Napoli - gli schemi di gioco lasciano alquanto a desiderare. I goffi tentativi di raggiungere la porta di Dragowski in occasione della partita con la Fiorentina hanno davvero caratteristiche imbarazzanti: lanci verticali per Milik, che per sfruttarli dovrebbe avere le ali, tagli da sinistra a destra per Callejon che le difese avversarie ormai conoscono a memoria. Stop. Fine della trasmissione. Non c'è nient'altro e quasi sempre si ha l'impressione che l'unica tattica degli azzurri sia quella di buttare la palla avanti con la speranza che accada qualcosa. C'è ultimo elemento di valutazione. E' uno spunto di riflessione che inevitabilmente spinge in un terreno paludoso, pieno di insidie e di sabbie mobili: la questione (ancora irrisolta) dell'ammutinamento e della multa. C'entra qualcosa con lo sfacelo al quale assistiamo? A questa domanda non può esserci risposta.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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21/01/2024 - 17:05

NAPOLI - Non saprei neppure da che parte cominciare. Scrivere del Napoli è diventato un esercizio complicato, si corrono rischi non da poco, se ritieni di averci capito qualcosa ed esprimi certezze, le brutte figure sono dietro l'angolo. Leggere i giornali, dare uno sguardo alla rete o una sbirciatina ai media digitali confonde ancor più le idee. Molti pensano di aver compreso quali siano i veri mali di questa incomprensibile squadra. C'è chi tira la croce addosso ai calciatori, chi pensa che Gattuso e prima di lui Ancelotti siano allenatori inadatti, chi se la prende con Giuntoli per la campagna acquisti, chi ritiene che l'unico, vero, grande responsabile di tutto quanto sta accadendo è Aurelio De Laurentiis, il padrone del vapore. In realtà tutto è avvolto in una specie di nebbia, una spessa coltre impenetrabile fatta di informazioni negate, di questioni irrisolte, di dubbi, di misteri, di sensazioni che rendono la vita difficile, anzi impossibile a chi voglia avvicinarsi alla questione con spirito critico ma costruttivo per cercare di comprendere, squarciare i veli, venire finalmente fuori con una diagnosi esatta e individuare infine una possibile soluzione ai problemi del 'grande ammalato'. La squadra è scarsa? E come lo è diventata in così poco tempo, visto che lo scorso anno finì al secondo posto alle spalle della Juventus? La campagna acquisti fu insufficiente? Certo la dirigenza non fece miracoli ad agosto ma nessuno il primo settembre aveva suonato l'allarme sostenendo che la rosa fosse non all'altezza. Ancelotti ha rotto il giocattolo? E come mai l'anno precedente era filato quasi tutto liscio e quest'anno proprio il tecnico di Reggiolo aveva guidato la squadra verso una comoda qualificazione agli ottavi di finale di Champions, dando perfino una lezione ai campioni d'Europa in carica? Gattuso è inadeguato al ruolo? Nelle sue esperienze precedenti, in serie minori e anche al Milan, aveva oggettivamente dato buona prova di sé. Poi ci sono i misteri. I grandi ammalati, innanzitutto. Alzi la mano chi ha capito davvero in quali condizioni versi Ghoulam, che accidenti è capitato a Maksimovic, perché Koulibaly continua a guardare le partite dalla tribuna, quali sono le reali condizioni di Mertens. Tutti abbiamo il massimo rispetto per la privacy, ma qui non si capisce niente, sembra di essere al cospetto di segreti di Stato. Vogliamo parlare della condizione atletica? Prima della sosta di fine anno, la squadra non si reggeva in piedi. Però la partita persa sciaguratamente con la Lazio, grazie alla disinvolta leggerezza di Ospina (a proposito, riusciremo a capire perché mai Gattuso sembra preferirlo a Meret, forse per la papera di quest'ultimo sul tiro di Lukaku che impallidisce però al confronto con il regalo a Immobile confezionato la domenica successiva dal nazionale colombiano?) aveva mostrato segni di ripresa clamorosi. Nel secondo tempo il Napoli aveva chiuso nella propria metà campo la squadra più in forma del momento dominando in lungo in largo. Certo - e questo è forse l'unico dato chiaro e limpido in tutta la vicenda della crisi del Napoli - gli schemi di gioco lasciano alquanto a desiderare. I goffi tentativi di raggiungere la porta di Dragowski in occasione della partita con la Fiorentina hanno davvero caratteristiche imbarazzanti: lanci verticali per Milik, che per sfruttarli dovrebbe avere le ali, tagli da sinistra a destra per Callejon che le difese avversarie ormai conoscono a memoria. Stop. Fine della trasmissione. Non c'è nient'altro e quasi sempre si ha l'impressione che l'unica tattica degli azzurri sia quella di buttare la palla avanti con la speranza che accada qualcosa. C'è ultimo elemento di valutazione. E' uno spunto di riflessione che inevitabilmente spinge in un terreno paludoso, pieno di insidie e di sabbie mobili: la questione (ancora irrisolta) dell'ammutinamento e della multa. C'entra qualcosa con lo sfacelo al quale assistiamo? A questa domanda non può esserci risposta.

 

 

Mario Zaccaria

 

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