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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Napoli, puntiamo sui nostri Cristiani"
14.03.2019 14:05 di Napoli Magazine

NAPOLI - “L’importanza di chiamarsi Ernesto” era una commedia di Oscar Wilde del 1895. “L’importanza di chiamarsi Cristiano” è un capolavoro firmato Ronaldo il 12 marzo 2019. Voglio dire che i soldi contano, eccome se non contano. L’altra sera la partita, complice una squadra all’altezza che non ha sbagliato nulla, l’ha vinta lui, il fuoriclasse portoghese che adesso emula pure Simeone nell’esibire le parti anatomiche del basso ventre che conti alla mano valgono 50 milioni a testicolo. Insomma quando hai i campioni veri le partite puoi ribaltarle e vincerle, qualificarti e incassare altri soldi. Pensate se i non colorati fossero stati sbattuti fuori. A conti fatti tra premi, diritti tv, biglietti, sponsor e merchandising, il passaggio del turno grazie ai tre gol di CR7 ha ripagato quasi per intero il costo del giocatore. A Napoli sappiamo cosa significa avere un fuoriclasse. Senza Diego quella coppa Uefa non sarebbe arrivata, i due scudetti complice una squadra perfetta, ce li saremmo sognati, senza dimenticare che certe partite Diego le vinceva da solo. Questo discorso serve a far capire che se si vuole veramente realizzare qualcosa non basta programmare e puntare sui giovani da valorizzare, ma il top player si rende necessario. Il nostro top player per ora si chiama Carlo. Ecco: “l’importanza di chiamarsi Carlo” può essere il primo atto della commedia, ma ora bisogna scrivere il copione del secondo tempo e le polemiche sui colori dei sediolini del san Paolo e del relativo restyling vanno accantonate. Io non dico di acquistare un altro Cristiano anche perché in giro non ne vedo, ma cominciamo a trovare un cristiano in grado di fare la differenza e soprattutto a non privarci di quei cristiani che finora ci hanno reso gli unici antagonisti dei non colorati.

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Napoli, puntiamo sui nostri Cristiani"

di Napoli Magazine

14/03/2024 - 14:05

NAPOLI - “L’importanza di chiamarsi Ernesto” era una commedia di Oscar Wilde del 1895. “L’importanza di chiamarsi Cristiano” è un capolavoro firmato Ronaldo il 12 marzo 2019. Voglio dire che i soldi contano, eccome se non contano. L’altra sera la partita, complice una squadra all’altezza che non ha sbagliato nulla, l’ha vinta lui, il fuoriclasse portoghese che adesso emula pure Simeone nell’esibire le parti anatomiche del basso ventre che conti alla mano valgono 50 milioni a testicolo. Insomma quando hai i campioni veri le partite puoi ribaltarle e vincerle, qualificarti e incassare altri soldi. Pensate se i non colorati fossero stati sbattuti fuori. A conti fatti tra premi, diritti tv, biglietti, sponsor e merchandising, il passaggio del turno grazie ai tre gol di CR7 ha ripagato quasi per intero il costo del giocatore. A Napoli sappiamo cosa significa avere un fuoriclasse. Senza Diego quella coppa Uefa non sarebbe arrivata, i due scudetti complice una squadra perfetta, ce li saremmo sognati, senza dimenticare che certe partite Diego le vinceva da solo. Questo discorso serve a far capire che se si vuole veramente realizzare qualcosa non basta programmare e puntare sui giovani da valorizzare, ma il top player si rende necessario. Il nostro top player per ora si chiama Carlo. Ecco: “l’importanza di chiamarsi Carlo” può essere il primo atto della commedia, ma ora bisogna scrivere il copione del secondo tempo e le polemiche sui colori dei sediolini del san Paolo e del relativo restyling vanno accantonate. Io non dico di acquistare un altro Cristiano anche perché in giro non ne vedo, ma cominciamo a trovare un cristiano in grado di fare la differenza e soprattutto a non privarci di quei cristiani che finora ci hanno reso gli unici antagonisti dei non colorati.

 

 

Gino Rivieccio

 

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