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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, sale la febbre azzurra!"
17.04.2019 12:54 di Napoli Magazine

NAPOLI - La febbre del giovedì sera - e va bene, che quella canonica arriva di sabato - è alta da tempo, la colonnina di mercurio verso i quaranta dopo i fumi di Londra. Attesa spasmodica, zeppa di se e di ma e di pensieri tristi che frullano per la testa. Ma anche di speranza per quel concetto dei corsi e ricorsi storici formulati dal napoletano Giambattista Vico, modestamente: insomma, più terra terra il ricordo di quei quarti di nobiltà sfangati con lo stesso risultato che ci si aspetta dopo il due a zero secco degli Emirates. Quel tre a zero secco, con coda di supplementari, che indicò al Napoli maradoniano la via per Stoccarda e lasciò la Juve con un palmo di naso. Ora, si tratta di gettare le basi per proseguire nell'avventura europea - e per piacere, non chiamate coppa minore l'Europa League - che vivrà l'atto finale a Baku, città azerbaigiana gemellata con Napoli e che ha dato i natali a Garry Kasparov, tra i più geniali scacchisti di tutti i tempi. A Baku aspettano gli azzurri in azzurro il più possibile, purché non indossino più le ibride divise di questi tempi scanditi dalla pubblicità che, come si sa, è l'anima del commercio. Sarebbe bellissimo, ma questa è storia cromatica. Dunque, il ritorno con i gunners, cannonieri, cade nel bel mezzo della settimana santa e già mi immagino voti e preghiere ed osanna. Calma e gesso ci vorranno. Senza cadere nella tentazione di caricare a testa bassa con la fregola di volere tutto e subito. Partita da giocare con la testa. Con la convinzione, questa sì, di potercela fare. Contro un avversario che lunedì ha vinto in Premier per la prima volta in trasferta, l'eccezione che conferma la regola che vuole l'Arsenal sfacciato in casa e timoroso ed impacciato lontano dal suo stadio-gioiello. La spinta del pubblico, okay. I cori e canti che saranno terribili epinici, okay. Poi, credetemi, Koulibaly, reduce dalla doppietta al Chievo, e compagni saranno frastornatamente soli nell'entusiasmo generale. Convinti di non dover commettere il minimo errore. Orgogliosi di esserci in una sfida di nobiltà. Gli uomini per l'impresa? Li sceglierà mister chewing gum, al quale spero che non gli venga la benché minima fregola di rinunciare in partenza al polaccone dei gol pesanti, di potenza e di fino: Milik. sacrificato in avvio all'andata ed ancora sto a chiedermi il perché. Okay, sta salendo maledettamente la temperatura. Un giorno ancora e sarà febbre del giovedì sera. In bocca al lupo, Ciuccio.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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17/04/2024 - 12:54

NAPOLI - La febbre del giovedì sera - e va bene, che quella canonica arriva di sabato - è alta da tempo, la colonnina di mercurio verso i quaranta dopo i fumi di Londra. Attesa spasmodica, zeppa di se e di ma e di pensieri tristi che frullano per la testa. Ma anche di speranza per quel concetto dei corsi e ricorsi storici formulati dal napoletano Giambattista Vico, modestamente: insomma, più terra terra il ricordo di quei quarti di nobiltà sfangati con lo stesso risultato che ci si aspetta dopo il due a zero secco degli Emirates. Quel tre a zero secco, con coda di supplementari, che indicò al Napoli maradoniano la via per Stoccarda e lasciò la Juve con un palmo di naso. Ora, si tratta di gettare le basi per proseguire nell'avventura europea - e per piacere, non chiamate coppa minore l'Europa League - che vivrà l'atto finale a Baku, città azerbaigiana gemellata con Napoli e che ha dato i natali a Garry Kasparov, tra i più geniali scacchisti di tutti i tempi. A Baku aspettano gli azzurri in azzurro il più possibile, purché non indossino più le ibride divise di questi tempi scanditi dalla pubblicità che, come si sa, è l'anima del commercio. Sarebbe bellissimo, ma questa è storia cromatica. Dunque, il ritorno con i gunners, cannonieri, cade nel bel mezzo della settimana santa e già mi immagino voti e preghiere ed osanna. Calma e gesso ci vorranno. Senza cadere nella tentazione di caricare a testa bassa con la fregola di volere tutto e subito. Partita da giocare con la testa. Con la convinzione, questa sì, di potercela fare. Contro un avversario che lunedì ha vinto in Premier per la prima volta in trasferta, l'eccezione che conferma la regola che vuole l'Arsenal sfacciato in casa e timoroso ed impacciato lontano dal suo stadio-gioiello. La spinta del pubblico, okay. I cori e canti che saranno terribili epinici, okay. Poi, credetemi, Koulibaly, reduce dalla doppietta al Chievo, e compagni saranno frastornatamente soli nell'entusiasmo generale. Convinti di non dover commettere il minimo errore. Orgogliosi di esserci in una sfida di nobiltà. Gli uomini per l'impresa? Li sceglierà mister chewing gum, al quale spero che non gli venga la benché minima fregola di rinunciare in partenza al polaccone dei gol pesanti, di potenza e di fino: Milik. sacrificato in avvio all'andata ed ancora sto a chiedermi il perché. Okay, sta salendo maledettamente la temperatura. Un giorno ancora e sarà febbre del giovedì sera. In bocca al lupo, Ciuccio.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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