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L'EX - Hamsik: "De Laurentiis merita solo applausi, mi ha detto che le porte del club sono sempre aperte per me, Lavezzi il più forte con cui ho giocato, McTominay può essere il mio erede"
12.09.2024 08:26 di Napoli Magazine

Marek Hamsik, ex centrocampista e capitano del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere dello Sport:

Il Napoli di ADL in un solo aggettivo.

"Penso che De Laurentiis vada solo ringraziato per quello che ha costruito partendo dal fallimento. Ha iniziato da zero e ha creato un club e una squadra vincenti, conquistando il terzo scudetto dopo Maradona. Dopo 33 anni. Merita solo applausi".

La Hit Parade della sua vita azzurra. Allenatore?

"Devo dire grazie a Reja per avermi lanciato, ma ho preso qualcosa da ognuno. Con Sarri, però, mi sono goduto il calcio più che con gli altri. All’epoca conobbi anche Calzona, era il suo primo collaboratore".

Giocatori: il compagno indimenticabile, il più forte?

"Eh, il Napoli ha avuto tanti campioni in questo periodo, ma se penso a uno che ispirava tutta la città e lo stadio, allora scelgo il Pocho Lavezzi. È stato un onore giocare con lui, ci sentiamo spesso. Mi piace ricordare anche Zielinski, uno dei centrocampisti più forti del mondo". 

Che ne pensa della scelta di Conte?

"Una scelta forte della società, un allenatore di enorme esperienza e di successo. Sappiamo tutti chi è e come lavora: è il nome giusto dopo la situazione che si è creata nella scorsa stagione. Bisogna ritrovare entusiasmo e grinta e con lui sarà più breve il percorso".

Calzona l’avrebbe voluto con sé, da collaboratore tecnico, anche al Napoli.

"Feci un’altra scelta, volevo restare con la mia famiglia e i miei figli. Volevo curare la mia Academy. L’esperienza con lui in nazionale, però, è fantastica: sto imparando tanto, lo seguo, apprendo. È un maestro, un modello e un amico insieme. Bravissimo anche nella gestione del gruppo. Sono felice dei suoi successi, ma Francesco non ci pensa e non si ferma mai. Non vuole fermarsi, solo migliorare".

Venti, come gli anni del Napoli di Adl. Un numero che ricorre. 

"L’ultima volta che siamo stati insieme in città, prima di Napoli-Barcellona di Champions, mi ha detto che quando mi sentirò pronto, le porte del club saranno sempre aperte per me".

Si parlava di Zielo come suo erede. Ora può esserlo McTominay? 

"Sì, potrebbe, è un centrocampista offensivo che come me ama inserirsi e fare gol. Vediamo, dipende dal modulo. Però è un nome forte, l’ha dimostrato con lo United e in nazionale. Un valido cambio per Lobo e Anguissa. Lobotka in questo Napoli è un intoccabile, ha le chiavi del centrocampo".

Che ne pensa del mercato del Napoli?

"Voto molto alto. Certo, dispiace per la partenza di Osimhen, ma forse attiene a cose diverse dalla parte calcistica. Comunque, non mi riguarda. E poi è arrivato un valido sostituto, mi pare. Lukaku è un grande centravanti. Uno che può fare tranquillamente 20 gol".

Gli azzurri possono diventare l'anti-Inter?:

"Sì, ma lasciandogli il tempo di lavorare. La squadra è cambiata tanto, il percorso è cominciato ora".

Un grande rimpianto?

"Lo Scudetto perso con Sarri. Quel giorno a Firenze, chi lo dimentica. Anche il secondo anno di Serie A è stato difficile. Momento più bello? Forse la Coppa Italia vinta con la Juve nel 2012".

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di Napoli Magazine

12/09/2024 - 08:26

Marek Hamsik, ex centrocampista e capitano del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere dello Sport:

Il Napoli di ADL in un solo aggettivo.

"Penso che De Laurentiis vada solo ringraziato per quello che ha costruito partendo dal fallimento. Ha iniziato da zero e ha creato un club e una squadra vincenti, conquistando il terzo scudetto dopo Maradona. Dopo 33 anni. Merita solo applausi".

La Hit Parade della sua vita azzurra. Allenatore?

"Devo dire grazie a Reja per avermi lanciato, ma ho preso qualcosa da ognuno. Con Sarri, però, mi sono goduto il calcio più che con gli altri. All’epoca conobbi anche Calzona, era il suo primo collaboratore".

Giocatori: il compagno indimenticabile, il più forte?

"Eh, il Napoli ha avuto tanti campioni in questo periodo, ma se penso a uno che ispirava tutta la città e lo stadio, allora scelgo il Pocho Lavezzi. È stato un onore giocare con lui, ci sentiamo spesso. Mi piace ricordare anche Zielinski, uno dei centrocampisti più forti del mondo". 

Che ne pensa della scelta di Conte?

"Una scelta forte della società, un allenatore di enorme esperienza e di successo. Sappiamo tutti chi è e come lavora: è il nome giusto dopo la situazione che si è creata nella scorsa stagione. Bisogna ritrovare entusiasmo e grinta e con lui sarà più breve il percorso".

Calzona l’avrebbe voluto con sé, da collaboratore tecnico, anche al Napoli.

"Feci un’altra scelta, volevo restare con la mia famiglia e i miei figli. Volevo curare la mia Academy. L’esperienza con lui in nazionale, però, è fantastica: sto imparando tanto, lo seguo, apprendo. È un maestro, un modello e un amico insieme. Bravissimo anche nella gestione del gruppo. Sono felice dei suoi successi, ma Francesco non ci pensa e non si ferma mai. Non vuole fermarsi, solo migliorare".

Venti, come gli anni del Napoli di Adl. Un numero che ricorre. 

"L’ultima volta che siamo stati insieme in città, prima di Napoli-Barcellona di Champions, mi ha detto che quando mi sentirò pronto, le porte del club saranno sempre aperte per me".

Si parlava di Zielo come suo erede. Ora può esserlo McTominay? 

"Sì, potrebbe, è un centrocampista offensivo che come me ama inserirsi e fare gol. Vediamo, dipende dal modulo. Però è un nome forte, l’ha dimostrato con lo United e in nazionale. Un valido cambio per Lobo e Anguissa. Lobotka in questo Napoli è un intoccabile, ha le chiavi del centrocampo".

Che ne pensa del mercato del Napoli?

"Voto molto alto. Certo, dispiace per la partenza di Osimhen, ma forse attiene a cose diverse dalla parte calcistica. Comunque, non mi riguarda. E poi è arrivato un valido sostituto, mi pare. Lukaku è un grande centravanti. Uno che può fare tranquillamente 20 gol".

Gli azzurri possono diventare l'anti-Inter?:

"Sì, ma lasciandogli il tempo di lavorare. La squadra è cambiata tanto, il percorso è cominciato ora".

Un grande rimpianto?

"Lo Scudetto perso con Sarri. Quel giorno a Firenze, chi lo dimentica. Anche il secondo anno di Serie A è stato difficile. Momento più bello? Forse la Coppa Italia vinta con la Juve nel 2012".