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MR Z - Napoli, bastasse il silenzio...
14.05.2024 23:59 di Napoli Magazine

NAPOLI - Se bastasse il silenzio stampa… A che cosa serve mettere a tacere allenatore e calciatori? Il Napoli, come al solito, è una società che quando le cose vanno male non trova altro di meglio da fare che mettere il silenziatore, chiudere i rubinetti della comunicazione, zittire tutti. L’anno scorso, chissà perché, a nessuno venne in mente di utilizzare questo strumento. Forse perché le cose andavano bene e non c’era il pericolo che dalla stampa arrivassero domande sgradite o richieste di chiarimento su fatti, cose, dettagli operativi e organizzativi o circostanze che mettessero in qualche modo in discussione l’operato dei dirigenti e della società? Se si ha motivo di ritenere che in ciò che sta accadendo vi sia una responsabilità da parte del tecnico e dei calciatori, la cosa più logica da fare sarebbe quella di mandare tutti… per punizione a parlare con i giornalisti, obbligandoli al passaggio sotto le forche caudine delle interviste, auspicando domande scomode, sperando in richieste di approfondimento sul comportamento dei tesserati sul terreno di gioco e fuori di esso, in pretese di chiarimento sul crollo della qualità delle loro prestazioni. Ciascuno sarebbe così messo di fronte alle proprie responsabilità e nessuno potrebbe nascondersi davanti ai tifosi – per i quali, è sempre opportuno ricordarlo, la stampa rappresenta l’unico vero e valido strumento di informazione e di conoscenza dei fatti – e davanti alla stessa società. Invece ci si affida al silenzio forzato come se fosse la panacea di tutti i mali. I giornalisti vengono utilizzati come pedine su una scacchiera: quando mi servite vi convoco ma quando ritengo il vostro lavoro non utile alle mie esigenze vi silenzio. Non è la prima volta che ciò accade nella storia recente del Napoli e non mi sembra che in passato il provvedimento del silenzio stampa per i tesserati abbia portato a risposte positive sui risultati della squadra e sul comportamento in campo dei giocatori. Ormai è chiaro: metterli a tacere è una moda, privare i tifosi delle informazioni cui, considerato il loro ruolo di finanziatori del club, avrebbero diritto è un vezzo al quale ricorrere a piacimento. E allora stiamo a guardare. Vediamo se grazie a questa decisione le cose in campo miglioreranno come per incanto e il Napoli farà strame della Fiorentina e del Lecce nelle ultime due uscite di questo disgraziato campionato. Poi una volta messa la parola fine a questa dannata stagione, quando ci sarà bisogno di pubblicizzare il trito e ritrito accordo alla base dei due ritiri precampionato, vedrete che i tesserati ritroveranno la parola, i giornalisti torneranno nuovamente a essere considerati utili e come tali ammessi a godere della partecipazione alle conferenze stampa.

Mario Zaccaria

Napoli Magazine 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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NAPOLI - Se bastasse il silenzio stampa… A che cosa serve mettere a tacere allenatore e calciatori? Il Napoli, come al solito, è una società che quando le cose vanno male non trova altro di meglio da fare che mettere il silenziatore, chiudere i rubinetti della comunicazione, zittire tutti. L’anno scorso, chissà perché, a nessuno venne in mente di utilizzare questo strumento. Forse perché le cose andavano bene e non c’era il pericolo che dalla stampa arrivassero domande sgradite o richieste di chiarimento su fatti, cose, dettagli operativi e organizzativi o circostanze che mettessero in qualche modo in discussione l’operato dei dirigenti e della società? Se si ha motivo di ritenere che in ciò che sta accadendo vi sia una responsabilità da parte del tecnico e dei calciatori, la cosa più logica da fare sarebbe quella di mandare tutti… per punizione a parlare con i giornalisti, obbligandoli al passaggio sotto le forche caudine delle interviste, auspicando domande scomode, sperando in richieste di approfondimento sul comportamento dei tesserati sul terreno di gioco e fuori di esso, in pretese di chiarimento sul crollo della qualità delle loro prestazioni. Ciascuno sarebbe così messo di fronte alle proprie responsabilità e nessuno potrebbe nascondersi davanti ai tifosi – per i quali, è sempre opportuno ricordarlo, la stampa rappresenta l’unico vero e valido strumento di informazione e di conoscenza dei fatti – e davanti alla stessa società. Invece ci si affida al silenzio forzato come se fosse la panacea di tutti i mali. I giornalisti vengono utilizzati come pedine su una scacchiera: quando mi servite vi convoco ma quando ritengo il vostro lavoro non utile alle mie esigenze vi silenzio. Non è la prima volta che ciò accade nella storia recente del Napoli e non mi sembra che in passato il provvedimento del silenzio stampa per i tesserati abbia portato a risposte positive sui risultati della squadra e sul comportamento in campo dei giocatori. Ormai è chiaro: metterli a tacere è una moda, privare i tifosi delle informazioni cui, considerato il loro ruolo di finanziatori del club, avrebbero diritto è un vezzo al quale ricorrere a piacimento. E allora stiamo a guardare. Vediamo se grazie a questa decisione le cose in campo miglioreranno come per incanto e il Napoli farà strame della Fiorentina e del Lecce nelle ultime due uscite di questo disgraziato campionato. Poi una volta messa la parola fine a questa dannata stagione, quando ci sarà bisogno di pubblicizzare il trito e ritrito accordo alla base dei due ritiri precampionato, vedrete che i tesserati ritroveranno la parola, i giornalisti torneranno nuovamente a essere considerati utili e come tali ammessi a godere della partecipazione alle conferenze stampa.

Mario Zaccaria

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