L'Angolo
FIGC - Gravina: "Calendario pieno, bisogna riformare il sistema, con il Var quest'anno margine errore pari allo 0,84%, ci stiamo preparando attentamente ad Euro 2024"
19.02.2024 09:47 di Napoli Magazine

NAPOLI - "Credo ci sia una necessità di riformare il sistema, ma il concetto di riforma richiede disponibilità al cambiamento. E cambiare richiede confronto, partecipazione ma soprattutto coraggio. È la risposta concreta a una situazione che non palesa un capacità evolutiva in positivo". Così Gabriele Gravina, presidente della Figc, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1, sulla riforma del campionato. "Sono convinto che il calcio italiano stia facendo finalmente un'analisi approfondita su quello che bisogna cambiare per migliorare la stabilità e la competitività. Le discussioni e le fibrillazioni degli ultimi giorni - sottolinea Gravina - vanno interpretate in maniera positiva. Vuol dire che la scossa data con l'indizione dell'assemblea ha prodotto il risultato di smuovere da una sorta di torpore e di rassegnazione la gran parte dei protagonisti del nostro mondo. La riforma serve, l'obiettivo primario è mettere in sicurezza il calcio italiano, la cui instabilità economico-finanziaria, tra eccessivo indebitamento e scarsa patrimonializzazione, rischia di minare qualsiasi progetto di sviluppo". "Prima di innovare - aggiunge Gravina - dobbiamo risanare e uscire da quella logica che blocca il sistema solo sull'ipotesi delle 20 o 18 squadre: queste sono legate a logiche di immobilismo e di contrapposizione che, seppur comprensibili, non sono ancora condivisibili. " Domani nuova riunione per il documento finale: "Abbiamo diverse date - spiega il presidente della Figc - abbiamo stilato un cronoprogramma per trovare i punti di contatto. Non voglio apparire particolarmente ottimista, ma ce ne sono tanti. Finalmente abbiamo raggiunto una condivisione su un punto fondamentale: il calcio ha bisogno di darsi una regolata. Lo deve fare attraverso un sistema di regole che metta in sicurezza il nostro mondo sotto il profilo economico-finanziario. Abbiamo ancora delle divergenze, che come tutti sanno riguardano il format. Abbiamo delle criticità legate al numero delle squadre professioniste, abbiamo il problema dei tre livelli di professionismo in capo a tre leghe, siamo l'unico esempio in Europa e forse nel mondo". "Siamo stati i primi a lanciare questa modalità ispirata a un processo di trasparenza assoluta. Gli arbitri italiani rappresentano un'eccellenza: il 15% delle gare a livello internazionale sono arbitrate da direttori di gara italiani. Con l'introduzione del Var, in questa stagione il margine di errore è vicino allo zero, siamo allo 0,84%". Così Gabriele Gravina, presidente della Figc, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1. "Tutto questo deve portarci a una valutazione molto positiva, devo ringraziare Gianluca Rocchi, sta facendo crescere una squadra molto giovane, ha avviato un prezioso percorso di trasparenza e comunicazione, nonostante una serie di pressioni e divisioni che arrivano dall'interno e dall'esterno". Pochi italiani in campo?: "I due asset fondamentali che generano patrimonio sono le infrastrutture e i vivai. All'interno del nostro piano strategico sul quale ci stiamo confrontando - spiega Gravina - c'è un capitolo dedicato alla valorizzazione dei giovani. Sappiamo che esiste anche una decisione della Corte di giustizia europea che impedisce di imporre l'obbligo di giocatori formati. Noi abbiamo proposto il 6+6, ma formati nel vivaio della propria società. Stiamo cercando di rafforzare tutti i presidi dei nostri centri federali, stiamo pensando di rilanciare una prima ipotesi di accademia federale. Sono tante le idee legate alla nostra progettualità. Non è un caso che la nostra federazione ha tutte le squadre giovanili qualificate a tutte le fasi finali dei campionati giovanili. Il talento c'è, i giovani ci sono, manca l'opportunità per far diventare e trasformare il talento in campioni. L'opportunità significa l'utilizzo dei giovani. Noi auspichiamo un maggior investimento sui giovani e sui ragazzi". "Iserlhon sarà il nostro quartier generale, abbraccerà tantissimi italiani. I nostri connazionali non fanno mai mancare l'affetto, trasmettono l'entusiasmo ai nostri atleti". Così Gabriele Gravina, presidente della Figc, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1 in vista degli Europei di calcio in Germania con l'Italia di Spalletti nel girone di Spagna, Croazia e Albania. "Ci stiamo preparando con grande attenzione - aggiunge Gravina - il mese prossimo faremo una puntata negli Usa perché manchiamo da tanti anni, perché lo hanno chiesto ad alta voce le comunità di italiani presenti a Miami e New York. Faremo queste due amichevoli, con la partecipazione della nostra Nazionale a tanti eventi".

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19/02/2024 - 09:47

NAPOLI - "Credo ci sia una necessità di riformare il sistema, ma il concetto di riforma richiede disponibilità al cambiamento. E cambiare richiede confronto, partecipazione ma soprattutto coraggio. È la risposta concreta a una situazione che non palesa un capacità evolutiva in positivo". Così Gabriele Gravina, presidente della Figc, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1, sulla riforma del campionato. "Sono convinto che il calcio italiano stia facendo finalmente un'analisi approfondita su quello che bisogna cambiare per migliorare la stabilità e la competitività. Le discussioni e le fibrillazioni degli ultimi giorni - sottolinea Gravina - vanno interpretate in maniera positiva. Vuol dire che la scossa data con l'indizione dell'assemblea ha prodotto il risultato di smuovere da una sorta di torpore e di rassegnazione la gran parte dei protagonisti del nostro mondo. La riforma serve, l'obiettivo primario è mettere in sicurezza il calcio italiano, la cui instabilità economico-finanziaria, tra eccessivo indebitamento e scarsa patrimonializzazione, rischia di minare qualsiasi progetto di sviluppo". "Prima di innovare - aggiunge Gravina - dobbiamo risanare e uscire da quella logica che blocca il sistema solo sull'ipotesi delle 20 o 18 squadre: queste sono legate a logiche di immobilismo e di contrapposizione che, seppur comprensibili, non sono ancora condivisibili. " Domani nuova riunione per il documento finale: "Abbiamo diverse date - spiega il presidente della Figc - abbiamo stilato un cronoprogramma per trovare i punti di contatto. Non voglio apparire particolarmente ottimista, ma ce ne sono tanti. Finalmente abbiamo raggiunto una condivisione su un punto fondamentale: il calcio ha bisogno di darsi una regolata. Lo deve fare attraverso un sistema di regole che metta in sicurezza il nostro mondo sotto il profilo economico-finanziario. Abbiamo ancora delle divergenze, che come tutti sanno riguardano il format. Abbiamo delle criticità legate al numero delle squadre professioniste, abbiamo il problema dei tre livelli di professionismo in capo a tre leghe, siamo l'unico esempio in Europa e forse nel mondo". "Siamo stati i primi a lanciare questa modalità ispirata a un processo di trasparenza assoluta. Gli arbitri italiani rappresentano un'eccellenza: il 15% delle gare a livello internazionale sono arbitrate da direttori di gara italiani. Con l'introduzione del Var, in questa stagione il margine di errore è vicino allo zero, siamo allo 0,84%". Così Gabriele Gravina, presidente della Figc, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1. "Tutto questo deve portarci a una valutazione molto positiva, devo ringraziare Gianluca Rocchi, sta facendo crescere una squadra molto giovane, ha avviato un prezioso percorso di trasparenza e comunicazione, nonostante una serie di pressioni e divisioni che arrivano dall'interno e dall'esterno". Pochi italiani in campo?: "I due asset fondamentali che generano patrimonio sono le infrastrutture e i vivai. All'interno del nostro piano strategico sul quale ci stiamo confrontando - spiega Gravina - c'è un capitolo dedicato alla valorizzazione dei giovani. Sappiamo che esiste anche una decisione della Corte di giustizia europea che impedisce di imporre l'obbligo di giocatori formati. Noi abbiamo proposto il 6+6, ma formati nel vivaio della propria società. Stiamo cercando di rafforzare tutti i presidi dei nostri centri federali, stiamo pensando di rilanciare una prima ipotesi di accademia federale. Sono tante le idee legate alla nostra progettualità. Non è un caso che la nostra federazione ha tutte le squadre giovanili qualificate a tutte le fasi finali dei campionati giovanili. Il talento c'è, i giovani ci sono, manca l'opportunità per far diventare e trasformare il talento in campioni. L'opportunità significa l'utilizzo dei giovani. Noi auspichiamo un maggior investimento sui giovani e sui ragazzi". "Iserlhon sarà il nostro quartier generale, abbraccerà tantissimi italiani. I nostri connazionali non fanno mai mancare l'affetto, trasmettono l'entusiasmo ai nostri atleti". Così Gabriele Gravina, presidente della Figc, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1 in vista degli Europei di calcio in Germania con l'Italia di Spalletti nel girone di Spagna, Croazia e Albania. "Ci stiamo preparando con grande attenzione - aggiunge Gravina - il mese prossimo faremo una puntata negli Usa perché manchiamo da tanti anni, perché lo hanno chiesto ad alta voce le comunità di italiani presenti a Miami e New York. Faremo queste due amichevoli, con la partecipazione della nostra Nazionale a tanti eventi".