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VIDEO NM 27 MINUTI + 150 FOTO HD - A. De Laurentiis alla presentazione della Mostra su Warhol a Napoli: "Le donne sono le vere protagoniste della nostra vita", il tour virtuale con ADL
25.09.2019 14:14 di Napoli Magazine

NAPOLI - È il 1975 quando Andy Warhol visita per la prima volta Napoli, invitato dal gallerista Lucio Amelio. Dalla Grande Mela di Leo Castelli il guru della Pop Art è partito alla conquista dell'Europa e la metropoli partenopea ribolle di fermenti creativi: una “città bazar”, che a Warhol ricorda New York “soprattutto per i tanti travestiti e i rifiuti per strada”. Sono passati 44 anni e Napoli dedica una grande mostra al suo irriverente ospite. Dal 26 settembre al 23 febbraio 2020 la Basilica della Pietrasanta accoglierà oltre 200 opere dell'artista in un percorso concepito per riviverne l'intera carriera. Un posto speciale è occupato da quelle che testimoniano il suo rapporto con l'Italia e con la città: dal celebre Vesuvius del 1985 al Ritratto di Beuys, realizzato nel 1980 in occasione dell'esposizione presso la Galleria Amelio. Dipinti, serigrafie, polaroid e disegni, pronti ad evidenziare ancora una volta come Warhol abbia stravolto ogni preesistente definizione di arte: le intramontabili Campbell's Soup e i volti dello star system da Marilyn a Sylvester Stallone, i celebri Flowers e le icone dell'arte (Man Ray, Edvard Munch, Keith Haring e la Gioconda), i personaggi storici – Mao, Lenin – che Warhol trasformò in popstar del presente, i protagonisti della scena musicale (Velvet Underground, Mick Jagger, Stevie Wonder, Grace Jones), i grandi stilisti del made in Italy (Armani, Versace, Valentino) e infine gli indimenticabili Self Portrait con la parrucca color argento. Spazio anche a un Andy Warhol meno conosciuto: una serie di disegni raccontano i tempi in cui la Pop Art non era ancora stata inventata e il nostro si guadagnava da vivere lavorando come illustratore per le riviste di moda. Disegnava anelli, orecchini, pietre preziose. Ma sappiamo bene che non gli sarebbe bastato. "Napoli Magazine" ha partecipato alla presentazione stampa, realizzando 150 Foto ed un Video Tour di 27 minuti, al quale ha preso parte anche Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, che ha così commentato: "La cosa straordinaria è ricordare come a New York, che negli anni '70 era diventata una specie di culla che raccoglieva tutte le tendenze innovative, nacque una discoteca particolare lo Studio 54, frequentato da Warhol e Truman Capote. In questo contesto ci sono stati personaggi che hanno segnato la storia della gente. Negli USA il cinema, fino alla fine degli anni '90, era considerata la prima industria nel Paese. In Italia invece non vengono stimolati i giovani, siamo un Paese povero, le istituzioni fanno ben poco. Napoli può superare Roma. Da un punto di vista politico non e' possibile superare la capitale, ma dal punto di vista artistico assolutamente si. Le donne sono le vere protagoniste della nostra vita, dobbiamo preservarle".

 

 

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25/09/2024 - 14:14

NAPOLI - È il 1975 quando Andy Warhol visita per la prima volta Napoli, invitato dal gallerista Lucio Amelio. Dalla Grande Mela di Leo Castelli il guru della Pop Art è partito alla conquista dell'Europa e la metropoli partenopea ribolle di fermenti creativi: una “città bazar”, che a Warhol ricorda New York “soprattutto per i tanti travestiti e i rifiuti per strada”. Sono passati 44 anni e Napoli dedica una grande mostra al suo irriverente ospite. Dal 26 settembre al 23 febbraio 2020 la Basilica della Pietrasanta accoglierà oltre 200 opere dell'artista in un percorso concepito per riviverne l'intera carriera. Un posto speciale è occupato da quelle che testimoniano il suo rapporto con l'Italia e con la città: dal celebre Vesuvius del 1985 al Ritratto di Beuys, realizzato nel 1980 in occasione dell'esposizione presso la Galleria Amelio. Dipinti, serigrafie, polaroid e disegni, pronti ad evidenziare ancora una volta come Warhol abbia stravolto ogni preesistente definizione di arte: le intramontabili Campbell's Soup e i volti dello star system da Marilyn a Sylvester Stallone, i celebri Flowers e le icone dell'arte (Man Ray, Edvard Munch, Keith Haring e la Gioconda), i personaggi storici – Mao, Lenin – che Warhol trasformò in popstar del presente, i protagonisti della scena musicale (Velvet Underground, Mick Jagger, Stevie Wonder, Grace Jones), i grandi stilisti del made in Italy (Armani, Versace, Valentino) e infine gli indimenticabili Self Portrait con la parrucca color argento. Spazio anche a un Andy Warhol meno conosciuto: una serie di disegni raccontano i tempi in cui la Pop Art non era ancora stata inventata e il nostro si guadagnava da vivere lavorando come illustratore per le riviste di moda. Disegnava anelli, orecchini, pietre preziose. Ma sappiamo bene che non gli sarebbe bastato. "Napoli Magazine" ha partecipato alla presentazione stampa, realizzando 150 Foto ed un Video Tour di 27 minuti, al quale ha preso parte anche Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, che ha così commentato: "La cosa straordinaria è ricordare come a New York, che negli anni '70 era diventata una specie di culla che raccoglieva tutte le tendenze innovative, nacque una discoteca particolare lo Studio 54, frequentato da Warhol e Truman Capote. In questo contesto ci sono stati personaggi che hanno segnato la storia della gente. Negli USA il cinema, fino alla fine degli anni '90, era considerata la prima industria nel Paese. In Italia invece non vengono stimolati i giovani, siamo un Paese povero, le istituzioni fanno ben poco. Napoli può superare Roma. Da un punto di vista politico non e' possibile superare la capitale, ma dal punto di vista artistico assolutamente si. Le donne sono le vere protagoniste della nostra vita, dobbiamo preservarle".