NAPOLI - Ogni mischia davanti alla porta si trasforma in un gol subito. Non c’è niente da fare, è matematico. Il Napoli di quest’anno è specializzato nel provocarci travasi di bile. La squadra è capace di inventarsi costantemente situazioni autodistruttive, è specializzata nel prendere gol assurdi e quando, come lunedì sera, si imbambola e si addormenta a una manciata di minuti alla fine della partita, la rabbia cresce, la delusione si fa insopportabile, verrebbe voglia di dire basta, di disinteressarsi per sempre delle sorti degli azzurri. I due punti - gli ennesimi - gettati alle ortiche sul campo di Udine pesano come un macigno sulle residue ambizioni europee della squadra e della società. Ormai (per fortuna…) mancano solo tre partite alla fine del campionato e la distanza dalle posizioni che valgono l’Europa (anche da quella meno prestigiosa qual è la Conference League) appare pressoché incolmabile. Il Napoli - è il ritornello ascoltato alla vigilia della trasferta di Udine - deve vincere tutte e quattro le sfide che rimangono da giocare per avere buone probabilità di rimanere in Europa. E invece… E non ci si venisse a raccontare che le assenze di Kvaratskhelia e di Raspadori giustificano l’ennesima prova deludente. La verità è che il Napoli avrebbe dovuto fare un sol boccone di una squadra modesta come l’Udinese che è terzultima in classifica e che difficilmente riuscirà a salvarsi. Ma l’insipienza degli azzurri è ormai risaputa e ogni volta che scendono in campo finisce per esserci sempre una delusione nuova e più insopportabile della precedente. Calzona continua a essere alla ricerca di una quadratura giusta della squadra che non ha trovato fino a ora e che non troverà di sicuro nelle tre partite che rimangono da giocare. Il finale di campionato sta confermando tutto ciò di negativo che la squadra ha mostrato a partire dal mese di luglio. È inutile continuare a rodersi il fegato. Bisogna solo aspettare che la stagione si concluda e che la società muova passi decisi e concreti per cambiare radicalmente registro. Ci vuole una ventata di aria nuova. Forse ci vorrà più di un anno per ritornare ad avere una squadra che possa esprimersi ai massimi livelli fino a puntare a disputare tornei di vertice in Italia e in Europa. E allora più presto si comincia con il rinnovamento e meglio è. Probabilmente l’unico aspetto positivo di questa deludente annata è che ci ha fatto rendere conto che un ciclo vincente si è concluso e che è giunto il momento di resettare e di cambiare tutto. Ormai il tempo della speranza e delle illusioni è definitivamente finito.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
08/05/2024 - 23:59
NAPOLI - Ogni mischia davanti alla porta si trasforma in un gol subito. Non c’è niente da fare, è matematico. Il Napoli di quest’anno è specializzato nel provocarci travasi di bile. La squadra è capace di inventarsi costantemente situazioni autodistruttive, è specializzata nel prendere gol assurdi e quando, come lunedì sera, si imbambola e si addormenta a una manciata di minuti alla fine della partita, la rabbia cresce, la delusione si fa insopportabile, verrebbe voglia di dire basta, di disinteressarsi per sempre delle sorti degli azzurri. I due punti - gli ennesimi - gettati alle ortiche sul campo di Udine pesano come un macigno sulle residue ambizioni europee della squadra e della società. Ormai (per fortuna…) mancano solo tre partite alla fine del campionato e la distanza dalle posizioni che valgono l’Europa (anche da quella meno prestigiosa qual è la Conference League) appare pressoché incolmabile. Il Napoli - è il ritornello ascoltato alla vigilia della trasferta di Udine - deve vincere tutte e quattro le sfide che rimangono da giocare per avere buone probabilità di rimanere in Europa. E invece… E non ci si venisse a raccontare che le assenze di Kvaratskhelia e di Raspadori giustificano l’ennesima prova deludente. La verità è che il Napoli avrebbe dovuto fare un sol boccone di una squadra modesta come l’Udinese che è terzultima in classifica e che difficilmente riuscirà a salvarsi. Ma l’insipienza degli azzurri è ormai risaputa e ogni volta che scendono in campo finisce per esserci sempre una delusione nuova e più insopportabile della precedente. Calzona continua a essere alla ricerca di una quadratura giusta della squadra che non ha trovato fino a ora e che non troverà di sicuro nelle tre partite che rimangono da giocare. Il finale di campionato sta confermando tutto ciò di negativo che la squadra ha mostrato a partire dal mese di luglio. È inutile continuare a rodersi il fegato. Bisogna solo aspettare che la stagione si concluda e che la società muova passi decisi e concreti per cambiare radicalmente registro. Ci vuole una ventata di aria nuova. Forse ci vorrà più di un anno per ritornare ad avere una squadra che possa esprimersi ai massimi livelli fino a puntare a disputare tornei di vertice in Italia e in Europa. E allora più presto si comincia con il rinnovamento e meglio è. Probabilmente l’unico aspetto positivo di questa deludente annata è che ci ha fatto rendere conto che un ciclo vincente si è concluso e che è giunto il momento di resettare e di cambiare tutto. Ormai il tempo della speranza e delle illusioni è definitivamente finito.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
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