L'APPUNTO
L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Napoli, l’Epifania tutta la pazienza si porta via"
07.01.2020 10:31 di Napoli Magazine

NAPOLI - L’Epifania tutte le feste di porta via. E ai tifosi del Napoli, già che ci sta, l’Epifania porta via anche tutte le gioie, le speranze e le dosi massicce di pazienza. E invece del comunque dolce carbone, lascia un amaro in bocca talmente amaro che impasta le parole che neppure riescono ad articolarsi. La formazione è quella che è, i giocatori oramai anche, le giocate pure e tutto ha il sapore di sconfitta, al di là di ciò che dice il risultato. Perché Napoli-Inter, 3-1, non è solo la sconfitta appunto, segnata sui tabelloni ereditati dalle Universiadi: 3-1 contro la vera antagonista della Juve è la sconfitta del calcio di questo Napoli, tutto da rifare. E se con l’anno nuovo si fa la lista dei soliti buoni propositi e l’elenco di quel che c’è da salvare e ciò che è invece tutto da buttare, allora per il Napoli, è la seconda lista quella lunga. Tutto da rifare, tutto da rifondare. Si è iniziato già nell’anno andato, con il cambio in panchina, si continuerà, si spera, in questo mese di riparazione per arrivare ad una nuova squadra per la prossima stagione. Una squadra rifondata non solo per i nomi sulle maglie ma soprattutto per l’attaccamento ad esse e per la mentalità, quella, di chi davvero vuole impegnarsi per vincere. Una mentalità che pare non appartenga davvero più a questo gruppo: Gattuso ci prova, lui, allenatore da spogliatoio fa quel che può ma non basta. Ammette lui stesso che il problema è “di tutta la squadra”, e tutte le zone preoccupano Gennaro, che si sarà affidato anche al suo omonimo ma ahiNapoli, senza nessun risultato. Il Napoli non vince al San Paolo da tempo, il Napoli non è più il Napoli da ancora più tempo, semmai dopo quel Capitano giudicato “traditore” lo sia davvero mai stato. Ma i cambiamenti sono congeniti alla natura umana e non risparmiano di certo la squadra partenopea. Ora però bisogna cambiare ancora e far svegliare un’intera città dall’incubo in cui suo malgrado è calcisticamente parlando, sprofondata. Napoli è il Napoli, lo abbiamo detto e ridetto e, a torto o a ragione, con la sua squadra si identifica, delle sue vittorie fa motivo di gioia, delle sue sconfitte causa di dolore. Quel dolore che ora straborda i confini della tolleranza. Amore, amore è, tra la squadra e la città ma se d’amore si deve vivere, quell’amore va animato, alimentato e vissuto. Altrimenti finisce, per quanto grande, atavico e immenso sia.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
Napoli Magazine
 
 
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L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Napoli, l’Epifania tutta la pazienza si porta via"

di Napoli Magazine

07/01/2024 - 10:31

NAPOLI - L’Epifania tutte le feste di porta via. E ai tifosi del Napoli, già che ci sta, l’Epifania porta via anche tutte le gioie, le speranze e le dosi massicce di pazienza. E invece del comunque dolce carbone, lascia un amaro in bocca talmente amaro che impasta le parole che neppure riescono ad articolarsi. La formazione è quella che è, i giocatori oramai anche, le giocate pure e tutto ha il sapore di sconfitta, al di là di ciò che dice il risultato. Perché Napoli-Inter, 3-1, non è solo la sconfitta appunto, segnata sui tabelloni ereditati dalle Universiadi: 3-1 contro la vera antagonista della Juve è la sconfitta del calcio di questo Napoli, tutto da rifare. E se con l’anno nuovo si fa la lista dei soliti buoni propositi e l’elenco di quel che c’è da salvare e ciò che è invece tutto da buttare, allora per il Napoli, è la seconda lista quella lunga. Tutto da rifare, tutto da rifondare. Si è iniziato già nell’anno andato, con il cambio in panchina, si continuerà, si spera, in questo mese di riparazione per arrivare ad una nuova squadra per la prossima stagione. Una squadra rifondata non solo per i nomi sulle maglie ma soprattutto per l’attaccamento ad esse e per la mentalità, quella, di chi davvero vuole impegnarsi per vincere. Una mentalità che pare non appartenga davvero più a questo gruppo: Gattuso ci prova, lui, allenatore da spogliatoio fa quel che può ma non basta. Ammette lui stesso che il problema è “di tutta la squadra”, e tutte le zone preoccupano Gennaro, che si sarà affidato anche al suo omonimo ma ahiNapoli, senza nessun risultato. Il Napoli non vince al San Paolo da tempo, il Napoli non è più il Napoli da ancora più tempo, semmai dopo quel Capitano giudicato “traditore” lo sia davvero mai stato. Ma i cambiamenti sono congeniti alla natura umana e non risparmiano di certo la squadra partenopea. Ora però bisogna cambiare ancora e far svegliare un’intera città dall’incubo in cui suo malgrado è calcisticamente parlando, sprofondata. Napoli è il Napoli, lo abbiamo detto e ridetto e, a torto o a ragione, con la sua squadra si identifica, delle sue vittorie fa motivo di gioia, delle sue sconfitte causa di dolore. Quel dolore che ora straborda i confini della tolleranza. Amore, amore è, tra la squadra e la città ma se d’amore si deve vivere, quell’amore va animato, alimentato e vissuto. Altrimenti finisce, per quanto grande, atavico e immenso sia.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
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