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GAZA - Il Card. Pizzaballa a Radio 24: "Siamo contenti, è tutto fragile, ma bisogna cominciare e ricostruire la fiducia, speriamo riparta l’anno scolastico"
09.10.2025 12:26 di Napoli Magazine
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“Siamo contenti, avevamo bisogno di notizie positive, sappiamo che ci saranno tanti ostacoli, è tutto molto fragile ma bisogna cominciare in qualche modo con gesti che riportano un pochino di fiducia tra le popolazioni israeliane e palestinesi”. Così a caldo dai microfoni di Radio24, commenta la tregua raggiunta il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa.

"Sul buon esito dei negoziati la pressione internazionale, dice, ha influito moltissimo, soprattutto quella degli Stati Uniti, ma non solo. Questa incomprensione anche di senso, chiamiamolo così, perché è vero, della comunità internazionale nei confronti di quello che stava accadendo qui, soprattutto a Gaza, ha giocato un ruolo, penso importante, nello spingere tutte e due le parti a rinunciare a qualcosa che loro ritenevano imprescindibile e trovare una forma di compromesso". 

“A Gaza, racconta, c’è tanto dolore ancora, le ferite sono aperte, sanguinanti. Anche se adesso ci sarà il cessate il fuoco la situazione resterà drammatica ancora per molto tempo. È tutto da ricostruire, ammesso che si arrivi ad una conclusione definitiva di questo conflitto, perché - aggiunge il cardinale a Radio 24 - non dobbiamo farci troppe illusioni. La fine della guerra, ripete, non è la fine del conflitto”. Per Pizzaballa è importante però rallegrarsi di questo passaggio di cui c’era bisogno. Il patriarca spiega a Radio 24 quali sono le urgenze a Gaza in questo momento. “Innanzitutto, servono le tende perché sta arrivando l’inverno e c’è tanta gente che non ha nulla, serve cibo, medicinali”.

 Pizzaballa spiega che oltre a ricostruire i muri si dovrà procedere però ad una difficile lavoro di ricostruzione del tessuto sociale. “Ricostruire i muri, per quanto sarà complicato, decisamente si potrà fare sicuramente con maggiore facilità che non ricostruire dalla devastazione umana che questa guerra ha creato, a partire dal 7 ottobre, senza escludere tutto quello che è accaduto a Gaza che è incomprensibile e assolutamente drammatico, ci vorrà molto tempo. Ci vorrà una grande capacità dei leader politici e religiosi di influire in qualche modo, di ricostruire un minimo di fiducia che adesso non c'è”.  Quanto alla soluzione dei due stati per i due popoli secondo il cardinale resta l’unica “soluzione che può dare stabilità al futuro, nei tempi lunghi però, certamente non nell’immediato”.

Ha intenzione di tornare presto a Gaza? Il patriarca a radio 24 risponde scherzosamente a questa domanda: “si , voglio tornare presto a Gaza. Avevamo promesso che dopo la guerra avremmo fatto un barbecue insieme e vogliamo farlo Queste sono piccole cose, ma per loro sono diventate importanti e significative”. Conclude il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, a Radio 24.

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GAZA - Il Card. Pizzaballa a Radio 24: "Siamo contenti, è tutto fragile, ma bisogna cominciare e ricostruire la fiducia, speriamo riparta l’anno scolastico"

di Napoli Magazine

09/10/2025 - 12:26

“Siamo contenti, avevamo bisogno di notizie positive, sappiamo che ci saranno tanti ostacoli, è tutto molto fragile ma bisogna cominciare in qualche modo con gesti che riportano un pochino di fiducia tra le popolazioni israeliane e palestinesi”. Così a caldo dai microfoni di Radio24, commenta la tregua raggiunta il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa.

"Sul buon esito dei negoziati la pressione internazionale, dice, ha influito moltissimo, soprattutto quella degli Stati Uniti, ma non solo. Questa incomprensione anche di senso, chiamiamolo così, perché è vero, della comunità internazionale nei confronti di quello che stava accadendo qui, soprattutto a Gaza, ha giocato un ruolo, penso importante, nello spingere tutte e due le parti a rinunciare a qualcosa che loro ritenevano imprescindibile e trovare una forma di compromesso". 

“A Gaza, racconta, c’è tanto dolore ancora, le ferite sono aperte, sanguinanti. Anche se adesso ci sarà il cessate il fuoco la situazione resterà drammatica ancora per molto tempo. È tutto da ricostruire, ammesso che si arrivi ad una conclusione definitiva di questo conflitto, perché - aggiunge il cardinale a Radio 24 - non dobbiamo farci troppe illusioni. La fine della guerra, ripete, non è la fine del conflitto”. Per Pizzaballa è importante però rallegrarsi di questo passaggio di cui c’era bisogno. Il patriarca spiega a Radio 24 quali sono le urgenze a Gaza in questo momento. “Innanzitutto, servono le tende perché sta arrivando l’inverno e c’è tanta gente che non ha nulla, serve cibo, medicinali”.

 Pizzaballa spiega che oltre a ricostruire i muri si dovrà procedere però ad una difficile lavoro di ricostruzione del tessuto sociale. “Ricostruire i muri, per quanto sarà complicato, decisamente si potrà fare sicuramente con maggiore facilità che non ricostruire dalla devastazione umana che questa guerra ha creato, a partire dal 7 ottobre, senza escludere tutto quello che è accaduto a Gaza che è incomprensibile e assolutamente drammatico, ci vorrà molto tempo. Ci vorrà una grande capacità dei leader politici e religiosi di influire in qualche modo, di ricostruire un minimo di fiducia che adesso non c'è”.  Quanto alla soluzione dei due stati per i due popoli secondo il cardinale resta l’unica “soluzione che può dare stabilità al futuro, nei tempi lunghi però, certamente non nell’immediato”.

Ha intenzione di tornare presto a Gaza? Il patriarca a radio 24 risponde scherzosamente a questa domanda: “si , voglio tornare presto a Gaza. Avevamo promesso che dopo la guerra avremmo fatto un barbecue insieme e vogliamo farlo Queste sono piccole cose, ma per loro sono diventate importanti e significative”. Conclude il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, a Radio 24.