Giuseppe Cruciani, giornalista e conduttore radiofonico, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Il Gambero Rosso in merito all'apertura della pizzeria di Flavio Briatore a Napoli. La sua "Crazy Pizza" ha suscitato molte polemiche sui social a causa dei prezzi molto elevati (17 euro una margherita). Ecco le sue parole: "Briatore fa benissimo a tentare una nuova avventura imprenditoriale a Napoli e sono sicuro che avrà successo. E ha capito benissimo che qualsiasi forma di boicottaggio e di guerra social, serve. Se sarà un prodotto vincente lo decideranno i consumatori. Non capisco l’acredine di un’iniziativa imprenditoriale che può portare lavoro. La pizza non è patrimonio dei napoletani, ma patrimonio universale dell’umanità. Combatto questo racconto del politicamente corretto del cibo e continuo a dire: ognuno mangi quello che vuole, e soprattutto non distruggiamo una grande tradizione italiana che è quella della carne. Ho fatto una battaglia contro quello che definivo un nuovo totalitarismo, il fatto che ti volessero dire che se tu continui a mangiare carne sei complice di un assassinio, dello sterminio degli animali".
di Napoli Magazine
17/08/2024 - 11:30
Giuseppe Cruciani, giornalista e conduttore radiofonico, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Il Gambero Rosso in merito all'apertura della pizzeria di Flavio Briatore a Napoli. La sua "Crazy Pizza" ha suscitato molte polemiche sui social a causa dei prezzi molto elevati (17 euro una margherita). Ecco le sue parole: "Briatore fa benissimo a tentare una nuova avventura imprenditoriale a Napoli e sono sicuro che avrà successo. E ha capito benissimo che qualsiasi forma di boicottaggio e di guerra social, serve. Se sarà un prodotto vincente lo decideranno i consumatori. Non capisco l’acredine di un’iniziativa imprenditoriale che può portare lavoro. La pizza non è patrimonio dei napoletani, ma patrimonio universale dell’umanità. Combatto questo racconto del politicamente corretto del cibo e continuo a dire: ognuno mangi quello che vuole, e soprattutto non distruggiamo una grande tradizione italiana che è quella della carne. Ho fatto una battaglia contro quello che definivo un nuovo totalitarismo, il fatto che ti volessero dire che se tu continui a mangiare carne sei complice di un assassinio, dello sterminio degli animali".