La riforma che introduce la separazione delle carriere della magistratura è stata approvata definitivamente dall'aula del Senato. Il disegno di legge costituzionale ha avuto 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni. Il voto è il quarto e ultimo passaggio parlamentare, come previsto dalla Costituzione. Prima del voto, il presidente La Russa ha disposto l'accertamento del numero legale dei presenti in Aula. A rappresentare il governo c'è il ministro della Giustizia Carlo Nordio accanto del quale siede il ministro Nello Musumeci.
"Signor ministro, ieri dicendo che in Aula c'è stata la solita litania petulante, non sta solo insultando l'opposizione ma sta insultando il principio della democrazia parlamentare per cui le istituzioni vengono difese da chi sta al governo e non attaccate. Per noi il dibattito parlamentare non è un di più". L'ha detto il senatore di Italia viva, Matteo Renzi rivolgendosi al ministro della Giustizia, Carlo Nordio che è in aula, al Senato, durante il suo intervento sulla riforma della separazione delle carriere della magistratura. "Noi siamo favorevoli da sempre alla separazione della carriere e la riteniamo giusta e un principio sacrosanto, ma oggi ci asteniamo perché la montagna ha partorito un topolino, è una riformicchia". L'ha detto il senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi nella dichiarazione di voto sulla riforma della giustizia, intervenendo in aula al Senato. Per Renzi, "non è vero che la riforma è una svolta come sostiene il centrodestra" né "un golpe", come argomenta la sinistra. Poi rimarca che la separazione tra le carriere dei magistrati "c'è già", aggiungendo che dopo l'approvazione definitiva della riforma "non cambierà niente per Garlasco, né per Bibbiano o per il caso Almasri o dopo gli attacchi della presidente del Consiglio sulla decisione della Corte dei conti sul Ponte". Quindi ha concluso riferendosi alla maggioranza: "Voi volete mettere una bandierina sulla giustizia ed è quello che vi serve", ma questa "non è una legge sulla separazione delle carriere ma che non vi garantirà la svolta garantista".
L'aula del Senato si è infiammata durante l'intervento di Roberto Scarpinato che ha dichiarato il voto contrario di M5s alla separazione delle carriere. "Ci sono italiani anche di destra - ha detto Scarpinato - che non se la bevono che Berlusconi, Dell'Utri, Cosentino, D'Ali', Formigoni sono stati vittime di persecuzione dei magistrati ". È partita la contestazione dai banchi di Fi, con il presidente La Russa costretto a richiamare alcuni senatori a partire dalla vicepresidente Licia Ronzulli. Si sono levati grida e "buuuu" contro Scarpinato a sua volta sostenuto dagli applausi dei senatori del suo gruppo. Scarpinato ha poi sforato i dieci minuti dell'intervento e dai banchi del centrodestra diversi senatori hanno gridato "basta", facendo però arrabbiare La Russa che ha rintuzzato: "i tempi dell'intervento li decido io".
"La Corte dei Conti viene attaccata per avere svolto la funzione che le attribuisce la legge a tutela delle risorse pubbliche. Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sulla reale motivazione della riforma costituzionale della magistratura e su quella della Corte dei Conti, ci ha pensato la premier ad eliminare ogni dubbio: i giudici vanno bene solo se decidono come vuole il governo, con buona pace della separazione dei poteri. Questa insofferenza rispetto al controllo di legalità è un segnale preoccupante". Così all'ANSA il segretario generale dell'Anm, Rocco Maruotti.
di Napoli Magazine
30/10/2025 - 12:54
La riforma che introduce la separazione delle carriere della magistratura è stata approvata definitivamente dall'aula del Senato. Il disegno di legge costituzionale ha avuto 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni. Il voto è il quarto e ultimo passaggio parlamentare, come previsto dalla Costituzione. Prima del voto, il presidente La Russa ha disposto l'accertamento del numero legale dei presenti in Aula. A rappresentare il governo c'è il ministro della Giustizia Carlo Nordio accanto del quale siede il ministro Nello Musumeci.
"Signor ministro, ieri dicendo che in Aula c'è stata la solita litania petulante, non sta solo insultando l'opposizione ma sta insultando il principio della democrazia parlamentare per cui le istituzioni vengono difese da chi sta al governo e non attaccate. Per noi il dibattito parlamentare non è un di più". L'ha detto il senatore di Italia viva, Matteo Renzi rivolgendosi al ministro della Giustizia, Carlo Nordio che è in aula, al Senato, durante il suo intervento sulla riforma della separazione delle carriere della magistratura. "Noi siamo favorevoli da sempre alla separazione della carriere e la riteniamo giusta e un principio sacrosanto, ma oggi ci asteniamo perché la montagna ha partorito un topolino, è una riformicchia". L'ha detto il senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi nella dichiarazione di voto sulla riforma della giustizia, intervenendo in aula al Senato. Per Renzi, "non è vero che la riforma è una svolta come sostiene il centrodestra" né "un golpe", come argomenta la sinistra. Poi rimarca che la separazione tra le carriere dei magistrati "c'è già", aggiungendo che dopo l'approvazione definitiva della riforma "non cambierà niente per Garlasco, né per Bibbiano o per il caso Almasri o dopo gli attacchi della presidente del Consiglio sulla decisione della Corte dei conti sul Ponte". Quindi ha concluso riferendosi alla maggioranza: "Voi volete mettere una bandierina sulla giustizia ed è quello che vi serve", ma questa "non è una legge sulla separazione delle carriere ma che non vi garantirà la svolta garantista".
L'aula del Senato si è infiammata durante l'intervento di Roberto Scarpinato che ha dichiarato il voto contrario di M5s alla separazione delle carriere. "Ci sono italiani anche di destra - ha detto Scarpinato - che non se la bevono che Berlusconi, Dell'Utri, Cosentino, D'Ali', Formigoni sono stati vittime di persecuzione dei magistrati ". È partita la contestazione dai banchi di Fi, con il presidente La Russa costretto a richiamare alcuni senatori a partire dalla vicepresidente Licia Ronzulli. Si sono levati grida e "buuuu" contro Scarpinato a sua volta sostenuto dagli applausi dei senatori del suo gruppo. Scarpinato ha poi sforato i dieci minuti dell'intervento e dai banchi del centrodestra diversi senatori hanno gridato "basta", facendo però arrabbiare La Russa che ha rintuzzato: "i tempi dell'intervento li decido io".
"La Corte dei Conti viene attaccata per avere svolto la funzione che le attribuisce la legge a tutela delle risorse pubbliche. Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sulla reale motivazione della riforma costituzionale della magistratura e su quella della Corte dei Conti, ci ha pensato la premier ad eliminare ogni dubbio: i giudici vanno bene solo se decidono come vuole il governo, con buona pace della separazione dei poteri. Questa insofferenza rispetto al controllo di legalità è un segnale preoccupante". Così all'ANSA il segretario generale dell'Anm, Rocco Maruotti.