Piero Ausilio, d.s. dell'Inter, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Era il ‘97, Moratti mi ha chiesto di fare il segretario del settore giovanile. Erano solo sei mesi di contratto, ma ho accettato. E non sono mai più venuto via da qui, crescendo in modo graduale. Se è riduttivo essere rimasto solo all'Inter? Ma l’Inter è stata una grande scuola, ho provato tutto. Comprese quattro proprietà diverse: Moratti, Thohir, Suning e, ora, Oaktree. I colpi migliori? "Kovacic e Brozovic, che abbiamo scelto con Branca. E poi Onana, preso gratis e ceduto a 55 milioni dopo un anno. E Lautaro, Bisseck, Thuram.... L’operazione più difficile? Mercato invernale, vendo un giocatore all’estero e respiro: il periodo era durissimo, faticavamo a pagare gli stipendi. Quando stiamo per firmare mi chiama un notissimo avvocato divorzista: non può far partire il calciatore, la moglie vuole la separazione, abbiamo chiesto il ritiro del passaporto. Li ho chiusi in una stanza finché non hanno sistemato tutto: accordo per il divorzio e cessione del giocatore. Non so se sia stata l’operazione più difficile, ma forse per l’Inter è stata la più importante. L'errore più grave commesso? Kvaratskhelia. Ma non ho sbagliato solo io, lo hanno offerto a tanti grandi club in Italia. Solo che noi giocavamo con il 3-5-2 e lui è un calciatore da 4-3-3, per questo non lo abbiamo preso. "I miei figli? Giulia ha preso tutta un’altra strada. Niccolò con i piedi non era buono, ha smesso ma ha passione: vede mille partite, studia i giocatori. Quando Jashari è andato al Milan mi ha rimproverato. Mi ha detto: te l’ho consigliato quando era al Lucerna, te lo sei fatto scappare. È vero, ma mica li possiamo prendere tutti noi quelli bravi".
di Napoli Magazine
10/08/2025 - 12:35
Piero Ausilio, d.s. dell'Inter, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Era il ‘97, Moratti mi ha chiesto di fare il segretario del settore giovanile. Erano solo sei mesi di contratto, ma ho accettato. E non sono mai più venuto via da qui, crescendo in modo graduale. Se è riduttivo essere rimasto solo all'Inter? Ma l’Inter è stata una grande scuola, ho provato tutto. Comprese quattro proprietà diverse: Moratti, Thohir, Suning e, ora, Oaktree. I colpi migliori? "Kovacic e Brozovic, che abbiamo scelto con Branca. E poi Onana, preso gratis e ceduto a 55 milioni dopo un anno. E Lautaro, Bisseck, Thuram.... L’operazione più difficile? Mercato invernale, vendo un giocatore all’estero e respiro: il periodo era durissimo, faticavamo a pagare gli stipendi. Quando stiamo per firmare mi chiama un notissimo avvocato divorzista: non può far partire il calciatore, la moglie vuole la separazione, abbiamo chiesto il ritiro del passaporto. Li ho chiusi in una stanza finché non hanno sistemato tutto: accordo per il divorzio e cessione del giocatore. Non so se sia stata l’operazione più difficile, ma forse per l’Inter è stata la più importante. L'errore più grave commesso? Kvaratskhelia. Ma non ho sbagliato solo io, lo hanno offerto a tanti grandi club in Italia. Solo che noi giocavamo con il 3-5-2 e lui è un calciatore da 4-3-3, per questo non lo abbiamo preso. "I miei figli? Giulia ha preso tutta un’altra strada. Niccolò con i piedi non era buono, ha smesso ma ha passione: vede mille partite, studia i giocatori. Quando Jashari è andato al Milan mi ha rimproverato. Mi ha detto: te l’ho consigliato quando era al Lucerna, te lo sei fatto scappare. È vero, ma mica li possiamo prendere tutti noi quelli bravi".