Calcio
L'OPINIONE - Tarallo: "Napoli, lo scossone ha funzionato, Neres? Mi ricorda molto il Pocho, se non è costretto, dà il meglio"
01.12.2025 13:02 di Napoli Magazine
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A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano La Verità. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Come sta stamattina un tifoso del Napoli?

“Sta benissimo, benissimo. E devo anche riconoscere che quella famosa conferenza stampa post Bologna – che tutti avevamo criticato per il casino che aveva creato Conte – evidentemente è servita, nonostante rappresentasse solo la punta dell’iceberg delle problematiche del Napoli. A questo punto è chiaro che lì dentro ci deve essere stato uno scossone fortissimo, e ha funzionato. Ha funzionato: le tre vittorie consecutive, i sei gol segnati… la reazione c’è stata. E il Napoli, sulle ali dell’entusiasmo, oggi si propone come favorita per il campionato insieme all’Inter, per quanto mi riguarda. Mentre lo dico mi dispiace, ma abbiamo ridimensionato fortemente la Roma (ride, ndr.). Li abbiamo dominati. Dominio totale. Il primo tempo è stato impressionante. Non ci hanno capito niente. Gasperini sa fare una sola cosa: fa sempre la stessa cosa, e tu gliel’hai impedita. Fine. Mi dirai: Milinkovic-Savic alla fine ha salvato il risultato… e ci mancherebbe pure che la prima in classifica non tiri mai in porta! Uno lo deve fare, no? La Roma di ieri l’abbiamo totalmente annichilita. Il primo tempo è stato di livello monumentale. Non riuscivano a fare nulla, non riuscivano a ragionare. E dal punto di vista fisico, vuoi vedere che il Napoli adesso sta beneficiando della preparazione pesante fatta quest’estate, che probabilmente ha portato anche a qualche infortunio di troppo? Ieri il Napoli è stato all’altezza della situazione, eccome. E io lo ringrazio di cuore, perché vincere a Roma e riprendersi il primo posto ci ha davvero regalato una gioia enorme. Oggi andiamo tutti a lavorare più contenti. È chiaro, il calcio dovrebbe allietare i weekend. Oggi invece è diventato centrale nelle nostre vite: siamo tutti malati di pallone. A Napoli è normale che sia così: è passato il più grande di tutti i tempi, da noi il Napoli è una religione. Ma ormai lo è diventato per tutti, anche per l’ultima squadra di Terza Categoria".

È vero che il Napoli stia salendo di condizione, ma non è altrettanto vero che, quando veniva schierato con i cinque centrocampisti – quel 4-1-4-1 – c’era meno spazio per esprimere le qualità atletiche e anche meno soluzioni offensive?

“Sì. Dopodiché, quando torneranno gli infortunati, secondo me si tornerà a quel tipo di assetto, perché alla fine i migliori undici li devi mettere in campo. Lo so che dico una banalità, e non sono un giornalista sportivo ‘vero’, per fortuna mia. È chiaro che con questo Napoli ‘Peperino’, con le due ali e il centrocampo a tre, si creano altri spazi. Però quando tornano tutti, voglio vedere come fai a non metterli. Magari ci saranno accorgimenti, magari ci saranno rotazioni più avanti nella stagione. Ma è chiaro che poi farai giocare tutti. È giusto così: oggi il modulo è perfetto per gli uomini che hai, ma quando ritornano i titolari tornerai all’assetto iniziale, avendo però la possibilità – in corso d’opera – di cambiare modulo se hai bisogno di qualcosa di diverso".

Neres sta dando delle vibes da Lavezzi?

“Sì. Mi ricorda molto il Pocho. Deve ancora uscire del tutto, ci mancherebbe, non voglio anticipare cose enormi… ma è un calciatore che, se non lo costringi a stare sul binario, dà il meglio. Non gli devi dire: ‘vai su e giù sulla stessa corsia’. Lascialo accentrarsi, sbagliare. La tecnica è quella. Guarda il gol di ieri: sembra facile, ma non lo è. Il portiere lo sfiora, lui lo supera di due centimetri e fa quel tocchettino chirurgico in corsa. Veramente molto, molto bene".

Era così difficile capire che, mettendo un assetto più spregiudicato, con le ali che tu stesso avevi scelto si poteva essere più propositivi fin dall’inizio? C’era bisogno di arrivare a mezza squadra fuori per infortunio?

“Sì, ma all’inizio hai vinto comunque, eri lì in classifica. Però, se mi chiedi cosa preferisco, io voglio vedere Neres, voglio vedere Lang, voglio vedere chi salta l’uomo, e voglio vedere alternanza sulle fasce, come fanno tutte le grandi squadre. Si gioca ogni tre giorni: alterni, uno fa la Coppa, uno il campionato, o anche nella stessa partita cambi. Ci siamo lamentati per un anno e mezzo che Politano non avesse sostituto. Ora ce ne sono due. Va benissimo così".

Vedendo la confusione arbitrale a Milano, lei non ha paura di questo Milan?

“No. Il Milan non mi fa paura. Perché secondo me di giocatori davvero da scudetto ne ha due: Pulisic e Leão. Però quello che è successo è stato vergognoso. Non puoi mandare un arbitro così giovane e inesperto a una partita che si sapeva sarebbe stata combattuta. Allegri è un fiume in piena, e infatti si è preso l’espulsione pur di orientare la scelta. Ma quell’arbitro, su quel tipo di tocco, non può chiamare nulla. Però, una volta che ci vai, è rigore: al monitor non puoi più non darlo. È vero che sono venti centimetri… ma quel pallone va verso la porta. E ci hanno messo sette minuti per trovare una giustificazione. L’Aia mi sembra un sistema alla Palamara. L’associazione arbitri è un manipolo di correnti, amicizie, faide interne. E non va bene. Dovrebbe uscire l’audio del VAR. Lo metteranno? Di solito sì. Lo pubblicheranno a puntate, visto che ci avranno fatto una chiacchierata di un quarto d’ora. È stato vergognoso. Non tanto per il rigore in sé – che, su venti centimetri, può anche non starci – ma per il casino che hanno combinato. Vergognoso. Quando c’è troppa confusione, è normale che si pensi molto, molto male". 

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L'OPINIONE - Tarallo: "Napoli, lo scossone ha funzionato, Neres? Mi ricorda molto il Pocho, se non è costretto, dà il meglio"

di Napoli Magazine

01/12/2025 - 13:02

A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano La Verità. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Come sta stamattina un tifoso del Napoli?

“Sta benissimo, benissimo. E devo anche riconoscere che quella famosa conferenza stampa post Bologna – che tutti avevamo criticato per il casino che aveva creato Conte – evidentemente è servita, nonostante rappresentasse solo la punta dell’iceberg delle problematiche del Napoli. A questo punto è chiaro che lì dentro ci deve essere stato uno scossone fortissimo, e ha funzionato. Ha funzionato: le tre vittorie consecutive, i sei gol segnati… la reazione c’è stata. E il Napoli, sulle ali dell’entusiasmo, oggi si propone come favorita per il campionato insieme all’Inter, per quanto mi riguarda. Mentre lo dico mi dispiace, ma abbiamo ridimensionato fortemente la Roma (ride, ndr.). Li abbiamo dominati. Dominio totale. Il primo tempo è stato impressionante. Non ci hanno capito niente. Gasperini sa fare una sola cosa: fa sempre la stessa cosa, e tu gliel’hai impedita. Fine. Mi dirai: Milinkovic-Savic alla fine ha salvato il risultato… e ci mancherebbe pure che la prima in classifica non tiri mai in porta! Uno lo deve fare, no? La Roma di ieri l’abbiamo totalmente annichilita. Il primo tempo è stato di livello monumentale. Non riuscivano a fare nulla, non riuscivano a ragionare. E dal punto di vista fisico, vuoi vedere che il Napoli adesso sta beneficiando della preparazione pesante fatta quest’estate, che probabilmente ha portato anche a qualche infortunio di troppo? Ieri il Napoli è stato all’altezza della situazione, eccome. E io lo ringrazio di cuore, perché vincere a Roma e riprendersi il primo posto ci ha davvero regalato una gioia enorme. Oggi andiamo tutti a lavorare più contenti. È chiaro, il calcio dovrebbe allietare i weekend. Oggi invece è diventato centrale nelle nostre vite: siamo tutti malati di pallone. A Napoli è normale che sia così: è passato il più grande di tutti i tempi, da noi il Napoli è una religione. Ma ormai lo è diventato per tutti, anche per l’ultima squadra di Terza Categoria".

È vero che il Napoli stia salendo di condizione, ma non è altrettanto vero che, quando veniva schierato con i cinque centrocampisti – quel 4-1-4-1 – c’era meno spazio per esprimere le qualità atletiche e anche meno soluzioni offensive?

“Sì. Dopodiché, quando torneranno gli infortunati, secondo me si tornerà a quel tipo di assetto, perché alla fine i migliori undici li devi mettere in campo. Lo so che dico una banalità, e non sono un giornalista sportivo ‘vero’, per fortuna mia. È chiaro che con questo Napoli ‘Peperino’, con le due ali e il centrocampo a tre, si creano altri spazi. Però quando tornano tutti, voglio vedere come fai a non metterli. Magari ci saranno accorgimenti, magari ci saranno rotazioni più avanti nella stagione. Ma è chiaro che poi farai giocare tutti. È giusto così: oggi il modulo è perfetto per gli uomini che hai, ma quando ritornano i titolari tornerai all’assetto iniziale, avendo però la possibilità – in corso d’opera – di cambiare modulo se hai bisogno di qualcosa di diverso".

Neres sta dando delle vibes da Lavezzi?

“Sì. Mi ricorda molto il Pocho. Deve ancora uscire del tutto, ci mancherebbe, non voglio anticipare cose enormi… ma è un calciatore che, se non lo costringi a stare sul binario, dà il meglio. Non gli devi dire: ‘vai su e giù sulla stessa corsia’. Lascialo accentrarsi, sbagliare. La tecnica è quella. Guarda il gol di ieri: sembra facile, ma non lo è. Il portiere lo sfiora, lui lo supera di due centimetri e fa quel tocchettino chirurgico in corsa. Veramente molto, molto bene".

Era così difficile capire che, mettendo un assetto più spregiudicato, con le ali che tu stesso avevi scelto si poteva essere più propositivi fin dall’inizio? C’era bisogno di arrivare a mezza squadra fuori per infortunio?

“Sì, ma all’inizio hai vinto comunque, eri lì in classifica. Però, se mi chiedi cosa preferisco, io voglio vedere Neres, voglio vedere Lang, voglio vedere chi salta l’uomo, e voglio vedere alternanza sulle fasce, come fanno tutte le grandi squadre. Si gioca ogni tre giorni: alterni, uno fa la Coppa, uno il campionato, o anche nella stessa partita cambi. Ci siamo lamentati per un anno e mezzo che Politano non avesse sostituto. Ora ce ne sono due. Va benissimo così".

Vedendo la confusione arbitrale a Milano, lei non ha paura di questo Milan?

“No. Il Milan non mi fa paura. Perché secondo me di giocatori davvero da scudetto ne ha due: Pulisic e Leão. Però quello che è successo è stato vergognoso. Non puoi mandare un arbitro così giovane e inesperto a una partita che si sapeva sarebbe stata combattuta. Allegri è un fiume in piena, e infatti si è preso l’espulsione pur di orientare la scelta. Ma quell’arbitro, su quel tipo di tocco, non può chiamare nulla. Però, una volta che ci vai, è rigore: al monitor non puoi più non darlo. È vero che sono venti centimetri… ma quel pallone va verso la porta. E ci hanno messo sette minuti per trovare una giustificazione. L’Aia mi sembra un sistema alla Palamara. L’associazione arbitri è un manipolo di correnti, amicizie, faide interne. E non va bene. Dovrebbe uscire l’audio del VAR. Lo metteranno? Di solito sì. Lo pubblicheranno a puntate, visto che ci avranno fatto una chiacchierata di un quarto d’ora. È stato vergognoso. Non tanto per il rigore in sé – che, su venti centimetri, può anche non starci – ma per il casino che hanno combinato. Vergognoso. Quando c’è troppa confusione, è normale che si pensi molto, molto male".