A Radio Napoli Centrale, nel corso di "Un Calcio alla Radio", è intervenuto Giancarlo Dotto, giornalista Gazzetta dello Sport: "Quando parliamo di Mou, parliamo di una tipologia umana molto ben definita, un uomo leader nel bene e nel male. È un uomo molto intelligente, carismatico, riesce a convincere una grande o piccola ‘tribù’ a sposare la sua causa. Quando va via, essendo votato alla sua causa e non a quella della comunità o del contesto di cui è leader, spesso lascia macerie. È unico nel panorama del calcio mondiale, è un uomo molto intelligente e l’intelligenza non è a priori una virtù. Anche in lui, qualche volta, l’intelligenza è deviata. Spalletti? Un uomo molto sensibile, integerrimo, questi due anni a Napoli non sono stati facili per lui. Il malessere, o qualcosa di più, è una costante nei suoi rapporti. Non vuole essere corteggiato, ma non vuole essere considerato un dipendente. Luis Enrique? È stato fin troppo ‘hombre vertical’, incapace di una duttilità necessaria per un grande allenatore, alla Roma. Quando è andato al Barcellona è diventato flessibile e duttile perché ha capito le idee di calcio. Anche in Spagna non è bastato. In pole, per il Napoli, vedo un ritorno di Benitez. Mourinho vince la Coppa? Non lo so, Siviglia tosto, non lo vedo bene e l’assenza di Dybala è veramente pesante. Fiorentina messa meglio delle altre italiane? Ha una buonissima squadra, secondo me Italiano è uno degli allenatori che deve imparare ad essere più duttile".
di Napoli Magazine
26/05/2023 - 16:26
A Radio Napoli Centrale, nel corso di "Un Calcio alla Radio", è intervenuto Giancarlo Dotto, giornalista Gazzetta dello Sport: "Quando parliamo di Mou, parliamo di una tipologia umana molto ben definita, un uomo leader nel bene e nel male. È un uomo molto intelligente, carismatico, riesce a convincere una grande o piccola ‘tribù’ a sposare la sua causa. Quando va via, essendo votato alla sua causa e non a quella della comunità o del contesto di cui è leader, spesso lascia macerie. È unico nel panorama del calcio mondiale, è un uomo molto intelligente e l’intelligenza non è a priori una virtù. Anche in lui, qualche volta, l’intelligenza è deviata. Spalletti? Un uomo molto sensibile, integerrimo, questi due anni a Napoli non sono stati facili per lui. Il malessere, o qualcosa di più, è una costante nei suoi rapporti. Non vuole essere corteggiato, ma non vuole essere considerato un dipendente. Luis Enrique? È stato fin troppo ‘hombre vertical’, incapace di una duttilità necessaria per un grande allenatore, alla Roma. Quando è andato al Barcellona è diventato flessibile e duttile perché ha capito le idee di calcio. Anche in Spagna non è bastato. In pole, per il Napoli, vedo un ritorno di Benitez. Mourinho vince la Coppa? Non lo so, Siviglia tosto, non lo vedo bene e l’assenza di Dybala è veramente pesante. Fiorentina messa meglio delle altre italiane? Ha una buonissima squadra, secondo me Italiano è uno degli allenatori che deve imparare ad essere più duttile".