Cultura & Gossip
CINEMA - Il cast di "Rosa Pietra Stella" a #GIFFONI50
22.08.2020 14:07 di Napoli Magazine

Una Napoli fuori dagli stereotipi e dai clichè. Conquista la platea l’unico film italiano in concorso, “Rosa Pietra Stella”, proiezione dedicata ai Generator +18  alla presenza del cast al completo. Lontana dalla visione classica e poetica della città, o da quella nichilista delle storie di camorra:  Rosa Pietra Stella è storia di sopravvivenza quotidiana e proletaria, in una Portici in cui la povertà è un gioco a somma zero. Un finale aperto, che apre il denso dibattito tra giurati e hub connessi in streaming in dialogo con la produttrice Antonella di Nocera, il regista Marcello Sannino, l’attrice Ivana Lotito e la giovane Ludovica Nasti (già protagonista de L’amica geniale nei panni della piccola Lila). “Un finale aperto classico, attraverso una sequenza di campo e controcampo, in cui lo spettatore ha un ruolo attivo – sottolinea il regista Sannino -.  Stati d’animo differenti, sorrisi, disperazione, ma alla fine emerge il vuoto, la sospensione. La bambina impersonata da Ludovica non guarda verso la madre, ma guarda noi adulti, che abbiamo creato questo mondo. Ci osserva e ci rimprovera”. Una trama multistratificata: il rapporto tra la madre Carmela e la figlia Maria, che dal disagio esistenziale e dalla difficoltà di imparare a diventare genitore si allarga all’attualità, ai legami umani inesistenti, alle condizioni critiche dell’immigrazione. Storie di “solitudini” e di relazioni “tra mondi opposti simboleggiato da quello tra Tarèk e Carmela”, come evidenzia il regista, il tutto raccontato attraverso il dialetto originale napoletano. Precarietà e paura di chiedere aiuto, con la conseguenza dell’intervento dei servizi sociali che strappano la figlia alla madre. “Da questo dibattito si comprende l’anima di Giffoni – esordisce la produttrice Antonella Di Nocera – Il cuore è l’arte di Giffoni. Grazie a voi per aver colto i temi di questo film, che fa parte di un progetto indipendente, prodotto a bassissimo costo, con una grande squadra. Un film che mette in scena la realtà nella sua verità e vuole raccontare una Napoli diversa”. Descrive la diversità tra i personaggi di Lila e Maria la piccola Ludovica, che colpisce per la maturità artistica nonostante la giovanissima età: “Ognuna di loro ha dato una propria emozione. Lila è ragazzina degli anni '50 differente da Maria che vive i nostri tempi. Sono entrambe molto forti e coraggiose. È un rapporto stupendo tra madre e figlia, così si crea una famiglia piano piano”. Performance straordinaria quella della protagonista Ivana Lotito, nelle vesti della madre Carmela. “Non vedevo l’ora di venire a Giffoni – insiste - Sono felicissima, siete stati giurati attenti, sottili e raffinati, grazie per le osservazioni. La centralità di questo film è la condizione esistenziale che accomuna tutti: la ricerca di un’identità non è facile, dire cosa sei e cosa vuoi essere senza riferimenti familiari e culturali. La felicità è sentirsi al pieno delle proprie potenzialità. A Carmela è capitato essere madre, è difficile la trasmissione del valori, che è qualcosa di postumo perché vuol dire che qualcuno te li ha insegnati. È fondamentale fornire ai ragazzi gli strumenti per conoscersi, altrimenti saranno degli smarriti. La vita è troppo preziosa. E speriamo che dopo il lockdown possa esserci una rinascita per tutti”. 

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CINEMA - Il cast di "Rosa Pietra Stella" a #GIFFONI50

di Napoli Magazine

22/08/2020 - 14:07

Una Napoli fuori dagli stereotipi e dai clichè. Conquista la platea l’unico film italiano in concorso, “Rosa Pietra Stella”, proiezione dedicata ai Generator +18  alla presenza del cast al completo. Lontana dalla visione classica e poetica della città, o da quella nichilista delle storie di camorra:  Rosa Pietra Stella è storia di sopravvivenza quotidiana e proletaria, in una Portici in cui la povertà è un gioco a somma zero. Un finale aperto, che apre il denso dibattito tra giurati e hub connessi in streaming in dialogo con la produttrice Antonella di Nocera, il regista Marcello Sannino, l’attrice Ivana Lotito e la giovane Ludovica Nasti (già protagonista de L’amica geniale nei panni della piccola Lila). “Un finale aperto classico, attraverso una sequenza di campo e controcampo, in cui lo spettatore ha un ruolo attivo – sottolinea il regista Sannino -.  Stati d’animo differenti, sorrisi, disperazione, ma alla fine emerge il vuoto, la sospensione. La bambina impersonata da Ludovica non guarda verso la madre, ma guarda noi adulti, che abbiamo creato questo mondo. Ci osserva e ci rimprovera”. Una trama multistratificata: il rapporto tra la madre Carmela e la figlia Maria, che dal disagio esistenziale e dalla difficoltà di imparare a diventare genitore si allarga all’attualità, ai legami umani inesistenti, alle condizioni critiche dell’immigrazione. Storie di “solitudini” e di relazioni “tra mondi opposti simboleggiato da quello tra Tarèk e Carmela”, come evidenzia il regista, il tutto raccontato attraverso il dialetto originale napoletano. Precarietà e paura di chiedere aiuto, con la conseguenza dell’intervento dei servizi sociali che strappano la figlia alla madre. “Da questo dibattito si comprende l’anima di Giffoni – esordisce la produttrice Antonella Di Nocera – Il cuore è l’arte di Giffoni. Grazie a voi per aver colto i temi di questo film, che fa parte di un progetto indipendente, prodotto a bassissimo costo, con una grande squadra. Un film che mette in scena la realtà nella sua verità e vuole raccontare una Napoli diversa”. Descrive la diversità tra i personaggi di Lila e Maria la piccola Ludovica, che colpisce per la maturità artistica nonostante la giovanissima età: “Ognuna di loro ha dato una propria emozione. Lila è ragazzina degli anni '50 differente da Maria che vive i nostri tempi. Sono entrambe molto forti e coraggiose. È un rapporto stupendo tra madre e figlia, così si crea una famiglia piano piano”. Performance straordinaria quella della protagonista Ivana Lotito, nelle vesti della madre Carmela. “Non vedevo l’ora di venire a Giffoni – insiste - Sono felicissima, siete stati giurati attenti, sottili e raffinati, grazie per le osservazioni. La centralità di questo film è la condizione esistenziale che accomuna tutti: la ricerca di un’identità non è facile, dire cosa sei e cosa vuoi essere senza riferimenti familiari e culturali. La felicità è sentirsi al pieno delle proprie potenzialità. A Carmela è capitato essere madre, è difficile la trasmissione del valori, che è qualcosa di postumo perché vuol dire che qualcuno te li ha insegnati. È fondamentale fornire ai ragazzi gli strumenti per conoscersi, altrimenti saranno degli smarriti. La vita è troppo preziosa. E speriamo che dopo il lockdown possa esserci una rinascita per tutti”.