Cultura & Gossip
SPETTACOLI - "Stabat Mater", in Sala Assoli/Moscato dal 9 all’11 gennaio
19.12.2025 11:36 di Napoli Magazine
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Stabat Mater è la nuova interpretazione del celebre testo di Antonio Tarantino, drammaturgo capace come pochi di dare voce agli ultimi, ai corpi feriti, a un’umanità marginale attraversata da una lingua aspra e potentissima. Scomparso nel 2020, Tarantino ha lasciato al teatro italiano personaggi indimenticabili e una scrittura che mescola sacro e profano, ironia e disperazione, preghiera e invettiva civile: un teatro necessario, che scava nelle contraddizioni sociali e morali del presente. Tra i suoi testi più noti, quelli della “Tetralogia delle Cure”, di cui Stabat Mater fa parte insieme a “Passione secondo Giovanni” (1993), “Vespro della Beata Vergine” (1994) e “Lustrini” (1996), oltre a “Materiali per una tragedia tedesca” (2000).

Tra i testi più amati e frequentati della sua drammaturgia, Stabat Mater torna oggi in scena a distanza di tredici anni in una nuova versione diretta ancora una volta da Luca Guadagnino e da Stella Savino, produttrice e regista cinematografica che ha debuttato in teatro proprio con Stabat Mater accanto a Guadagnino, proseguendo poi una prolifica carriera come produttrice di film quali A Bigger Splash, Call Me by Your Name e Suspiria.

Al centro di questo sodalizio artistico c’è l’intensa interpretazione di Fabrizia Sacchi, attrice napoletana ma romana d’adozione, molto stimata in teatro, cinema e televisione. A teatro è stata recentemente protagonista di “Amanti” di Ivan Cotroneo accanto a Massimiliano Gallo; al cinema ha lavorato con registi come Marco Risi, Paolo Virzì e Mimmo Calopresti; in televisione il pubblico l’ha vista di recente nella serie Rai “Il commissario Ricciardi”, nel ruolo di Lucia Maione.

Guadagnino è autore cinematografico di respiro internazionale, reduce dalla presentazione del suo ultimo film “After the Hunt” alla Mostra del Cinema di Venezia 2025. Fin dai primi lavori, da “Io sono l’amore” a “Chiamami col tuo nome”, ha dimostrato un’attenzione costante ai sentimenti e alle zone d’ombra delle relazioni, sensibilità che in Stabat Mater si traduce in un ascolto profondo del testo e del corpo dell’attrice.

Maria Croce è una madre che racconta la propria storia e quella del figlio, trascinando il pubblico in un flusso verbale incalzante, doloroso, a tratti feroce.

Il titolo rimanda alla tradizione della preghiera medievale che pone la madre ai piedi del figlio sulla croce, immagine cardine dell’iconografia cristiana e archetipo laico della sofferenza di chi assiste, impotente, alla rovina di ciò che ama. Tarantino ha spostato questa figura nel cuore della città contemporanea, trasformandola in una donna del Sud trapiantata a Torino, sola e sradicata, schiacciata da un destino che non controlla ma che affronta con una forza tutta terrena.

Maria Croce travolge lo spettatore con il ritmo e la musicalità della lingua napoletana, in una narrazione fatta di frasi che tornano, inciampi volutamente comici e improvvise accensioni emotive. Attraverso il racconto delle persone e delle istituzioni che hanno segnato la sua vita, emerge un mosaico di precarietà e dignità ferita.

Lo spettacolo è prodotto da Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito e Argot Produzioni, in collaborazione con Fondazione Sipario Toscana – La Città del Teatro e Teatro delle Briciole – Solares Fondazione delle Arti.

 

Durata spettacolo: 70 minuti

 

Orari spettacoli

lunedì > sabato ore 20.30

domenica e festivi ore 18.00

 

Posto unico
intero 18 € | ridotto 15 €

Riduzioni: under 30, over 65,
CartaEffe, enti convenzionati

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SPETTACOLI - "Stabat Mater", in Sala Assoli/Moscato dal 9 all’11 gennaio

di Napoli Magazine

19/12/2025 - 11:36

Stabat Mater è la nuova interpretazione del celebre testo di Antonio Tarantino, drammaturgo capace come pochi di dare voce agli ultimi, ai corpi feriti, a un’umanità marginale attraversata da una lingua aspra e potentissima. Scomparso nel 2020, Tarantino ha lasciato al teatro italiano personaggi indimenticabili e una scrittura che mescola sacro e profano, ironia e disperazione, preghiera e invettiva civile: un teatro necessario, che scava nelle contraddizioni sociali e morali del presente. Tra i suoi testi più noti, quelli della “Tetralogia delle Cure”, di cui Stabat Mater fa parte insieme a “Passione secondo Giovanni” (1993), “Vespro della Beata Vergine” (1994) e “Lustrini” (1996), oltre a “Materiali per una tragedia tedesca” (2000).

Tra i testi più amati e frequentati della sua drammaturgia, Stabat Mater torna oggi in scena a distanza di tredici anni in una nuova versione diretta ancora una volta da Luca Guadagnino e da Stella Savino, produttrice e regista cinematografica che ha debuttato in teatro proprio con Stabat Mater accanto a Guadagnino, proseguendo poi una prolifica carriera come produttrice di film quali A Bigger Splash, Call Me by Your Name e Suspiria.

Al centro di questo sodalizio artistico c’è l’intensa interpretazione di Fabrizia Sacchi, attrice napoletana ma romana d’adozione, molto stimata in teatro, cinema e televisione. A teatro è stata recentemente protagonista di “Amanti” di Ivan Cotroneo accanto a Massimiliano Gallo; al cinema ha lavorato con registi come Marco Risi, Paolo Virzì e Mimmo Calopresti; in televisione il pubblico l’ha vista di recente nella serie Rai “Il commissario Ricciardi”, nel ruolo di Lucia Maione.

Guadagnino è autore cinematografico di respiro internazionale, reduce dalla presentazione del suo ultimo film “After the Hunt” alla Mostra del Cinema di Venezia 2025. Fin dai primi lavori, da “Io sono l’amore” a “Chiamami col tuo nome”, ha dimostrato un’attenzione costante ai sentimenti e alle zone d’ombra delle relazioni, sensibilità che in Stabat Mater si traduce in un ascolto profondo del testo e del corpo dell’attrice.

Maria Croce è una madre che racconta la propria storia e quella del figlio, trascinando il pubblico in un flusso verbale incalzante, doloroso, a tratti feroce.

Il titolo rimanda alla tradizione della preghiera medievale che pone la madre ai piedi del figlio sulla croce, immagine cardine dell’iconografia cristiana e archetipo laico della sofferenza di chi assiste, impotente, alla rovina di ciò che ama. Tarantino ha spostato questa figura nel cuore della città contemporanea, trasformandola in una donna del Sud trapiantata a Torino, sola e sradicata, schiacciata da un destino che non controlla ma che affronta con una forza tutta terrena.

Maria Croce travolge lo spettatore con il ritmo e la musicalità della lingua napoletana, in una narrazione fatta di frasi che tornano, inciampi volutamente comici e improvvise accensioni emotive. Attraverso il racconto delle persone e delle istituzioni che hanno segnato la sua vita, emerge un mosaico di precarietà e dignità ferita.

Lo spettacolo è prodotto da Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito e Argot Produzioni, in collaborazione con Fondazione Sipario Toscana – La Città del Teatro e Teatro delle Briciole – Solares Fondazione delle Arti.

 

Durata spettacolo: 70 minuti

 

Orari spettacoli

lunedì > sabato ore 20.30

domenica e festivi ore 18.00

 

Posto unico
intero 18 € | ridotto 15 €

Riduzioni: under 30, over 65,
CartaEffe, enti convenzionati