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G-FACTOR - G. Lucariello su "NM": "Ancelotti-Insigne, da libro Cuore!"
25.10.2019 17:37 di Napoli Magazine

NAPOLI - Eccolo Lorenzinho, il capitano degli Azzurri, lo scugnizzo-ribelle di Frattamaggiore in una veste incredibile e inaspettata che cancella la sua immagine di ragazzo un po’ arrogante, introverso e scambiato per presuntuoso, talvolta chiuso in se stesso e finanche… “attaccabrighe” come negli ultimissimi tempi, nell’atto sublime di sottomissione verso il Signore del calcio italiano, in una corsa sfrenata verso di lui dopo il gol-vittoria a Salisburgo. Il capo cosparso di cenere, nell’abbraccio spontaneo, furioso e solidissimo. Un atto d’amore. Ora come ora cosa si può pretendere di più da Insigne? Il gol importantissimo dei tre punti, fondamentali per quello che sarà il passaggio agli ottavi della Champions l’ha fatto ed ha anche dimostrato una dimensione più umana e umile nei rapporti all’interno del suo mondo ed anche nel nostro. Ammirevole il suo gesto, Lorenzinho pubblicamente in tv ha accusato se stesso riconoscendo gli errori dettati dal suo carattere un po’ spigoloso e un po’ stizzoso, rendendo omaggio al suo allenatore. Le sue scuse in un piatto d’argento. Tutto cancellato in un gesto, è la vera pace tra i due. Un gesto, un atto quello suo che sicuramente resterà nella storia del Napoli e forse più in generale anche del calcio. Ed è questo il calciatore che amano i tifosi della squadra azzurra, un giocatore non solo in grado di risolvere i problemi sul campo al momento opportuno ma anche dotato di sentimenti che sono affiorati ed emersi prepotentemente nell’abbraccio spontaneo ad Ancelotti che spazza via – e speriamo per sempre – con altrettanta forza e vigore velenosi malumori e turbamenti personali nel collettivo della squadra, del Club e nella Torcida. Una scena fantastica, di pochi attimi ma di grande intensità carica di significati inimmaginabili. In quell’attimo ecco ricostituita ulteriormente la saldezza dell’intero gruppo impegnato nella sfida con il Salisburgo oltre ogni limite, un legame dimostrato tra l’altro in quel grappolo di azzurri, una autentica montagna umana, che ha sommerso come in una cascata Carlo Ancelotti. Non più incomprensioni, niente più screzi ed occhi bassi indice di dissenso e risentimenti, ma spazio alla gioia infinita che solo il calcio può dare. Ancelotti-Insigne, il comandante del vapore e il capitano della squadra del cuore a Salisburgo hanno scritto una nuova pagina sicuramente indimenticabile del football napoletano, un nuovo toccante capitolo, da libro Cuore.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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25/10/2024 - 17:37

NAPOLI - Eccolo Lorenzinho, il capitano degli Azzurri, lo scugnizzo-ribelle di Frattamaggiore in una veste incredibile e inaspettata che cancella la sua immagine di ragazzo un po’ arrogante, introverso e scambiato per presuntuoso, talvolta chiuso in se stesso e finanche… “attaccabrighe” come negli ultimissimi tempi, nell’atto sublime di sottomissione verso il Signore del calcio italiano, in una corsa sfrenata verso di lui dopo il gol-vittoria a Salisburgo. Il capo cosparso di cenere, nell’abbraccio spontaneo, furioso e solidissimo. Un atto d’amore. Ora come ora cosa si può pretendere di più da Insigne? Il gol importantissimo dei tre punti, fondamentali per quello che sarà il passaggio agli ottavi della Champions l’ha fatto ed ha anche dimostrato una dimensione più umana e umile nei rapporti all’interno del suo mondo ed anche nel nostro. Ammirevole il suo gesto, Lorenzinho pubblicamente in tv ha accusato se stesso riconoscendo gli errori dettati dal suo carattere un po’ spigoloso e un po’ stizzoso, rendendo omaggio al suo allenatore. Le sue scuse in un piatto d’argento. Tutto cancellato in un gesto, è la vera pace tra i due. Un gesto, un atto quello suo che sicuramente resterà nella storia del Napoli e forse più in generale anche del calcio. Ed è questo il calciatore che amano i tifosi della squadra azzurra, un giocatore non solo in grado di risolvere i problemi sul campo al momento opportuno ma anche dotato di sentimenti che sono affiorati ed emersi prepotentemente nell’abbraccio spontaneo ad Ancelotti che spazza via – e speriamo per sempre – con altrettanta forza e vigore velenosi malumori e turbamenti personali nel collettivo della squadra, del Club e nella Torcida. Una scena fantastica, di pochi attimi ma di grande intensità carica di significati inimmaginabili. In quell’attimo ecco ricostituita ulteriormente la saldezza dell’intero gruppo impegnato nella sfida con il Salisburgo oltre ogni limite, un legame dimostrato tra l’altro in quel grappolo di azzurri, una autentica montagna umana, che ha sommerso come in una cascata Carlo Ancelotti. Non più incomprensioni, niente più screzi ed occhi bassi indice di dissenso e risentimenti, ma spazio alla gioia infinita che solo il calcio può dare. Ancelotti-Insigne, il comandante del vapore e il capitano della squadra del cuore a Salisburgo hanno scritto una nuova pagina sicuramente indimenticabile del football napoletano, un nuovo toccante capitolo, da libro Cuore.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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