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G-FACTOR - G. Lucariello su "NM": "Napoli, è fatto così il patron"
30.04.2022 12:38 di Napoli Magazine

NAPOLI - E’ fatto così il patron: abile, astuto, furbo e anche un po’ capoccione, don Aurelio si è rituffato nell’ambiente squadra quando si è convinto che c’era il grosso rischio - anche probabile che poteva andare tutto all’aria - perdendo il treno della Champions: uno spavento che si è dissolto quasi del tutto, anche in ragione degli ultimi risultati delle squadre che inseguono con un distacco incolmabile o quasi. A dire il vero i napoletani non si erano ingolositi affatto. E se ci hanno creduto è perché la squadra è stata sempre lassù in alto con le squadre di testa, ed è strano che questa sensazione rinfacciata alla torcida azzurra e allo staff tecnico, il patron non l’abbia provata anche lui che ha sempre detto “piatto ricco mi ci ficco”. Certo, una contraddizione che fa a pugni con l’altro principio esposto evidentemente allo scopo di calmierare una piazza ricaricata di entusiasmo dopo Napoli-Verona e che ha bruciato nel giro di appena tre partite speranze e perché no certezze costruite nel corso di quasi tutta la stagione: d’altronde quando sei in grado di vincere non si pongono limiti ai traguardi, insomma se ti ritrovi lassù tra le prime della classe puoi tranquillamente immaginare di poter tagliare il traguardo massimo. Che fai, freni l’auto perché ti accontenti della zona Champions o spingi a tavoletta? Spalletti ci ha creduto più di tutti, tanto è vero che ha dovuto uscire allo scoperto riconoscendo le ambizioni costruite dalla squadra strada facendo. Il tutto però è svanito in un batter d’occhi, e non si è capito il perché malgrado le spiegazioni. Sul piano dei risultati il Napoli è venuto meno nelle ultime tre partite, in parte anche complice di Spaletti che nelle circostanze già note ha confezionato improprie situazioni tecnico-tattiche, il rammarico è enorme. Per la verità don Aurelio appena qualche giorno fa ha rimarcato che quello accusato dagli azzurri non è il malessere di testa, ma piuttosto un problema legato al fattore fisico, un rilievo che Spalletti molto probabilmente non ha gradito e che gli è stato elevato già un po’ di tempo fa. Forse sarà stata qualche osservazione di questo tipo a provocare qualche apparente frizione tra le parti rendendo meno amorevole il rapporto dichiarato indissolubile. Insomma un nuovo eterno amore non più eterno, un po’ come con Benitez, Mazzarri, Sarri, Ancelotti e Gattuso che tra l’altro sul piano dei risultati e dei punti il Napoli non è affatto diverso da quello di oggi, vero. Tra una cena e l’altra sembra anche strano che il “rapporto informativo” sulle condizioni della squadra don Aurelio lo abbia tra l’altro richiesto a Ciro Dries Mertens, ormai felicemente orientato a restare a vita nel Napoli: la sua presenza può rappresentare una garanzia per la tifoseria, come avrà potuto programmare e immaginare Aurelio De Laurentiis, un tantino anche per calmierare le acque. C’è invece chi tra la gente azzurra non ha gradito tra le tante un’osservazione del patron: “quattro partite quattro punti”, una certezza che ha il sapore di una limitazione, proiettata sulla diversità degli obiettivi. Non c’è verso, l’ambizione è quella e ce l’hanno tutti nella testa, Napoli vuole vincere. E ci stava riuscendo. Con tutto il rispetto, ma l’ha capito o no il Capoccione?

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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G-FACTOR - G. Lucariello su "NM": "Napoli, è fatto così il patron"

di Napoli Magazine

30/04/2024 - 12:38

NAPOLI - E’ fatto così il patron: abile, astuto, furbo e anche un po’ capoccione, don Aurelio si è rituffato nell’ambiente squadra quando si è convinto che c’era il grosso rischio - anche probabile che poteva andare tutto all’aria - perdendo il treno della Champions: uno spavento che si è dissolto quasi del tutto, anche in ragione degli ultimi risultati delle squadre che inseguono con un distacco incolmabile o quasi. A dire il vero i napoletani non si erano ingolositi affatto. E se ci hanno creduto è perché la squadra è stata sempre lassù in alto con le squadre di testa, ed è strano che questa sensazione rinfacciata alla torcida azzurra e allo staff tecnico, il patron non l’abbia provata anche lui che ha sempre detto “piatto ricco mi ci ficco”. Certo, una contraddizione che fa a pugni con l’altro principio esposto evidentemente allo scopo di calmierare una piazza ricaricata di entusiasmo dopo Napoli-Verona e che ha bruciato nel giro di appena tre partite speranze e perché no certezze costruite nel corso di quasi tutta la stagione: d’altronde quando sei in grado di vincere non si pongono limiti ai traguardi, insomma se ti ritrovi lassù tra le prime della classe puoi tranquillamente immaginare di poter tagliare il traguardo massimo. Che fai, freni l’auto perché ti accontenti della zona Champions o spingi a tavoletta? Spalletti ci ha creduto più di tutti, tanto è vero che ha dovuto uscire allo scoperto riconoscendo le ambizioni costruite dalla squadra strada facendo. Il tutto però è svanito in un batter d’occhi, e non si è capito il perché malgrado le spiegazioni. Sul piano dei risultati il Napoli è venuto meno nelle ultime tre partite, in parte anche complice di Spaletti che nelle circostanze già note ha confezionato improprie situazioni tecnico-tattiche, il rammarico è enorme. Per la verità don Aurelio appena qualche giorno fa ha rimarcato che quello accusato dagli azzurri non è il malessere di testa, ma piuttosto un problema legato al fattore fisico, un rilievo che Spalletti molto probabilmente non ha gradito e che gli è stato elevato già un po’ di tempo fa. Forse sarà stata qualche osservazione di questo tipo a provocare qualche apparente frizione tra le parti rendendo meno amorevole il rapporto dichiarato indissolubile. Insomma un nuovo eterno amore non più eterno, un po’ come con Benitez, Mazzarri, Sarri, Ancelotti e Gattuso che tra l’altro sul piano dei risultati e dei punti il Napoli non è affatto diverso da quello di oggi, vero. Tra una cena e l’altra sembra anche strano che il “rapporto informativo” sulle condizioni della squadra don Aurelio lo abbia tra l’altro richiesto a Ciro Dries Mertens, ormai felicemente orientato a restare a vita nel Napoli: la sua presenza può rappresentare una garanzia per la tifoseria, come avrà potuto programmare e immaginare Aurelio De Laurentiis, un tantino anche per calmierare le acque. C’è invece chi tra la gente azzurra non ha gradito tra le tante un’osservazione del patron: “quattro partite quattro punti”, una certezza che ha il sapore di una limitazione, proiettata sulla diversità degli obiettivi. Non c’è verso, l’ambizione è quella e ce l’hanno tutti nella testa, Napoli vuole vincere. E ci stava riuscendo. Con tutto il rispetto, ma l’ha capito o no il Capoccione?

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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