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G-FACTOR - Lucariello: "Napoli, come ai tempi d'oro, ora viene il bello!"
15.01.2016 14:38 di Napoli Magazine

NAPOLI - Applausi, scroscianti e a spellemani da dedicare alla gente del San Paolo: un urugano che si abbatte sul tempio di Fuorigrotta per trascinare la squadra del cuore. Riferiscono le cronache dal botteghino che saranno in almeno in centomila quelli che in due partite accompagneranno Reina, Higuain, Insigne, Hamisk e tutti gli altri azzurri. Cifre  da capogiro, numeri da sogno che altri club nemmeno se li sognano. Embè la squadra del cuore si merita tutto ed anche di più, per quanto ha finora realizzato e per tutto quello che ancora deve fare. Attenzione però, siamo appena a metà strada di un percorso che si preannuncia e che si presenta ancora più tormentato e difficile di quanto non lo sia stato finora. Ciò perché al di là delle chiacchiere di circostanza, si può immaginare che guerra verrà portata al team e al gruppo di Sarri, senza esclusione di colpi e senza alcuna riserva. Adesso sono in tantissimi a congratularsi con gli azzurri e il Club di Castelvolturno, c’è da pensare però che il gioco diventerà piuttosto duro giacchè la posta in palio non è soltanto di carattere filantropico, cioè quella della conquista di quel triangolare che conserva il suo fascino e la sua importanza: gli interessi soprattutto economici – va ricordato -  sono enormi, straordinari. C’è chi giocherà tutte le carte in proprio possesso per evitare straordinari pericolosissimi contraccolpi di carattere economico-finanziari ed anche chi vuole evitare un tracollo sportivo a tutti i livelli, mentre Madama la Juve – che gioca il calcio per vincere, per stabilire nuovi primati e per conservare i conti in ordine – si rilancia alla grande, forte delle sue vittorie consecutive che hanno riportato lassù la Vecchia Signora. Embè,  ce ne freghiamo, il Napoli vola sulle ali dell’entusiasmo, forte dell’affetto della sua Torcida e di quella di un’intera città onorata nella sua espressione migliore, la squadra del cuore, come negli anni di Diego Armando Maradona e dei suoi grandi compagni. Sì, stiamo vivendo quella stessa atmosfera, viviamo e siamo alimentati della stessa convinzione di allora che gli Azzurri di oggi interpretano, ripresentano e ripropongono alla tifoseria di oggi pazza, innamorata e carica di emozioni provocate dai suoi idoli. Una Torcida che tuttavia non si lascia travolgere e sconvolgere dal suo stesso sentimento, questo grande infinito Amore, che da modo alla gente della città in riva al Golfo di ritornare in prima pagina, di primeggiare in un paese che ha in testa la Juve, l’Inter e pur sempre il Milan e nel quale per ovvi motivi diversi media fingono di non accorgersi del nuovo fenomeno.  E che come di consueto aprono le porte e le loro vetrine ai soliti potentoni del calcio, anche quelli scaduti di forza e di livello, riservando spazi relativi al Napoli, magari storcendo il muso condito da falsi sorrisi, un modo come un altro per mostrare un’attenzione che in realtà non hanno sentono affatto nei confronti di chi sta per rompere equilibri consolidati  e scritti in copioni prefissati. E’ una lotta contro tutto e contro tutti, come ai tempi di Dieguito, come è stato da sempre.  Sarà cambiato qualcosa da allora? E’ probabile di no, le mani sullo scudetto fino a qualche domenica fa le ha avute l’Inter, osannato e riverito. Poi l’irruzione della Juve, ma lassù c’è il Napoli a creare un po’ di scompiglio nel consueto giro delle scomposizioni alternate: per la cronaca dopo quattro stagioni  l’Inter in un modo o nell’altro – cioè pure con qualche particolare aiutino  fino a qualche domenica fa - giocando male ma vincendo, si è gonfiata il petto carica di  arroganza e di falsa modestia: lo sanno tutti che l’attuale Beneamata ha bisogno di centrare almeno la zona Champions per evitare problematiche che riguardano i conti. E c'è la Roma da rianimare ma che non dà pensiero.  Alla fin fine – oggi come oggi – il duello è quello di allora all'epoca del primo scudetto: la squadra del cuore contro la Vecchia Signora, il bello viene adesso.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

15/01/2024 - 14:38

NAPOLI - Applausi, scroscianti e a spellemani da dedicare alla gente del San Paolo: un urugano che si abbatte sul tempio di Fuorigrotta per trascinare la squadra del cuore. Riferiscono le cronache dal botteghino che saranno in almeno in centomila quelli che in due partite accompagneranno Reina, Higuain, Insigne, Hamisk e tutti gli altri azzurri. Cifre  da capogiro, numeri da sogno che altri club nemmeno se li sognano. Embè la squadra del cuore si merita tutto ed anche di più, per quanto ha finora realizzato e per tutto quello che ancora deve fare. Attenzione però, siamo appena a metà strada di un percorso che si preannuncia e che si presenta ancora più tormentato e difficile di quanto non lo sia stato finora. Ciò perché al di là delle chiacchiere di circostanza, si può immaginare che guerra verrà portata al team e al gruppo di Sarri, senza esclusione di colpi e senza alcuna riserva. Adesso sono in tantissimi a congratularsi con gli azzurri e il Club di Castelvolturno, c’è da pensare però che il gioco diventerà piuttosto duro giacchè la posta in palio non è soltanto di carattere filantropico, cioè quella della conquista di quel triangolare che conserva il suo fascino e la sua importanza: gli interessi soprattutto economici – va ricordato -  sono enormi, straordinari. C’è chi giocherà tutte le carte in proprio possesso per evitare straordinari pericolosissimi contraccolpi di carattere economico-finanziari ed anche chi vuole evitare un tracollo sportivo a tutti i livelli, mentre Madama la Juve – che gioca il calcio per vincere, per stabilire nuovi primati e per conservare i conti in ordine – si rilancia alla grande, forte delle sue vittorie consecutive che hanno riportato lassù la Vecchia Signora. Embè,  ce ne freghiamo, il Napoli vola sulle ali dell’entusiasmo, forte dell’affetto della sua Torcida e di quella di un’intera città onorata nella sua espressione migliore, la squadra del cuore, come negli anni di Diego Armando Maradona e dei suoi grandi compagni. Sì, stiamo vivendo quella stessa atmosfera, viviamo e siamo alimentati della stessa convinzione di allora che gli Azzurri di oggi interpretano, ripresentano e ripropongono alla tifoseria di oggi pazza, innamorata e carica di emozioni provocate dai suoi idoli. Una Torcida che tuttavia non si lascia travolgere e sconvolgere dal suo stesso sentimento, questo grande infinito Amore, che da modo alla gente della città in riva al Golfo di ritornare in prima pagina, di primeggiare in un paese che ha in testa la Juve, l’Inter e pur sempre il Milan e nel quale per ovvi motivi diversi media fingono di non accorgersi del nuovo fenomeno.  E che come di consueto aprono le porte e le loro vetrine ai soliti potentoni del calcio, anche quelli scaduti di forza e di livello, riservando spazi relativi al Napoli, magari storcendo il muso condito da falsi sorrisi, un modo come un altro per mostrare un’attenzione che in realtà non hanno sentono affatto nei confronti di chi sta per rompere equilibri consolidati  e scritti in copioni prefissati. E’ una lotta contro tutto e contro tutti, come ai tempi di Dieguito, come è stato da sempre.  Sarà cambiato qualcosa da allora? E’ probabile di no, le mani sullo scudetto fino a qualche domenica fa le ha avute l’Inter, osannato e riverito. Poi l’irruzione della Juve, ma lassù c’è il Napoli a creare un po’ di scompiglio nel consueto giro delle scomposizioni alternate: per la cronaca dopo quattro stagioni  l’Inter in un modo o nell’altro – cioè pure con qualche particolare aiutino  fino a qualche domenica fa - giocando male ma vincendo, si è gonfiata il petto carica di  arroganza e di falsa modestia: lo sanno tutti che l’attuale Beneamata ha bisogno di centrare almeno la zona Champions per evitare problematiche che riguardano i conti. E c'è la Roma da rianimare ma che non dà pensiero.  Alla fin fine – oggi come oggi – il duello è quello di allora all'epoca del primo scudetto: la squadra del cuore contro la Vecchia Signora, il bello viene adesso.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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