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G-FACTOR - Lucariello: "Ciao Rafa, scatta il totoallenatore"
27.03.2015 21:10 di Napoli Magazine

NAPOLI - Bye-bye, ciao ciao: don Rafele se ne va, sembra scontato. Non l’ha detto ancora, ma tutti proprio tutti l’hanno capito e non ci sarebbe nemmeno bisogno di arrivare al 16 aprile, l’appuntamento da lui fissato per diffondere al mondo la sua volontà. Oddìo, sarà difficile che darà il suo addio quel giovedì, soprattutto perché in serata il Napoli giocherà in Germania contro il Wolfsburg per la prima d’andata dei quarti di finale di Europa League. Niente di più sbagliato, con la partita alle porte, e sarebbe ancora sbagliato comunicare tale sua volontà nei giorni successivi, giacchè domenica 19 aprile è in programma Cagliari-Napoli e in rapida successione, la squadra del cuore ne avrà di incontri da giocare ogni tre giorni fino al 3 maggio, quando al San Paolo sarà di scena il Milan. Insomma non è quello il momento più opportuno e più saggio per salutare in anticipo Napoli, la squadra e i napoletani. Si rischia davvero di provocare contraccolpi pericolosissimi – oltre quelli che hanno lasciato il segno - proprio nel periodo più delicato della stagione, nell’ambiente degli spogliatoi e in quello della torcida. Non appare impossibile non immaginare dannosi ulteriori disorientamenti, proprio quando ci si gioca il tutto per tutto su diversi fronti. Tali motivate e comprensibili considerazioni non frenano tuttavia il giro di voci che circondano il personaggio in questione e il suo destino che appare già disegnato all’orizzonte, lontano da Napoli. In realtà è già esploso il totoallenatore, sul nome dell’erede di Benitez, cioè del tecnico che assumerà la guida al posto di comando della squadra azzurra, un’altra distrazione anche per i calciatori azzurri. Il totoallenatore ha fatto emergere una serie di nomi, alcuni senza nessuna possibilità di arrivare a Castel Volturno, altre candidature sono invece considerate sostenibili. Vediamo nel complesso di chi si tratta: Di Matteo, Di Francesco, Montella, Klopp, Miahjlovic e Spalletti. Su quest’ultimo i maggiori indizi, pur se corteggiato da un pò di tempo dalla Dinamo Mosca. Tuttavia non si può liquidare la questione Benitez in quattro e quattr'otto. Prima o poi qualcosa di credibile bisognerà riferire alla gente sui perché del suo addio. Sì, scade il contratto a fine stagione, ma non s’era detto che l’Ispanico doveva portare avanti il nuovo straordinario grande progetto-Napoli?, un progetto che invece si arresta di botto senza arrivare alla sua maturazione e conclusione naturale. Come mai? Tutto nel cestino della carta straccia, pur se parleranno – il presidente De Laurentiis e don Rafele ai saluti reciproci – di un processo di crescita sempre in corso d’opera e che andrà avanti, indipendentemente da chi porterà la squadra per mano. Certo, il Napoli resta e gli allenatori passano, ma si tratta di una teoria che non tiene conto di un denominatore importantissimo, la continuità nel lavoro, l’ingrediente che insieme con un organico tecnicamente valido può darti modo di dare battaglia ad altissimi livelli lottando per vincere. Siamo tutt’orecchi.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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G-FACTOR - Lucariello: "Ciao Rafa, scatta il totoallenatore"

di Napoli Magazine

27/03/2024 - 21:10

NAPOLI - Bye-bye, ciao ciao: don Rafele se ne va, sembra scontato. Non l’ha detto ancora, ma tutti proprio tutti l’hanno capito e non ci sarebbe nemmeno bisogno di arrivare al 16 aprile, l’appuntamento da lui fissato per diffondere al mondo la sua volontà. Oddìo, sarà difficile che darà il suo addio quel giovedì, soprattutto perché in serata il Napoli giocherà in Germania contro il Wolfsburg per la prima d’andata dei quarti di finale di Europa League. Niente di più sbagliato, con la partita alle porte, e sarebbe ancora sbagliato comunicare tale sua volontà nei giorni successivi, giacchè domenica 19 aprile è in programma Cagliari-Napoli e in rapida successione, la squadra del cuore ne avrà di incontri da giocare ogni tre giorni fino al 3 maggio, quando al San Paolo sarà di scena il Milan. Insomma non è quello il momento più opportuno e più saggio per salutare in anticipo Napoli, la squadra e i napoletani. Si rischia davvero di provocare contraccolpi pericolosissimi – oltre quelli che hanno lasciato il segno - proprio nel periodo più delicato della stagione, nell’ambiente degli spogliatoi e in quello della torcida. Non appare impossibile non immaginare dannosi ulteriori disorientamenti, proprio quando ci si gioca il tutto per tutto su diversi fronti. Tali motivate e comprensibili considerazioni non frenano tuttavia il giro di voci che circondano il personaggio in questione e il suo destino che appare già disegnato all’orizzonte, lontano da Napoli. In realtà è già esploso il totoallenatore, sul nome dell’erede di Benitez, cioè del tecnico che assumerà la guida al posto di comando della squadra azzurra, un’altra distrazione anche per i calciatori azzurri. Il totoallenatore ha fatto emergere una serie di nomi, alcuni senza nessuna possibilità di arrivare a Castel Volturno, altre candidature sono invece considerate sostenibili. Vediamo nel complesso di chi si tratta: Di Matteo, Di Francesco, Montella, Klopp, Miahjlovic e Spalletti. Su quest’ultimo i maggiori indizi, pur se corteggiato da un pò di tempo dalla Dinamo Mosca. Tuttavia non si può liquidare la questione Benitez in quattro e quattr'otto. Prima o poi qualcosa di credibile bisognerà riferire alla gente sui perché del suo addio. Sì, scade il contratto a fine stagione, ma non s’era detto che l’Ispanico doveva portare avanti il nuovo straordinario grande progetto-Napoli?, un progetto che invece si arresta di botto senza arrivare alla sua maturazione e conclusione naturale. Come mai? Tutto nel cestino della carta straccia, pur se parleranno – il presidente De Laurentiis e don Rafele ai saluti reciproci – di un processo di crescita sempre in corso d’opera e che andrà avanti, indipendentemente da chi porterà la squadra per mano. Certo, il Napoli resta e gli allenatori passano, ma si tratta di una teoria che non tiene conto di un denominatore importantissimo, la continuità nel lavoro, l’ingrediente che insieme con un organico tecnicamente valido può darti modo di dare battaglia ad altissimi livelli lottando per vincere. Siamo tutt’orecchi.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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