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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Rispetto per Llorente, vamos Paco!"
25.09.2019 13:38 di Napoli Magazine

NAPOLI - Ha il fisico da corazziere e lo sguardo dolce. Un metro e novantacinque centimetri ed i bassotti azzurri sono costretti a festeggiarlo, ad ogni gol, saltandogli in braccio. Roba da vieni piccolo mio e ninna nanna. Una vecchia conoscenza dell'italico calcio che ha la tendenza a dimenticare. Due volte campione con la Vecchia Signora alla quale dedicò 27 reti in 66 partite. L'avrete capito, sto parlando di Fernando Javier Llorente Torres, ah l'usanza antica dei cugini spagnoli per i nomi, completi di paternità e di maternità che sono lunghi come un treno e però finiscono col priviliegiare un soprannome breve, insomma, chiamatelo semplicemente Paco e il corazziere di Pamplona, terra di fiere e di tori, si girerà. Personalmente, l'ho sempre ammirato sin dai tempi bilbaini e con soddisfazione ho seguito le sue prestazioni con la maglia del Tottenham, l'enorme contributo offerto agli spurs fino al coronamento della finale Champions. E, sinceramente, ho storto il naso nell'ascoltare e leggere appunti ironici sulla scelta di ingaggiare il Paco trattato come un aspirante pensionato. E che diamine, un po' di rispetto per un pedatore campione del mondo e d'Europa con la Roja e qui ci metto pure un olé! Ha già risposto con tre gol e scusate se è poco. Era il tipo di attaccante che mancava ad Ancelotti, tra tanti piccoli e veloci ed il solo possente Milik che fa gol d'autore e spesso non fa quelli in cui basterebbe un tocchetto. E vengo alla specialità, chiamatela pure particolarità, del gigante di Pamplona: la capacità di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Lo vedi segnare e dici: grazie, l'avrei fatto anch'io. E però devi saperti trovare in quel punto lì. Paco riempie l'area di rigore con la sua stazza e con la sua intelligenza di prevedere dove finirà la sfera da spingere in rete. Non è semplice ma una virtù innata. Sì d'accordo, ma è lento. E che bisogno c'è di correre se in mente ha già il triangolo euclideo? Un'altra dote che possiede il Paco è la bravura nei colpi di testa e qui certo l'aiuta la possente stazza. E, infine, sa proteggere come pochi il pallone quando è spalle alla porta e non disdegna il dialogo breve con i compagni, poi si gira e va dove lo porta l'istinto. L'ho definito il Manfredi di Svevia in calzoncini, insomma biondo e bello e di gentile aspetto. Goleador e hombre vertical, per la gioia di tante colleghe ed amiche napoletane che se lo mangiano con gli occhi. E sì, dàì, un gol del bello è pure più bello. No? Vamos Paco, cioè Fernando Javier Llorente Torres. Qui occorre una napoletanità, chiamiamolo Paco 'o spilungone.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Rispetto per Llorente, vamos Paco!"

di Napoli Magazine

25/09/2024 - 13:38

NAPOLI - Ha il fisico da corazziere e lo sguardo dolce. Un metro e novantacinque centimetri ed i bassotti azzurri sono costretti a festeggiarlo, ad ogni gol, saltandogli in braccio. Roba da vieni piccolo mio e ninna nanna. Una vecchia conoscenza dell'italico calcio che ha la tendenza a dimenticare. Due volte campione con la Vecchia Signora alla quale dedicò 27 reti in 66 partite. L'avrete capito, sto parlando di Fernando Javier Llorente Torres, ah l'usanza antica dei cugini spagnoli per i nomi, completi di paternità e di maternità che sono lunghi come un treno e però finiscono col priviliegiare un soprannome breve, insomma, chiamatelo semplicemente Paco e il corazziere di Pamplona, terra di fiere e di tori, si girerà. Personalmente, l'ho sempre ammirato sin dai tempi bilbaini e con soddisfazione ho seguito le sue prestazioni con la maglia del Tottenham, l'enorme contributo offerto agli spurs fino al coronamento della finale Champions. E, sinceramente, ho storto il naso nell'ascoltare e leggere appunti ironici sulla scelta di ingaggiare il Paco trattato come un aspirante pensionato. E che diamine, un po' di rispetto per un pedatore campione del mondo e d'Europa con la Roja e qui ci metto pure un olé! Ha già risposto con tre gol e scusate se è poco. Era il tipo di attaccante che mancava ad Ancelotti, tra tanti piccoli e veloci ed il solo possente Milik che fa gol d'autore e spesso non fa quelli in cui basterebbe un tocchetto. E vengo alla specialità, chiamatela pure particolarità, del gigante di Pamplona: la capacità di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Lo vedi segnare e dici: grazie, l'avrei fatto anch'io. E però devi saperti trovare in quel punto lì. Paco riempie l'area di rigore con la sua stazza e con la sua intelligenza di prevedere dove finirà la sfera da spingere in rete. Non è semplice ma una virtù innata. Sì d'accordo, ma è lento. E che bisogno c'è di correre se in mente ha già il triangolo euclideo? Un'altra dote che possiede il Paco è la bravura nei colpi di testa e qui certo l'aiuta la possente stazza. E, infine, sa proteggere come pochi il pallone quando è spalle alla porta e non disdegna il dialogo breve con i compagni, poi si gira e va dove lo porta l'istinto. L'ho definito il Manfredi di Svevia in calzoncini, insomma biondo e bello e di gentile aspetto. Goleador e hombre vertical, per la gioia di tante colleghe ed amiche napoletane che se lo mangiano con gli occhi. E sì, dàì, un gol del bello è pure più bello. No? Vamos Paco, cioè Fernando Javier Llorente Torres. Qui occorre una napoletanità, chiamiamolo Paco 'o spilungone.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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