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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, tutto sulla coppa! A Londra, senza fumi per la testa, la Brexit calcistica nun ce piace"
10.04.2019 16:41 di Napoli Magazine

NAPOLI - Come in un film di Almodòvar: tutto sulla coppa. Quella che è denominata minore - rispetto alla fastosa Champions - e che ha comunque un suo fascino, ricca di squadre che costituiscono un'indubbia elite continentale. Tutto sulla coppa perché tutto il resto è andato: la coppetta italica e quella dalle grandi orecchie. Ah, in campionato si è sempre seduti sulla seconda cadrega che a ben pensare non è roba di poco conto. Non è ancora tempo di bilanci, ma si può affermare a ragione che la squadra azzurra susciti particolari invidie avendo fatto meglio, ad esempio, delle due milanesi: il Milan caro ai casciavit e l'Inter cinese cara ai bauscia. Intanto, la Milano che opera e che produce ha prodotto vergognosi flop in campo europeo. Il bistrattato Napoli, contrario alla Brexit - e ci credo! - si appresta a giocare due quarti di nobiltà con i gunners, cannonieri, come vengono chiamati i giocatori dell'Arsenal, la squadra più amata dai londinesi, una vecchia conoscenza per noi che l'incrociammo tempo fa nella coppa maggiore. Fino ad un paio di mesi fa avrei giurato sul passaggio del turno, quasi in scioltezza. Ora che il tempo della doppia sfida è arrivato nutro qualche dubbio: il classico pessimismo della ragione che si contrappone all'ottimismo della volontà. Perché le due ultime prestazioni, con Empoli e Genoa, hanno disvelato stonature, troppe, che non erano prevedibili. Lo dico, non appartenendo alla schiera di quei bravi commentatori - molti dei quali li ho visti crescere - inclini al perdono e al volemose bene: la testa non c'era, meglio era già proiettata al grande scontro di Londra, vedrete sarà un Napoli diverso. E certo che ce lo auguriamo tutti che sia così. Ma lo sconcio di un misero punto in due partite, peraltro conquistato (si fa per dire) contro una squadra in dieci per tre quarti di partita, induce ad alcune riflessioni. La prima: la squadra ha perduto identità. La seconda: mostra confusione quando attacca e titubanze quando è chiamata a difendere. La terza: due colonne quali Allan e Koulibaly stanno mostrando impacci del tutto estranei alla loro fama. Detto questo, seguirò la partita d'andata con l'Arsenal attendendo smentite su tutto il fronte. E spingerò - dal divano, va bene - quel diavoletto di Mertens che si chiama Dries e che per tutti i napoletani è semplicemente ed entusiasticamente Ciro, verso il suo gol azzurro numero centocinque. Il belga e Milik, due certezze in questi tempi un po' grami. A Londra, senza fumi per la testa. La Brexit calcistica nun ce piace.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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di Napoli Magazine

10/04/2024 - 16:41

NAPOLI - Come in un film di Almodòvar: tutto sulla coppa. Quella che è denominata minore - rispetto alla fastosa Champions - e che ha comunque un suo fascino, ricca di squadre che costituiscono un'indubbia elite continentale. Tutto sulla coppa perché tutto il resto è andato: la coppetta italica e quella dalle grandi orecchie. Ah, in campionato si è sempre seduti sulla seconda cadrega che a ben pensare non è roba di poco conto. Non è ancora tempo di bilanci, ma si può affermare a ragione che la squadra azzurra susciti particolari invidie avendo fatto meglio, ad esempio, delle due milanesi: il Milan caro ai casciavit e l'Inter cinese cara ai bauscia. Intanto, la Milano che opera e che produce ha prodotto vergognosi flop in campo europeo. Il bistrattato Napoli, contrario alla Brexit - e ci credo! - si appresta a giocare due quarti di nobiltà con i gunners, cannonieri, come vengono chiamati i giocatori dell'Arsenal, la squadra più amata dai londinesi, una vecchia conoscenza per noi che l'incrociammo tempo fa nella coppa maggiore. Fino ad un paio di mesi fa avrei giurato sul passaggio del turno, quasi in scioltezza. Ora che il tempo della doppia sfida è arrivato nutro qualche dubbio: il classico pessimismo della ragione che si contrappone all'ottimismo della volontà. Perché le due ultime prestazioni, con Empoli e Genoa, hanno disvelato stonature, troppe, che non erano prevedibili. Lo dico, non appartenendo alla schiera di quei bravi commentatori - molti dei quali li ho visti crescere - inclini al perdono e al volemose bene: la testa non c'era, meglio era già proiettata al grande scontro di Londra, vedrete sarà un Napoli diverso. E certo che ce lo auguriamo tutti che sia così. Ma lo sconcio di un misero punto in due partite, peraltro conquistato (si fa per dire) contro una squadra in dieci per tre quarti di partita, induce ad alcune riflessioni. La prima: la squadra ha perduto identità. La seconda: mostra confusione quando attacca e titubanze quando è chiamata a difendere. La terza: due colonne quali Allan e Koulibaly stanno mostrando impacci del tutto estranei alla loro fama. Detto questo, seguirò la partita d'andata con l'Arsenal attendendo smentite su tutto il fronte. E spingerò - dal divano, va bene - quel diavoletto di Mertens che si chiama Dries e che per tutti i napoletani è semplicemente ed entusiasticamente Ciro, verso il suo gol azzurro numero centocinque. Il belga e Milik, due certezze in questi tempi un po' grami. A Londra, senza fumi per la testa. La Brexit calcistica nun ce piace.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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