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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Ringhio Napoli, l'umanità di Rino Gattuso che mi tengo stretto"
17.06.2020 14:49 di Napoli Magazine

NAPOLI - Faccio una premessa: nella mia lunga carriera di inviato ho conosciuto moltissimi personaggi del calcio, italiani e stranieri, con molti dei quali ho vissuto avvenimenti storici, come la vittoria dell'Italia sotto il cielo di Berlino. Tre in particolare mi sono rimasti dentro. E non mi riferisco alle loro capacità calcistiche, bensì alle loro doti umane: Baggio per la sua signorilità, Del Piero - che costrinsi a parlare napoletano, tant'è che mi salutava con un perentorio uè uè - per la sua semplicità, e Gattuso che, bontà sua, mi chiamava direttò, per la sua schietta umanità. Il mondo dello sport, e non solo, ha bisogno di nutrirsi di tali personaggi e, in verità, non è che ve ne siano tanti. Me li tengo stretti Roby, Alex e Gennarino che hanno dimostrato, stanno dimostrando, di essere uomini veri e non soltanto fantocci intabarrati in improbabili draghi, serpenti, vulcani fumanti e fiumi straripanti. Non starò qui a ricordare gli atti di giustizia e di umanità compiuti da Gennarino nei confronti di chi ne aveva bisogno - e parlo di addetti ai lavori - nella convinzione berlingueriana che chi ha di più debba aiutare chi ha di meno. Me lo tengo stretto Gennarino (che abbraccio ancora una volta per il recente dolore patìto) venuto dalla gavetta e che ha percorso le alte sfere. Gattuso ora sta dimostrando di essere l'allenatore ideale per una piazza come Napoli. Sanguigno, a volte 'ncazzuso - ma quando ci vuole, ci vuole -, incline alla furbizia da strada, quella nobile. Non dimentico i ghigni di quanti criticarono la scelta delaurentiisiana di affidargli la panchina azzurra, remore che avevo ritenuto eccessive e pretestuose. Bene, 'o passato è passato. Ed ora Ringhio - ora sì che lo chiamo così - va a giocarsi la finale di coppa Italia contro la corazzata bianconera che ha mastro Sarri nella cabina di comando. Uno sfizio incredibile, non c'è che dire. Anche se da vivere a porte chiuse e con la colonna sonora del pumfete che il pallone calciato borbotta. Una finale degnissima, tra due squadre che hanno lasciato le milanesi nella tristezza del lockdown. Come la vedo? Sarà una finale tutta da giocare, senza una favorita. Le percentuali le lascio ai numeristi. Nel calcio i numeri che non smentiscono mai sono soltanto quelli dietro alle maglie dei giocatori. Tutto il resto è fuffa. Contano sì i centimetri come i metri: il palo interno di Ronaldo contro il Milan e il lungo lancio di Ospina per Insigne, la lunga fuga e l'assist per il gol semplice semplice di Mertens detto Ciro. In questi anni di dittatura, la Madama ha patito due squadre in particolare: una è la Lazio, l'altra il Napoli. Si vedrà, vedremo. Con la consapevolezza che una finale è sempre qualcosa di magico: intanto ci sei, mentre gli alfieri di altri squadroni la vedranno nel salotto di casa, e te la giochi. Una cosa mi sento di poter dire: un risultato negativo farà più male a Sarri che a Gattuso. Okay, godiamocela 'sta partita nel silenzio di base dell'Olimpico. E tutti insieme diamo un calcio al virus maledetto. CR7 o Ciro, Dybala sivorino o Lorenzinho il magnifico? Ah! saperlo.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Ringhio Napoli, l'umanità di Rino Gattuso che mi tengo stretto"

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17/06/2024 - 14:49

NAPOLI - Faccio una premessa: nella mia lunga carriera di inviato ho conosciuto moltissimi personaggi del calcio, italiani e stranieri, con molti dei quali ho vissuto avvenimenti storici, come la vittoria dell'Italia sotto il cielo di Berlino. Tre in particolare mi sono rimasti dentro. E non mi riferisco alle loro capacità calcistiche, bensì alle loro doti umane: Baggio per la sua signorilità, Del Piero - che costrinsi a parlare napoletano, tant'è che mi salutava con un perentorio uè uè - per la sua semplicità, e Gattuso che, bontà sua, mi chiamava direttò, per la sua schietta umanità. Il mondo dello sport, e non solo, ha bisogno di nutrirsi di tali personaggi e, in verità, non è che ve ne siano tanti. Me li tengo stretti Roby, Alex e Gennarino che hanno dimostrato, stanno dimostrando, di essere uomini veri e non soltanto fantocci intabarrati in improbabili draghi, serpenti, vulcani fumanti e fiumi straripanti. Non starò qui a ricordare gli atti di giustizia e di umanità compiuti da Gennarino nei confronti di chi ne aveva bisogno - e parlo di addetti ai lavori - nella convinzione berlingueriana che chi ha di più debba aiutare chi ha di meno. Me lo tengo stretto Gennarino (che abbraccio ancora una volta per il recente dolore patìto) venuto dalla gavetta e che ha percorso le alte sfere. Gattuso ora sta dimostrando di essere l'allenatore ideale per una piazza come Napoli. Sanguigno, a volte 'ncazzuso - ma quando ci vuole, ci vuole -, incline alla furbizia da strada, quella nobile. Non dimentico i ghigni di quanti criticarono la scelta delaurentiisiana di affidargli la panchina azzurra, remore che avevo ritenuto eccessive e pretestuose. Bene, 'o passato è passato. Ed ora Ringhio - ora sì che lo chiamo così - va a giocarsi la finale di coppa Italia contro la corazzata bianconera che ha mastro Sarri nella cabina di comando. Uno sfizio incredibile, non c'è che dire. Anche se da vivere a porte chiuse e con la colonna sonora del pumfete che il pallone calciato borbotta. Una finale degnissima, tra due squadre che hanno lasciato le milanesi nella tristezza del lockdown. Come la vedo? Sarà una finale tutta da giocare, senza una favorita. Le percentuali le lascio ai numeristi. Nel calcio i numeri che non smentiscono mai sono soltanto quelli dietro alle maglie dei giocatori. Tutto il resto è fuffa. Contano sì i centimetri come i metri: il palo interno di Ronaldo contro il Milan e il lungo lancio di Ospina per Insigne, la lunga fuga e l'assist per il gol semplice semplice di Mertens detto Ciro. In questi anni di dittatura, la Madama ha patito due squadre in particolare: una è la Lazio, l'altra il Napoli. Si vedrà, vedremo. Con la consapevolezza che una finale è sempre qualcosa di magico: intanto ci sei, mentre gli alfieri di altri squadroni la vedranno nel salotto di casa, e te la giochi. Una cosa mi sento di poter dire: un risultato negativo farà più male a Sarri che a Gattuso. Okay, godiamocela 'sta partita nel silenzio di base dell'Olimpico. E tutti insieme diamo un calcio al virus maledetto. CR7 o Ciro, Dybala sivorino o Lorenzinho il magnifico? Ah! saperlo.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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