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GOLAZO - Mollichelli su "NM": "Quante illazioni, quanti giudizi, quanti tecnici"
13.01.2021 14:34 di Napoli Magazine

NAPOLI - Quante se ne stanno dicendo, troppe. Quante illazioni, quanti giudizi, quanti tecnici che hanno saltato Coverciano e non mi vengano a dire che pure Pirlo non ha fatto gavetta. E però è stato tra i più grandi centrocampisti italiani (e non solo) ed ha vinto, giocando e illuminando, un bel po' di trofei, mondiale compreso, tanto per non farsi mancare nulla. Preambolo necessario per dire che nel calcio i giudizi perentori sono leciti soltanto a fine corsa. Prima e durante servono soltanto a fare un po' di caciara, leggi audience. E a nulla più. Ci sta, naturalmente, affermare che una data partita non è piaciuta, che Tizio o Caio o Sempronio - questo o quel calciatore - ha giocato bene o male ma credere o immaginare di potersi sostituire all'allenatore di turno mi sembra un esercizio di presunzione. Anche da parte dei cosiddetti addetti ai lavori. Napoli è figlia di Partenope, è femmina. E spesso le piace l'inciucio. E parlare, tanto. E però un noto proverbio suona così: chiacchiere e tabacchere 'e legno 'o Banco 'e Napule nu' 'e 'mpegna. E non venite a dirmi che il Banco non c'è più. Vale sempre. Detto questo, cercherò di dire la mia sul momento che sta vivendo la squadra azzurra. Una certa involuzione c'è, inutile negarlo. Ed anche sorprendente - di primo acchito - anche per me che l'avevo pronosticata in grado di competere col Milan per il tricolore. Mi ero sbagliato, ero andato un po' troppo oltre? Ebbene sì. Ma non avendo la sfera di cristallo, non avrei potuto vedere certi infortuni, taluni comportamenti fuori registro, per non dire irresponsabili, i troppi vuoti di memoria. E qui invoco il conforto di uno psicologo perché proprio non riesco a spiegarmi come si possa smarrire la via alla prima difficoltà. E neppure mi capacito a vedere erroracci tecnici in zona gol. Troppi. Le statistiche dicono che il Napoli è la squadra che effettua più tiri in porti eppure alla voce gol è in passivo. Ho ancora nella mente quella quindicina di tiri effettuati verso la porta dello Spezia e rabbrividisco. Ora se qualcuno potessi spiegarmi, in tal caso, quali responsabilità ha il tecnico, gliene sarei immensamente grato. Ah sì, una colpa ce l'ha Gennarino da Schiavonea: non aver preteso la costruzione di un muro a Castelvolturno. Calma, calma! Volevo soltanto ricordare ciò che fece Radice con Pulici in particolare. Poiché l'attaccante granata sulla palla ci arrivava sempre primo e però la spediva quasi sempre verso il cielo, il buon Radice decise di far trascorrere a Pulici - alla fine di ogni seduta d'allenamento - un paio d'ore a calciare verso un muro sul quale era stata tinteggiata l'altezza e la larghezza della porta. La conclusione della storia, la saprete: Pulici diventò un cannoniere spietato e insieme con Graziani dette vita ai gemelli del gol del Torino. Bene, veniamo a noi. Vale la pena ricordare alle prefiche di turno che il Napoli sta per scendere in campo quale detentore della Coppa Italia. Ma sì, la coppetta. Intanto, l'ha vinta sottraendola alla Juve. Ma sì, la coppetta, un trofeo minore, eppure chissà che cosa avrebbe dato per aggiudicarsela, ad esempio, l'Inter dei cinesi che negli ultimi anni ha investito tre volte tanto. Ed ha fallito su tutti i fronti. Meditate gente, meditate.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Mollichelli su "NM": "Quante illazioni, quanti giudizi, quanti tecnici"

di Napoli Magazine

13/01/2024 - 14:34

NAPOLI - Quante se ne stanno dicendo, troppe. Quante illazioni, quanti giudizi, quanti tecnici che hanno saltato Coverciano e non mi vengano a dire che pure Pirlo non ha fatto gavetta. E però è stato tra i più grandi centrocampisti italiani (e non solo) ed ha vinto, giocando e illuminando, un bel po' di trofei, mondiale compreso, tanto per non farsi mancare nulla. Preambolo necessario per dire che nel calcio i giudizi perentori sono leciti soltanto a fine corsa. Prima e durante servono soltanto a fare un po' di caciara, leggi audience. E a nulla più. Ci sta, naturalmente, affermare che una data partita non è piaciuta, che Tizio o Caio o Sempronio - questo o quel calciatore - ha giocato bene o male ma credere o immaginare di potersi sostituire all'allenatore di turno mi sembra un esercizio di presunzione. Anche da parte dei cosiddetti addetti ai lavori. Napoli è figlia di Partenope, è femmina. E spesso le piace l'inciucio. E parlare, tanto. E però un noto proverbio suona così: chiacchiere e tabacchere 'e legno 'o Banco 'e Napule nu' 'e 'mpegna. E non venite a dirmi che il Banco non c'è più. Vale sempre. Detto questo, cercherò di dire la mia sul momento che sta vivendo la squadra azzurra. Una certa involuzione c'è, inutile negarlo. Ed anche sorprendente - di primo acchito - anche per me che l'avevo pronosticata in grado di competere col Milan per il tricolore. Mi ero sbagliato, ero andato un po' troppo oltre? Ebbene sì. Ma non avendo la sfera di cristallo, non avrei potuto vedere certi infortuni, taluni comportamenti fuori registro, per non dire irresponsabili, i troppi vuoti di memoria. E qui invoco il conforto di uno psicologo perché proprio non riesco a spiegarmi come si possa smarrire la via alla prima difficoltà. E neppure mi capacito a vedere erroracci tecnici in zona gol. Troppi. Le statistiche dicono che il Napoli è la squadra che effettua più tiri in porti eppure alla voce gol è in passivo. Ho ancora nella mente quella quindicina di tiri effettuati verso la porta dello Spezia e rabbrividisco. Ora se qualcuno potessi spiegarmi, in tal caso, quali responsabilità ha il tecnico, gliene sarei immensamente grato. Ah sì, una colpa ce l'ha Gennarino da Schiavonea: non aver preteso la costruzione di un muro a Castelvolturno. Calma, calma! Volevo soltanto ricordare ciò che fece Radice con Pulici in particolare. Poiché l'attaccante granata sulla palla ci arrivava sempre primo e però la spediva quasi sempre verso il cielo, il buon Radice decise di far trascorrere a Pulici - alla fine di ogni seduta d'allenamento - un paio d'ore a calciare verso un muro sul quale era stata tinteggiata l'altezza e la larghezza della porta. La conclusione della storia, la saprete: Pulici diventò un cannoniere spietato e insieme con Graziani dette vita ai gemelli del gol del Torino. Bene, veniamo a noi. Vale la pena ricordare alle prefiche di turno che il Napoli sta per scendere in campo quale detentore della Coppa Italia. Ma sì, la coppetta. Intanto, l'ha vinta sottraendola alla Juve. Ma sì, la coppetta, un trofeo minore, eppure chissà che cosa avrebbe dato per aggiudicarsela, ad esempio, l'Inter dei cinesi che negli ultimi anni ha investito tre volte tanto. Ed ha fallito su tutti i fronti. Meditate gente, meditate.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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