La Gazzetta dello Sport si sofferma sulla recente pausa di Antonio Conte, tecnico del Napoli: "Quello che colpisce è l'abbinamento a Conte, che non è un allenatore qualsiasi: è l'incarnazione dell'ossessione, dell'intensità vista come metodo e identità. Il riposo, in genere, lo chiedono i suoi giocatori se è vero che Eder è solo l'ultimo ad aver confessato di aver vomitato dalla fatica durante gli allenamenti di Conte e se all'origine delle recenti frizioni a Napoli ci sono proprio le lamentele della squadra per le sue doppie sedute troppo intense. Se perfino lui sente il bisogno di tirare il fiato, allora il messaggio va oltre la squadra, oltre la cronaca. Parla forse dello sport di oggi. Che è diventato troppo, in tutto, nell'infittirsi delle date e delle richieste. A meno che quello di Conte non sia stato altro, un segnale di disamoramento, e ci sia sì stanchezza ma dentro il rapporto con la sua squadra, e la pausa, come accade a tante coppie, più che di riposo sia di riflessione (e poi lo sappiamo tutti come va a finire 9 volte su dieci, «pausa di riflessione» segue il «restiamo amici»)".
di Napoli Magazine
15/11/2025 - 12:28
La Gazzetta dello Sport si sofferma sulla recente pausa di Antonio Conte, tecnico del Napoli: "Quello che colpisce è l'abbinamento a Conte, che non è un allenatore qualsiasi: è l'incarnazione dell'ossessione, dell'intensità vista come metodo e identità. Il riposo, in genere, lo chiedono i suoi giocatori se è vero che Eder è solo l'ultimo ad aver confessato di aver vomitato dalla fatica durante gli allenamenti di Conte e se all'origine delle recenti frizioni a Napoli ci sono proprio le lamentele della squadra per le sue doppie sedute troppo intense. Se perfino lui sente il bisogno di tirare il fiato, allora il messaggio va oltre la squadra, oltre la cronaca. Parla forse dello sport di oggi. Che è diventato troppo, in tutto, nell'infittirsi delle date e delle richieste. A meno che quello di Conte non sia stato altro, un segnale di disamoramento, e ci sia sì stanchezza ma dentro il rapporto con la sua squadra, e la pausa, come accade a tante coppie, più che di riposo sia di riflessione (e poi lo sappiamo tutti come va a finire 9 volte su dieci, «pausa di riflessione» segue il «restiamo amici»)".