Anders Hojlund, papà di Rasmus, centravanti del Napoli, ha rilasciato un'intervista al quotidiano Il Mattino. Ecco un estratto: "Mio figlio è pazzo della città, della squadra e dei tifosi. Rasmus si interessato al calcio praticamente fin da subito, quando era piccolissimo. In generale lo sport lo ha sempre attirato molto anche grazie a me e a sua madre, all'asilo era già un grande appassionato di sport e all'età di 4 anni ha iniziato a giocare per il suo primo club. Io sono stato un calciatore man ho innanzitutto provato a trasmettere a Rasmus l'importanza del lavoro, gli ho sempre detto che lavorare sodo è fondamentale per realizzare il suo sogno. Ricordo come fosse ieri la prima volta che mi ha parlato della sua volontà di diventare calciatore. Ero seduto con lui e parlavo di calcio nella sua stanza, guardavo un poster con Cristiano Ronaldo. A quel punto si gira verso di me e mi dice "Voglio essere bravo come Cristiano!". Non mi restava che gli dirgli quanto avrebbe dovuto iniziare ad allenarsi duramente e noi con lui. Perché siamo sempre stati tutti al suo fianco e lo abbiamo sostenuto fin dal primo momento", ha raccontato al quotidiano.
di Napoli Magazine
31/10/2025 - 08:08
Anders Hojlund, papà di Rasmus, centravanti del Napoli, ha rilasciato un'intervista al quotidiano Il Mattino. Ecco un estratto: "Mio figlio è pazzo della città, della squadra e dei tifosi. Rasmus si interessato al calcio praticamente fin da subito, quando era piccolissimo. In generale lo sport lo ha sempre attirato molto anche grazie a me e a sua madre, all'asilo era già un grande appassionato di sport e all'età di 4 anni ha iniziato a giocare per il suo primo club. Io sono stato un calciatore man ho innanzitutto provato a trasmettere a Rasmus l'importanza del lavoro, gli ho sempre detto che lavorare sodo è fondamentale per realizzare il suo sogno. Ricordo come fosse ieri la prima volta che mi ha parlato della sua volontà di diventare calciatore. Ero seduto con lui e parlavo di calcio nella sua stanza, guardavo un poster con Cristiano Ronaldo. A quel punto si gira verso di me e mi dice "Voglio essere bravo come Cristiano!". Non mi restava che gli dirgli quanto avrebbe dovuto iniziare ad allenarsi duramente e noi con lui. Perché siamo sempre stati tutti al suo fianco e lo abbiamo sostenuto fin dal primo momento", ha raccontato al quotidiano.
 
     
    