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IL DOPPIO EX - Trotta: "Napoli-Juventus è sempre una partita difficile, ma i bianconeri non hanno ancora un'identità, Vergara? Può spostare gli equilibri, ha personalità, Lucca? Per lui non è semplice, trovo ingiusti i fischi"
04.12.2025 11:58 di Napoli Magazine
aA

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Trotta, allenatore ed ex centrocampista, tra le tante, di Napoli e Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.

La vittoria del Napoli in Coppa Italia sembra arrivare nonostante scelte che suggerivano poco interesse alla competizione?

"Non è che non interessasse, è che domenica c’è una partita importantissima e quindi è giusto fare le scelte che sono state fatte. Anche perché si parla sempre di rosa ampia: è stato bello vedere in campo giocatori che finora avevano giocato meno, soprattutto perché hanno offerto una grande prestazione davanti agli occhi di tutti. Ha fatto piacere che la qualificazione sia arrivata in anticipo, dopo più di dieci rigori: nessuno se lo aspettava. Però va bene così, il Napoli è passato e andare avanti, anche a livello morale, fa sempre piacere. Napoli è una piazza importante: se ieri fosse uscito dalla Coppa, sicuramente alla vigilia di una partita così importante sarebbero nate polemiche. Qualcuno avrebbe storto il naso. Ma prendiamoci le note positive di questa gara".

Antonio Vergara ha davvero le qualità per poter giocare anche in campionato?

"L’ha dimostrato ieri, giocare una partita del genere, senza aver mai esordito da titolare, non è facile: ci vuole personalità, e lui l’ha avuta. Ha mostrato qualità tecniche, fisiche, temperamento e grande personalità. Sicuramente è un ragazzo pronto. È chiaro che, a Napoli al completo, oggi non può ancora prendere il posto dei campioni che il club ha acquistato, ma ha dato una risposta importante a chi non lo conosceva bene. È un’alternativa vera, non solo a risultato acquisito: può spostare gli equilibri anche durante una gara importante, in campionato o in Champions".

Il Napoli si è reinventato grazie all'emergenza: queste difficoltà, fanno sì che la squadra renda meglio anche in queste condizioni?

"Sì, è vero. Con la pausa del mister, al rientro, se le cose fossero andate bene tutti avrebbero detto che era stata una scelta giusta, se fossero andate male, avrebbero detto il contrario. Si innescano dinamiche difficili da spiegare, ma oggi il Napoli arriva da una serie di risultati importanti che l’ha riportato in vetta alla classifica. La vittoria con la Roma è stata importantissima e ben interpretata, andare a prendere la Roma alta, in casa loro, non è semplice. Con questo carico di fiducia, il Napoli si prepara alla partita con la Juve nel migliore dei modi, cosa che fino a un mese fa nessuno avrebbe immaginato".

Come vede questa sfida “incandescente” tra Conte e Spalletti?

"È una partita difficile, perché Napoli–Juve lo è sempre. Ma oggi il Napoli ha qualcosa in più. Spalletti è un grande allenatore e sicuramente farà bene alla Juventus, ma al momento i bianconeri devono ancora trovare una vera identità. La Juve cambia spesso, Spalletti alla lunga troverà la quadratura, ma affrontarli oggi può essere un piccolo vantaggio per il Napoli proprio perché loro stanno ancora cercando un’identità, mentre il Napoli arriva da un filotto importante ed avrà 70.000 persone allo stadio. Va sfruttato. Io spero e credo che il Napoli possa fare una grande partita e vincere".

Meret ha definitivamente perso il posto da titolare del Napoli?

"L’investimento così importante per un portiere faceva pensare da subito che non potesse essere una seconda scelta. Si era parlato di dualismo, ma secondo me l’intenzione del Napoli era trovare un titolare, e lo hanno individuato in Milinkovic-Savic. Anche perché, con il suo modo di interpretare il ruolo, con questo calcio lungo che cambia l’impostazione, il Napoli ha modificato qualcosa nel gioco: con esterni veloci, quei lanci diventano veri e propri assist da centrocampista. Meret è un buon portiere, ma con i piedi ha sempre avuto qualche difficoltà rispetto ad altri. Oggi, nel calcio moderno, partire dal portiere è fondamentale: una ripartenza che ti manda subito sull’esterno o sulla punta fa la differenza. Quindi credo che la linea del Napoli sia puntare su Milinkovic-Savic".

Come giudica la gara di Lorenzo Lucca?

"Non è facile. È un professionista, ma venire a Napoli da una piazza diversa, con il peso del costo del cartellino e la necessità di dimostrare subito, non è semplice. Con l’infortunio di Lukaku si è ritrovato a essere la prima scelta e purtroppo non posso dire che abbia sfruttato al meglio l’occasione. Con l’arrivo di Højlund è tornato un po’ indietro nelle gerarchie. Entrare in questo tipo di partite e dimostrare subito non è facile: non è una giustificazione, ma è una complicazione. Io ritengo comunque che sia un ottimo giocatore e un buon attaccante: dobbiamo solo capire se è un attaccante da Napoli, e questo lo dirà il tempo. Detto ciò, trovo molto ingiusti i fischi: rimarcano ciò che diceva Džeko una settimana fa. Non è giusto fischiare i propri giocatori nei momenti di difficoltà".

Condivide il pensiero di un ascoltatore che ci scrive che il gruppo debba essere sostenuto dall'inizio alla fine, anche perché il Napoli è primo in classifica?

"Sì, sono d’accordo. Quando indossi la maglia del Napoli hai delle responsabilità e nei momenti difficili hai bisogno di essere aiutato. A Firenze i fischi arrivavano da una situazione diversa, da giornate in cui proprio non girava nulla e non si vedeva la squadra dare l’anima. A Napoli, invece, oggi la squadra sta dando tutto: certo, Lucca sta attraversando un momento complicato, ma ci sono altri giocatori che stanno facendo quello che magari oggi lui non riesce a fare. In futuro potrà essere lui a fare quello che altri non faranno. Un gruppo va sostenuto dall’inizio alla fine, anche perché il Napoli è primo in classifica, è avanti in Coppa Italia ed è in corsa in Champions. Siamo nella normalità delle cose".

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di Napoli Magazine

04/12/2025 - 11:58

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Trotta, allenatore ed ex centrocampista, tra le tante, di Napoli e Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.

La vittoria del Napoli in Coppa Italia sembra arrivare nonostante scelte che suggerivano poco interesse alla competizione?

"Non è che non interessasse, è che domenica c’è una partita importantissima e quindi è giusto fare le scelte che sono state fatte. Anche perché si parla sempre di rosa ampia: è stato bello vedere in campo giocatori che finora avevano giocato meno, soprattutto perché hanno offerto una grande prestazione davanti agli occhi di tutti. Ha fatto piacere che la qualificazione sia arrivata in anticipo, dopo più di dieci rigori: nessuno se lo aspettava. Però va bene così, il Napoli è passato e andare avanti, anche a livello morale, fa sempre piacere. Napoli è una piazza importante: se ieri fosse uscito dalla Coppa, sicuramente alla vigilia di una partita così importante sarebbero nate polemiche. Qualcuno avrebbe storto il naso. Ma prendiamoci le note positive di questa gara".

Antonio Vergara ha davvero le qualità per poter giocare anche in campionato?

"L’ha dimostrato ieri, giocare una partita del genere, senza aver mai esordito da titolare, non è facile: ci vuole personalità, e lui l’ha avuta. Ha mostrato qualità tecniche, fisiche, temperamento e grande personalità. Sicuramente è un ragazzo pronto. È chiaro che, a Napoli al completo, oggi non può ancora prendere il posto dei campioni che il club ha acquistato, ma ha dato una risposta importante a chi non lo conosceva bene. È un’alternativa vera, non solo a risultato acquisito: può spostare gli equilibri anche durante una gara importante, in campionato o in Champions".

Il Napoli si è reinventato grazie all'emergenza: queste difficoltà, fanno sì che la squadra renda meglio anche in queste condizioni?

"Sì, è vero. Con la pausa del mister, al rientro, se le cose fossero andate bene tutti avrebbero detto che era stata una scelta giusta, se fossero andate male, avrebbero detto il contrario. Si innescano dinamiche difficili da spiegare, ma oggi il Napoli arriva da una serie di risultati importanti che l’ha riportato in vetta alla classifica. La vittoria con la Roma è stata importantissima e ben interpretata, andare a prendere la Roma alta, in casa loro, non è semplice. Con questo carico di fiducia, il Napoli si prepara alla partita con la Juve nel migliore dei modi, cosa che fino a un mese fa nessuno avrebbe immaginato".

Come vede questa sfida “incandescente” tra Conte e Spalletti?

"È una partita difficile, perché Napoli–Juve lo è sempre. Ma oggi il Napoli ha qualcosa in più. Spalletti è un grande allenatore e sicuramente farà bene alla Juventus, ma al momento i bianconeri devono ancora trovare una vera identità. La Juve cambia spesso, Spalletti alla lunga troverà la quadratura, ma affrontarli oggi può essere un piccolo vantaggio per il Napoli proprio perché loro stanno ancora cercando un’identità, mentre il Napoli arriva da un filotto importante ed avrà 70.000 persone allo stadio. Va sfruttato. Io spero e credo che il Napoli possa fare una grande partita e vincere".

Meret ha definitivamente perso il posto da titolare del Napoli?

"L’investimento così importante per un portiere faceva pensare da subito che non potesse essere una seconda scelta. Si era parlato di dualismo, ma secondo me l’intenzione del Napoli era trovare un titolare, e lo hanno individuato in Milinkovic-Savic. Anche perché, con il suo modo di interpretare il ruolo, con questo calcio lungo che cambia l’impostazione, il Napoli ha modificato qualcosa nel gioco: con esterni veloci, quei lanci diventano veri e propri assist da centrocampista. Meret è un buon portiere, ma con i piedi ha sempre avuto qualche difficoltà rispetto ad altri. Oggi, nel calcio moderno, partire dal portiere è fondamentale: una ripartenza che ti manda subito sull’esterno o sulla punta fa la differenza. Quindi credo che la linea del Napoli sia puntare su Milinkovic-Savic".

Come giudica la gara di Lorenzo Lucca?

"Non è facile. È un professionista, ma venire a Napoli da una piazza diversa, con il peso del costo del cartellino e la necessità di dimostrare subito, non è semplice. Con l’infortunio di Lukaku si è ritrovato a essere la prima scelta e purtroppo non posso dire che abbia sfruttato al meglio l’occasione. Con l’arrivo di Højlund è tornato un po’ indietro nelle gerarchie. Entrare in questo tipo di partite e dimostrare subito non è facile: non è una giustificazione, ma è una complicazione. Io ritengo comunque che sia un ottimo giocatore e un buon attaccante: dobbiamo solo capire se è un attaccante da Napoli, e questo lo dirà il tempo. Detto ciò, trovo molto ingiusti i fischi: rimarcano ciò che diceva Džeko una settimana fa. Non è giusto fischiare i propri giocatori nei momenti di difficoltà".

Condivide il pensiero di un ascoltatore che ci scrive che il gruppo debba essere sostenuto dall'inizio alla fine, anche perché il Napoli è primo in classifica?

"Sì, sono d’accordo. Quando indossi la maglia del Napoli hai delle responsabilità e nei momenti difficili hai bisogno di essere aiutato. A Firenze i fischi arrivavano da una situazione diversa, da giornate in cui proprio non girava nulla e non si vedeva la squadra dare l’anima. A Napoli, invece, oggi la squadra sta dando tutto: certo, Lucca sta attraversando un momento complicato, ma ci sono altri giocatori che stanno facendo quello che magari oggi lui non riesce a fare. In futuro potrà essere lui a fare quello che altri non faranno. Un gruppo va sostenuto dall’inizio alla fine, anche perché il Napoli è primo in classifica, è avanti in Coppa Italia ed è in corsa in Champions. Siamo nella normalità delle cose".