Il campione d’inverno è lui, Luciano Spalletti ha velocemente superato il pre-esame per lo scudetto. Non era facile smontare e ricostruire una squadra irrisolta nella sua ambiguità. Quel terzo posto era indefinito come un punto interrogativo. Una grande impresa secondo lui, un’occasione fallita per alcuni giocatori come Mertens e molti tifosi, taceva la società ma chiare le sue idee. Si è precipitata a demolire, piuttosto che a confermare.
Comincia stasera la seconda metà del campionato, in una delicata atmosfera. L’incubo di sperperare il vantaggio prevale sull’ebbrezza di averlo acquisito. E Spalletti, descritto ieri un po’ teso in conferenza con quel suo sofisticato sarcasmo, si consegna alle nuove responsabilità, a fatiche sconosciute e temibili incertezze. Come motivare una squadra che nelle prime 19 partite ha già sgranato quasi tutte le gerarchie, come creare un minimo di competizione per il posto se la Champions è così lontana? Queste le incognite che non si nasconde un uomo astuto come il contadino toscano né l’ allenatore ambizioso che a 63 anni insegue il primo scudetto italiano.
Prova Spalletti a spiegare queste difficoltà sue e del gruppo attraverso la metafora del viaggio (in bici), dice che da stasera alla fine del campionato bisogna guidare fissando solo la strada senza lasciarsi distrarre dalle tentazioni. Nella sua prosa fiorita le definisce panorami. A ciascuno la sua strada, possono essere anche diverse, ma tutte insieme portano allo scudetto. Quella di Spalletti è segnata: la vittoria finale coincide con lo scatto automatico della conferma, alle stesse cifre di quest’anno, decisione in via unilaterale da comunicare entro il 10 giugno 2023.
Più complessi i retropensieri dei giocatori. Lo scudetto apre a tutte le direzioni: dalla Premier a un rinnovo più robusto, chi delude rischia invece di uscire dalla porta di servizio. Delicata è anche la gestione degli umori da parte della società. Mitigare le ansie, contenere le manovre dei procuratori, trattare gli eventuali rinnovi scegliendo il momento opportuno per la firma. De Laurentiis ha dimostrato di saperci fare. Ha accompagnato con garbo all’uscita chi si proiettava oltre il Napoli e i suoi limiti di spesa. È stato anche facile per le intuizioni di mercato. Kvara e Kim hanno rinnovato, ringiovanito, potenziato la squadra occupando vuoti che sembravano difficili da colmare.
Per una volta, cominciano insieme le loro strade il presidente e i tifosi. Nessuno aspetta offerte di gruppi o personaggi da Cina e Stati Uniti. La classifica del 2023 boccia chi è venuto ad investire nel calcio italiano: metà serie A fonda su capitali stranieri. Lentamente svaniscono grandi progetti. Il Napoli è quinto per spese e ingaggi, ma primo in classifica. Era quotato a 12 per lo scudetto, oggi solo a 1,50. Gli allibratori offrono con il 15 per cento di sconto la vincita in anticipo. Sbanca chi ha puntato sul Napoli. Vince la sobrietà in un calco italiano sottosopra.
di Napoli Magazine
29/01/2023 - 11:56
Il campione d’inverno è lui, Luciano Spalletti ha velocemente superato il pre-esame per lo scudetto. Non era facile smontare e ricostruire una squadra irrisolta nella sua ambiguità. Quel terzo posto era indefinito come un punto interrogativo. Una grande impresa secondo lui, un’occasione fallita per alcuni giocatori come Mertens e molti tifosi, taceva la società ma chiare le sue idee. Si è precipitata a demolire, piuttosto che a confermare.
Comincia stasera la seconda metà del campionato, in una delicata atmosfera. L’incubo di sperperare il vantaggio prevale sull’ebbrezza di averlo acquisito. E Spalletti, descritto ieri un po’ teso in conferenza con quel suo sofisticato sarcasmo, si consegna alle nuove responsabilità, a fatiche sconosciute e temibili incertezze. Come motivare una squadra che nelle prime 19 partite ha già sgranato quasi tutte le gerarchie, come creare un minimo di competizione per il posto se la Champions è così lontana? Queste le incognite che non si nasconde un uomo astuto come il contadino toscano né l’ allenatore ambizioso che a 63 anni insegue il primo scudetto italiano.
Prova Spalletti a spiegare queste difficoltà sue e del gruppo attraverso la metafora del viaggio (in bici), dice che da stasera alla fine del campionato bisogna guidare fissando solo la strada senza lasciarsi distrarre dalle tentazioni. Nella sua prosa fiorita le definisce panorami. A ciascuno la sua strada, possono essere anche diverse, ma tutte insieme portano allo scudetto. Quella di Spalletti è segnata: la vittoria finale coincide con lo scatto automatico della conferma, alle stesse cifre di quest’anno, decisione in via unilaterale da comunicare entro il 10 giugno 2023.
Più complessi i retropensieri dei giocatori. Lo scudetto apre a tutte le direzioni: dalla Premier a un rinnovo più robusto, chi delude rischia invece di uscire dalla porta di servizio. Delicata è anche la gestione degli umori da parte della società. Mitigare le ansie, contenere le manovre dei procuratori, trattare gli eventuali rinnovi scegliendo il momento opportuno per la firma. De Laurentiis ha dimostrato di saperci fare. Ha accompagnato con garbo all’uscita chi si proiettava oltre il Napoli e i suoi limiti di spesa. È stato anche facile per le intuizioni di mercato. Kvara e Kim hanno rinnovato, ringiovanito, potenziato la squadra occupando vuoti che sembravano difficili da colmare.
Per una volta, cominciano insieme le loro strade il presidente e i tifosi. Nessuno aspetta offerte di gruppi o personaggi da Cina e Stati Uniti. La classifica del 2023 boccia chi è venuto ad investire nel calcio italiano: metà serie A fonda su capitali stranieri. Lentamente svaniscono grandi progetti. Il Napoli è quinto per spese e ingaggi, ma primo in classifica. Era quotato a 12 per lo scudetto, oggi solo a 1,50. Gli allibratori offrono con il 15 per cento di sconto la vincita in anticipo. Sbanca chi ha puntato sul Napoli. Vince la sobrietà in un calco italiano sottosopra.