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IL PENSIERO - Salvione: "Conte? Vincere subito non è facile, il progetto del Napoli è solido"
26.05.2025 12:34 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Salvione, coordinatore del Corriere dello Sport online. 

Direttore, a fine stagione qual è il calciatore che l’ha maggiormente colpita nella squadra partenopea? 

“Eh, mi fa una domanda troppo facile, perché come faccio a non risponderti Scott McTominay? È stato eletto miglior giocatore del campionato. Ti invito però a una riflessione, e la estendo anche a tutti gli ascoltatori: in tre anni il Napoli ha vinto due scudetti pescando dall’estero il miglior giocatore del campionato. Questo credo sia un dato straordinario. Forse, nel caso di Kvaratskhelia era ancora più sorprendente, perché arrivava da una squadra semi-sconosciuta, ma anche McTominay veniva dal Manchester United con poche aspettative. Se in tre anni riesci due volte a prendere quello che poi diventa il miglior giocatore del campionato, vuol dire che hai occhio, hai idee. E sono le idee a muovere il calcio. Questo è un grande merito del Napoli, dei suoi dirigenti, del presidente e di tutta la struttura, perché significa che c’è un progetto solido, che coniuga risultati sportivi e sostenibilità economica. È un messaggio importante per i tifosi".

Secondo lei, chi è veramente l’uomo copertina di questo scudetto? 

“Facile anche questa. Ti dico Antonio Conte. Quando arrivi a Napoli e vinci al primo anno, hai fatto qualcosa di eccezionale. È andato oltre tutti i suoi predecessori recenti: Spalletti, Benítez, Sarri, Ancelotti. Tutti. Vincere lo scudetto al primo anno non è semplice, soprattutto perché non aveva la rosa più forte del campionato. Ma ha dato alla squadra una sua identità fortissima, rendendola – per fare un esempio – la miglior difesa d’Europa. Dopo i gol subiti ieri sera dal Barcellona, il Napoli è la miglior difesa d’Europa. Questo è un merito enorme. Poi possiamo discutere di estetica, certo. Il Napoli di Sarri ha fatto sognare, quello di Spalletti ci ha fatto godere per come giocava. Ma il calcio è bello anche perché si può vincere in tanti modi diversi. Non esiste un solo tipo di calcio: non esiste solo il calcio di Guardiola. Quello è bellissimo, ma se non vinci, resta un esercizio di stile. Conte ha portato una squadra solida, compatta, che non va quasi mai sotto, che non viene mai travolta. Anche quando ha perso, non ha mai dato la sensazione di essere allo sbando. E questo è figlio della sua impronta".

Restando nel solco della concretezza tracciata da Conte, le chiedo: trova coerenza nel nome che circola come possibile successore in caso di addio, cioè Massimiliano Allegri? È d’accordo con questa visione di continuità? 

“Guarda, l’ipotesi che Conte lasci il Napoli mi sembra abbastanza verosimile. Però, come dico sempre, bisogna avere pazienza. Non si può correre troppo in queste situazioni. Sono due giorni che sono in vacanza ad Ischia insieme, poi torneranno a Napoli per il bus scoperto e domani saranno anche dal Papa. Aspettiamo, cerchiamo di capire bene cosa succederà. I dubbi sul futuro restano e resteranno finché le parti non faranno chiarezza pubblicamente. Il nome di Allegri sarebbe sicuramente quello preferito per un’eventuale successione. Su questo non ci sono molti dubbi. E, in fondo, la staffetta c’è già stata in passato: Conte ha lasciato la Juve ad Allegri che ha vinto cinque scudetti di fila. Il curriculum parla per lui. Certo, ci ricordiamo tutti bene le differenze tra il Napoli di Sarri e la Juve di Allegri: filosofie opposte, giochisti contro risultatisti. Però anche lì, tutto è relativo. Dipende cosa vuoi. Allegri porta solidità, esperienza, capacità di leggere le partite. Magari con caratteristiche tecniche diverse da Conte, ma sempre sul solco della concretezza".

Ieri sera Tudor è stato molto chiaro: ha detto che resterà per il Mondiale per Club solo se avrà la certezza di essere l’allenatore della prossima stagione. Secondo lei, questo potrebbe complicare i piani della Juventus per arrivare a Conte? 

“Sì, assolutamente. Le parole di Tudor mi hanno sorpreso, soprattutto perché sono arrivate dopo quelle di Giuntoli che, prima della partita col Venezia, aveva detto tutt’altro, rinviando la scelta sul mister a dopo il Mondiale per Club. In questo momento c’è sicuramente una frattura in casa Juve. Tudor è un uomo di grande personalità, quindi se capisce che non c’è più spazio per lui, credo che saluterà senza problemi. Mi chiedi se mi aspetto Conte già al Mondiale per Club? Ti rispondo sinceramente: sarei molto sorpreso. Non credo proprio. E la situazione con Tudor complica qualsiasi strategia, sia che si tratti di tenerlo, sia che si tratti di cambiare allenatore. Anche con l’idea Conte. Perché, se dovesse arrivare Conte, servirebbero comunque delle settimane per chiudere tutto. Non credo che la Juve possa andare al Mondiale senza un allenatore, sarebbe paradossale. Insomma, aspettiamo. Vediamo cosa succede tra De Laurentiis e Conte, quello sarà il punto di rottura o di continuità. E da lì capiremo anche il futuro della Juventus".

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IL PENSIERO - Salvione: "Conte? Vincere subito non è facile, il progetto del Napoli è solido"

di Napoli Magazine

26/05/2025 - 12:34

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Salvione, coordinatore del Corriere dello Sport online. 

Direttore, a fine stagione qual è il calciatore che l’ha maggiormente colpita nella squadra partenopea? 

“Eh, mi fa una domanda troppo facile, perché come faccio a non risponderti Scott McTominay? È stato eletto miglior giocatore del campionato. Ti invito però a una riflessione, e la estendo anche a tutti gli ascoltatori: in tre anni il Napoli ha vinto due scudetti pescando dall’estero il miglior giocatore del campionato. Questo credo sia un dato straordinario. Forse, nel caso di Kvaratskhelia era ancora più sorprendente, perché arrivava da una squadra semi-sconosciuta, ma anche McTominay veniva dal Manchester United con poche aspettative. Se in tre anni riesci due volte a prendere quello che poi diventa il miglior giocatore del campionato, vuol dire che hai occhio, hai idee. E sono le idee a muovere il calcio. Questo è un grande merito del Napoli, dei suoi dirigenti, del presidente e di tutta la struttura, perché significa che c’è un progetto solido, che coniuga risultati sportivi e sostenibilità economica. È un messaggio importante per i tifosi".

Secondo lei, chi è veramente l’uomo copertina di questo scudetto? 

“Facile anche questa. Ti dico Antonio Conte. Quando arrivi a Napoli e vinci al primo anno, hai fatto qualcosa di eccezionale. È andato oltre tutti i suoi predecessori recenti: Spalletti, Benítez, Sarri, Ancelotti. Tutti. Vincere lo scudetto al primo anno non è semplice, soprattutto perché non aveva la rosa più forte del campionato. Ma ha dato alla squadra una sua identità fortissima, rendendola – per fare un esempio – la miglior difesa d’Europa. Dopo i gol subiti ieri sera dal Barcellona, il Napoli è la miglior difesa d’Europa. Questo è un merito enorme. Poi possiamo discutere di estetica, certo. Il Napoli di Sarri ha fatto sognare, quello di Spalletti ci ha fatto godere per come giocava. Ma il calcio è bello anche perché si può vincere in tanti modi diversi. Non esiste un solo tipo di calcio: non esiste solo il calcio di Guardiola. Quello è bellissimo, ma se non vinci, resta un esercizio di stile. Conte ha portato una squadra solida, compatta, che non va quasi mai sotto, che non viene mai travolta. Anche quando ha perso, non ha mai dato la sensazione di essere allo sbando. E questo è figlio della sua impronta".

Restando nel solco della concretezza tracciata da Conte, le chiedo: trova coerenza nel nome che circola come possibile successore in caso di addio, cioè Massimiliano Allegri? È d’accordo con questa visione di continuità? 

“Guarda, l’ipotesi che Conte lasci il Napoli mi sembra abbastanza verosimile. Però, come dico sempre, bisogna avere pazienza. Non si può correre troppo in queste situazioni. Sono due giorni che sono in vacanza ad Ischia insieme, poi torneranno a Napoli per il bus scoperto e domani saranno anche dal Papa. Aspettiamo, cerchiamo di capire bene cosa succederà. I dubbi sul futuro restano e resteranno finché le parti non faranno chiarezza pubblicamente. Il nome di Allegri sarebbe sicuramente quello preferito per un’eventuale successione. Su questo non ci sono molti dubbi. E, in fondo, la staffetta c’è già stata in passato: Conte ha lasciato la Juve ad Allegri che ha vinto cinque scudetti di fila. Il curriculum parla per lui. Certo, ci ricordiamo tutti bene le differenze tra il Napoli di Sarri e la Juve di Allegri: filosofie opposte, giochisti contro risultatisti. Però anche lì, tutto è relativo. Dipende cosa vuoi. Allegri porta solidità, esperienza, capacità di leggere le partite. Magari con caratteristiche tecniche diverse da Conte, ma sempre sul solco della concretezza".

Ieri sera Tudor è stato molto chiaro: ha detto che resterà per il Mondiale per Club solo se avrà la certezza di essere l’allenatore della prossima stagione. Secondo lei, questo potrebbe complicare i piani della Juventus per arrivare a Conte? 

“Sì, assolutamente. Le parole di Tudor mi hanno sorpreso, soprattutto perché sono arrivate dopo quelle di Giuntoli che, prima della partita col Venezia, aveva detto tutt’altro, rinviando la scelta sul mister a dopo il Mondiale per Club. In questo momento c’è sicuramente una frattura in casa Juve. Tudor è un uomo di grande personalità, quindi se capisce che non c’è più spazio per lui, credo che saluterà senza problemi. Mi chiedi se mi aspetto Conte già al Mondiale per Club? Ti rispondo sinceramente: sarei molto sorpreso. Non credo proprio. E la situazione con Tudor complica qualsiasi strategia, sia che si tratti di tenerlo, sia che si tratti di cambiare allenatore. Anche con l’idea Conte. Perché, se dovesse arrivare Conte, servirebbero comunque delle settimane per chiudere tutto. Non credo che la Juve possa andare al Mondiale senza un allenatore, sarebbe paradossale. Insomma, aspettiamo. Vediamo cosa succede tra De Laurentiis e Conte, quello sarà il punto di rottura o di continuità. E da lì capiremo anche il futuro della Juventus".